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Comunicato stampa: un referendum in difesa dei mari italiani!

Creato il 14 settembre 2015 da Garganistan @Garganistan
Comunicato Stampa
UN REFERENDUM IN DIFESA DEI MARI ITALIANI!
In 200, tra organizzazioni e persone del mondo accademico, culturale, sociale, politico e artistico, scrivono alle Regioni italiane: «chiedete un referendum per difendere il nostro mare!»
Circa 130 associazioni e 70 persone del mondo accademico, culturale, sociale, politico, artistico, hanno risposto all’appello del Coordinamento Nazionale No Triv e sottoscritto una lettera, che è stata inviata oggi alle Regioni italiane per chiedere ai Consigli regionali di deliberare urgentemente una richiesta di referendum abrogativo.

Tale richiesta ha un obiettivo molto chiaro: fermare i progetti petroliferi in mare, sbloccati nel 2012 dal Governo Monti. Essa deve essere deliberata e depositata entro il prossimo 30 settembre da almeno cinque Regioni. Con ciò si eviterebbe la raccolta di 500.000 firme e si consentirebbe ai cittadini italiani di andare a votare nella primavera del 2016.
Senza questo referendum, svolto in tempi brevi, i procedimenti per progetti petroliferi riavviati dall’art. 35 del “Decreto Sviluppo” e tuttora in corso si chiuderanno rapidamente, anche grazie all’accelerazione impressa da alcune norme dello “Sblocca Italia”.

Il Coordinamento Nazionale No Triv e le associazioni che hanno sostenuto l’iniziativa invitano tutti i sottoscrittori dell’appello a prendere parte alla conferenza stampa, indetta per il giorno 11 settembre, ore 11, presso la Sala Stampa della Camera dei deputati – Piazza di Montecitorio, Roma.
*****Hanno sottoscritto la lettera:
Paolo Maddalena, Nadia Urbinati, Padre Alex Zanotelli, Luciano Gallino, Vezio De Lucia, Barbara Spinelli, Dacia Maraini, Piera Degli Esposti, Anna Donati, Sandra Bonsanti, Monica Frassoni, Marco Boschini, Eugenio Finardi, Edoardo Salzano, Luca Nivarra, Guido Viale, Ugo Mattei, Domenico Gallo, Gianni Silvestrini, Sabina Guzzanti, Bengasi Battisti, Mauro Gallegati, Paolo Berdini, Antonio Ingroia, Pancho Pardi, Ivano Marescotti, Maurizio Pallante, Giovanni Dosi, Salvatore Borsellino, Enzo Di Salvatore, Felice Carlo Besostri, Tomaso Montanari, Domenico Finiguerra, Annalisa Corrado, Chiara Sasso, Patrizia Gentilini, Fulvio Vassallo, Paolo Cacciari, Alfonso Pecoraro Scanio, Fulvio Grimaldi, Felice Casson, Elena Aga Rossi, Giancarlo Costabile, Angela Alessandra Milella, Albina Colella, Laura Cima, Daniela Padoan, Marco Santarelli, Annalucia Bonanni, Giovanna Bellizzi, Roberta Radich, Antonella Leto, Emilio Zecca, Alessandro Pertosa, Anna Falcone, Pietro Dommarco, Domenico Gattuso, Francesco Baicchi, Silvia Manderino, Maria Ricciardi Giannoni, Maria Paola Patuelli, Sacha Nadia Tolomeo, Egidio Galvan, Bruno Tenore, Teri Volini, Massimiliano Coclite, Massimiliano D’Urbano, Arturo Valiante, Stefano Boffi, Alex Paolini, Brunori Sas, Teresa Tacchella, Alberto Zoratti, Agostino Ferrente, Carlo Di Marco.
1) Coordinamento Nazionale No Triv 2) Slow Food Italia3) Legambiente4) Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori – Forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio5) Associazione Nazionale dei Comuni Virtuosi6) Associazione Primalepersone7) Rete per la Costituzione8) GRE – Gruppi Ricerca Ecologica9) Associazione Italia che Cambia10) OLA – Organizzazione Lucana Ambientalista11) CIUFER – Comitato Italiano Utenti delle Ferrovie Regionali12) Coordinamento Nazionale Per la Scuola della Costituzione 13) Azione Civile14) Coordinamento No Triv – Abruzzo 15) Coordinamento No Triv – Basilicata 16) Coordinamento No Triv – Lombardia17) Coordinamento No Triv – Campania 18) Rete Siciliana No Triv19) Coordinamento No Triv – Terra di Bari 20) Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia21) Mediterraneo No Triv 22) Comitato No Triv Licata 23) Comitato No Triv Bella 24) Comitato No Triv Brindisi di Montagna 25) Comitato No Triv Salute e Ambiente – Cento 26) Comitato No Triv Grassano 27) Comitato No Trivelle Capo di Leuca 28) Comitato No Triv Reggio Emilia 29) Comitato No Triv San Fele 30) Comitato No al petrolio nel Vallo di Diano 31) Comitato No Petrolio Alta Irpinia 32) Comitato No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili 33) Comitato di Difesa della Salute & Ambiente Molise 34) Associazione Abruzzo Beni Comuni 35) Associazione L’Albero Vagabondo 36) Associazione Zero Waste Sicilia 37) Garganistan Movement 38) Apnea Pantelleria Onlus 39) Tavolo tecnico di Tutela ambientale – Piana di Gioia Tauro 40) Cobas Scuola – Potenza  41) Italia Nostra – Vulture Alto Bradano 42) Comitato Cittadini Democrazia e Partecipazione Bordolano 43) Appello per L’Aquila 44) Gruppo “Rottama Italia” di Ravenna (Comitato in Difesa della Costituzione, Comitato per la Legalità e la Democrazia, Libertà e Giustizia, Circolo di Ravenna, Circolo Matelda di Legambiente di Ravenna) 45) Circolo Decrescita Felice – Bari 46) Forum Cittadini del Mondo R.A. – Grosseto 47) Fondazione Capta Onlus 48) Laboratorio Altre Vicenze 49) Associazione Liberacittadinanza 50) Associazione Gruppo Amici del Verde Padova 51) Società cooperativa Il Volo 52) Comitato No Grandi Navi - Laguna Bene Comune 53) Associazione Teramo 3.0 54) Avaaz.org – Il mondo in azione 55) Associazione Karakteria56) Fondazione Univerde 57) Onda Rosa – Viggiano 58) Associazione Progetto X – Progetto di democrazia federale 59) Unione Mediterranea Calabria 60) Circolo culturale Chaikhana – Roseto degli Abruzzi 61) Comitato No Centrale a biomasse di Sorbo San Basile 62) Associazione Armonia degli Opposti – Giulianova 63) Associazione Cova Contro 64) Comitato Unmurocontroilpetrolio 65) Comitato No Trivellazioni nella Valle del Belìce 66) ISDE – Associazione Medici per l’Ambiente – Potenza 67) Assemblea permanente NoTrivVulture 68) Associazione AmbienteVenezia 69) Libera – Basilicata 70) Comitato No trivellazioni ad Offida 71) Comitato No alle trivelle nel Piceno 72) Coordinamento Irpino No Triv 73) Azione Civile – Abruzzo 74) FAI – Marche 75) Comitato Riserva Naturale Regionale Guidata del Borsacchio 76) Comitato Diritto alla Città – Rovigo 77) Coordinamento Volontariato Piceno di Protezione Civile 78) Laboratorio per Viggiano 79) Italia Nostra – Lanciano 80) Italia Nostra – Abruzzo 81) RASPA – Rete Associazioni Sibaritide e Pollino per l’Autotutela 82) Italia Nostra del Vastese 83) Italia Nostra – Giulianova 84) Open Puglia 85) Associazione AltraPolis 86) Associazione Città Plurale – Matera 87) Comitato No Gasaran Sergnano 88) Giuristi Democratici per la difesa della Costituzione – Verona 89) WWF – Val d’Agri90) Terra Nuova Edizioni 91) Comitato No al Progetto Eleonora 92) Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori – Lazio 93) Lega Nazionale Antipredazione 94) Comitato per la Tutela del Mare del Gargano95) Rete No Triv Gargano96) Comitato Tutela Porto Miggiano97) Movimento ambientalista di tutela del Gargano98) No Triv Trani99) Brindisi Bene Comune100) A.B.A.P. – Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi101) ARCI Puglia102) Gargano Libero105) Contramianto e altri rischi Onlus – Taranto106) Comitato No Triv San Giovanni Rotondo107) Movimento Manisporche108) Rete della Conoscenza Puglia109) Associazione studentesca Link – Bari110) Unione degli Studenti Puglia111) Comitato Stop TTIP Puglia112) 1.000 x Taranto113) No Triv Taranto114) ArtisTA’ Taranto115) Gruppo Ripalta Area Protetta116) Movimento TRANI#ACAPO117) Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori – Provincia di Bari118) Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori – Valle d’Itria119) Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori – Monopoli 120) Comitato “Parco Lama Belvedere”121) Associazione Terra d’Egnazia122) Associazione NaturalMente123) Risorgimento socialista124) Comitato Costa Libera – Monopoli125) ANPI – sez. “Alfredo Grifone” di Chieti126) Gruppo archeologico garganico “Silvio Ferri”127) Centro Studi “Giuseppe Martella” – Peschici128) Fairwatch129) Associazione culturale Demos130) Istituto EcoAmbientale
La sottoscrizione resta aperta. Coloro che volessero aderire a questa iniziativa collettiva, possono inoltrare la loro richiesta mediante posta elettronica all’indirizzo email del Coordinamento Nazionale No Triv: [email protected] Roma, 2 settembre 2015*****LETTERA SOTTOSCRITTAPreg.mo PresidenteREGIONE SICILIANA[email protected] [email protected]
Preg.mo PresidenteASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA[email protected]
Preg.mo PresidenteREGIONE CALABRIA[email protected][email protected]
Preg.mo Presidente Consiglio RegionaleREGIONE CALABRIA[email protected]
Preg.mo PresidenteREGIONE BASILICATA[email protected][email protected]
Preg.mo Presidente Consiglio RegionaleREGIONE BASILICATA[email protected]
Preg.mo PresidenteREGIONE PUGLIA[email protected][email protected]
Preg.mo Presidente Consiglio RegionaleREGIONE PUGLIA[email protected]
Preg.mo PresidenteREGIONE CAMPANIA[email protected][email protected]
Preg.mo Presidente Consiglio RegionaleREGIONE CAMPANIAsettore.segreteriagenerale@consiglio.regione.campania.legalmail.itPreg.mo Presidente
REGIONE MOLISE[email protected][email protected][email protected]
Preg.mo Presidente Consiglio RegionaleREGIONE MOLISE[email protected]
Preg.mo PresidenteREGIONE ABRUZZO[email protected]
Preg.mo Presidente Consiglio RegionaleREGIONE ABRUZZO[email protected]
Preg.mo PresidenteREGIONE MARCHE[email protected][email protected]
Preg.mo Presidente Consiglio RegionaleREGIONE MARCHE[email protected]
Preg.mo PresidenteREGIONE EMILIA ROMAGNA[email protected][email protected]
Preg.mo Presidente Consiglio RegionaleREGIONE EMILIA ROMAGNA[email protected]
Preg.mo PresidenteREGIONE LOMBARDIA[email protected][email protected]
Preg.mo Presidente Consiglio RegionaleREGIONE LOMBARDIA[email protected]Preg.mo PresidenteREGIONE PIEMONTE[email protected]
Preg.mo Presidente Consiglio RegionaleREGIONE PIEMONTE[email protected]
Preg.mo PresidenteREGIONE VENETO[email protected][email protected]
Preg.mo Presidente Consiglio RegionaleREGIONE VENETO[email protected]
Preg.mo PresidenteREGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA[email protected][email protected]
Preg.mo Presidente Consiglio RegionaleREGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA[email protected]
Preg.mo PresidenteREGIONE SARDEGNA[email protected][email protected]
Preg.mo Presidente Consiglio RegionaleREGIONE SARDEGNA[email protected]
Preg.mo PresidenteREGIONE LAZIO[email protected]
Preg.mo Presidente Consiglio RegionaleREGIONE LAZIO[email protected]
Preg.mo PresidenteREGIONE UMBRIA[email protected]
Preg.mo Presidente Consiglio RegionaleREGIONE UMBRIAcons.reg.umbria@arubapec.it
Preg.mo PresidenteREGIONE TOSCANA[email protected]
Preg.mo Presidente Consiglio RegionaleREGIONE TOSCANA[email protected]
Preg.mo PresidenteREGIONE LIGURIA[email protected]
Preg.mo Presidente Consiglio RegionaleREGIONE LIGURIA[email protected]
Preg.mo PresidenteREGIONE VAL D'AOSTApresidenza@regione.vda.it
Preg.mo Presidente Consiglio RegionaleREGIONE VAL D'AOSTA[email protected]
Preg.mo PresidenteREGIONE TRENTINO ALTO ADIGEpresidente@pecregione.taa.it
Preg.mo Presidente Consiglio RegionaleREGIONE TRENTINO ALTO ADIGE[email protected]
Trasmessa via PEC
Oggetto:sollecito richiesta deliberazione Consigli regionali proreferendum abrogativo dell’art. 35, comma 1, decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83 (“Decreto Sviluppo”), convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 134 (G.U. n. 187, 11 agosto 2012 – Suppl. Ordinario n. 171)
*****
Il 6 luglio scorso, con una nota trasmessa a mezzo posta elettronica certificata ai Governatori e ai Presidenti delle Assemblee di tutte le Regioni, il Coordinamento Nazionale No Triv e l’Associazione A Sud rappresentavano la necessità che i Consigli regionali procedessero a stretto giro all’approvazione di apposito atto deliberativo, ai sensi dell’art. 75 della Costituzione e nel rispetto del procedimento disciplinato dalla legge 25 maggio 1970, n. 352, per formalizzare, entro il termine ultimo del 30 settembre, la richiesta di referendum abrogativo di parte dell’art. 35, comma 1, del “Decreto Sviluppo”. Tale articolo, infatti, nell’introdurre il divieto di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi entro il limite delle 12 miglia dalle linee di costa e dal perimetro esterno alle aree marine e costiere protette, faceva, tuttavia,salvi i procedimenti concessori di cui agli articoli 4, 6 e 9 della legge n. 9 del 1991 in corso alla data di entrata in vigore del Decreto Legislativo 29 giugno 2010 n. 128 ed i procedimenti autorizzatori e concessori conseguenti e connessi”, con ciò consentendo il riavvio dei procedimenti per l’innanzi interrotti dal d.lgs. n. 128 del 2010.
Il 27 luglio venivainoltre lanciata su AVAAZ.org una petizione a sostegno della richiesta rivolta ai Presidenti delle Regioni e dei Consigli regionali: a sostegno dell’opzione referendaria, oltre alle manifestazioni di consenso e di solidarietà da parte di associazioni, comitati, partiti e di numerose personalità del mondo della politica, della cultura e dello spettacolo, risultano pervenute ad oggi 73.693 firme.
Nella nota del 6 luglio scorso si rammentava come fossero in corso ben 25 procedimenti ricadenti tutti entro le 12 miglia marine e che a breve si sarebbero conclusi con il rilascio dei corrispondenti titoli minerari (permessi di ricerca, concessione di coltivazione oppure titolo concessorio unico – che ricomprende ad un tempo la “fase di ricerca” e la “fase di coltivazione” – qualora le società petrolifere interessate avessero richiesto la conversione dei procedimenti in itinere nei nuovi procedimenti disciplinati dal Decreto “Sblocca Italia”).
Il dato dei 25 procedimenti in corso era stato frutto di semplice elaborazione di dati ufficiali resi dal Ministero per lo Sviluppo Economico.
A distanza di poco più di un mese dalla nota del 6 luglio scorso, ci vediamo nostro malgrado costretti a rivedere in peius quel dato e ciò per effetto di quanto emerso a seguito di un attento esame del carteggio relativo alle istanze di prospezione nel Mare Adriatico “d 1 B.P.-SP” e “d 1 F.P.-SP” sulla cui compatibilità ambientale si sono pronunciati i competenti organi del Ministero dell’Ambiente con decreto del Ministero dell’Ambiente di concerto con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo del 3 giugno 2015, avverso cui la Provincia di Teramo ed alcuni Comuni abruzzesi e marchigiani hanno depositato ricorso al TAR Lazio lo scorso 7 agosto.
Dopo approfondito esame della documentazioneSpectrum Geo, dallaquale è emerso che le aree interessate dalle istanze“d 1 B.P.-SP” e “d 1 F.P.-SP” si collocano anche entro le 12 miglia marine e, in qualche caso, entro le 5 miglia marine dalle linee di costa, possiamo affermare con certezza che terminata la fase di prospezione degli idrocarburi da parte della Spectrum Geo, il Ministero per lo Sviluppo Economico potrà rilasciare ulteriori concessioni di coltivazione. Ragion per cui i progetti petroliferi ricadenti entro le 12 miglia marine saranno in numero superiore a 25.Particolarmente colpite dalle attività di ricerca che la società Spectrum svolgerà entro le 5 e le 12 miglia marine risultano essere: il Molise (le Isole Tremiti e Termoli), l’Abruzzo (Vasto, San Vito Chietino, Ortona, Francavilla al Mare), soprattutto la Regione Marche (Pedaso, Cupra Marittima, Senigallia, Fano) e la Puglia (in special modo Otranto).
Del 7 agosto 2015 è anche la pubblicazione del decreto di compatibilità ambientale del progetto di coltivazione Ombrina Mare per il quale il soggetto proponente ha richiesto al MISE la conversione del titolo di ricerca già vigente in “titolo concessorio unico”, concepito dallo Sblocca Italia per con­sen­tire, ad un tempo, la ricerca e l’estrazione.E così sarà anche per tutti i progetti che, interferenti con il limite delle 12 miglia marine, a breve seguiranno a Ombrina Mare in misura doppia a quella in un primo tempo prevista.
Gli sviluppi delle vicende Spectrum Geo ed Ombrina Mare sono successivi all’incontro di Termoli del 24 luglio 2015 (presenti le Regioni
Abruzzo, Basilicata, Calabria, Marche, Puglia e Molise) nel corso del quale è risultata preminente la via del dialogo con il Governo (“La posizione di confronto, per le Regioni, rimane prioritaria, anche se le stesse sono pronte a valutare la praticabilità, quale estrema ratio, di tutti gli strumenti previsti dall’Ordinamento”).Al summit di Termoli ha fatto seguito, cinque giorni più tardi, un secondo incontro tra il Sottosegretario Vicari ed i Governatori delle Regioni Puglia e Basilicata, e con l’Assessore all’Ambiente della Regione Calabria, nel corso del quale, come riferisce il MISE,i rappresentanti delle Regioni hanno manifestato la loro contrarietà all’avvio delle attività di prospezione e ricerca offshore nello Ionio e nell’Adriatico in quanto contraddittorie rispetto alle politiche avviate dalle stesse Regioni, chiedendo al Governo una moratoria di questi programmi. Il sottosegretario Vicari, ascoltate le posizioni delle Regioni, si è impegnata ad approfondire questi temi con il ministro Federica Guidi e con la presidenza del Consiglio annunciando un nuovo incontro con le Regioni da convocare entro la prossima settimana”.In mancanza di chiarezza, o comunque se non si trova un'intesa, i consigli regionali che lo riterranno - queste le parole del Presidente della Regione Puglia - potranno avviare, come previsto dalla Costituzione, la procedura del referendum contro le norme che consentono le trivellazioni". Ad oggi, anche se del secondo incontro tra Regioni e MISE non è dato sapere, si ha notizia certa, invece, delle dichiarazioni rese alla stampa il 7 agosto scorso dal Sottosegretario Vicari secondo la quale "Bene ha fatto Renzi a ricordare che non esiste alcuna autorizzazione da parte dello Sblocca Italia alle trivelle. Confondere scientemente le attività di ricerca con le attività estrattive significa prestare il fianco alla demagogia: mi auguro che parole del Presidente del Consiglio mettano fine alle strumentalizzazioni politiche che hanno caratterizzato il dibattito in questi giorni”.
Le affermazioni del Presidente del Consiglio e del Sottosegretario Vicari sono indicative di un chiaro e netto orientamento dell’Esecutivo che certamente non sarà sfuggito ai massimi rappresentanti delle Regioni.
Per tutte queste ragioni (aumento del numero dei procedimenti autorizzatori per progetti di estrazione/coltivazione offshore entro il limite delle 12 miglia marine dalle linee di costa; stato di avanzamento degli stessi che arriveranno a definizione a stretto giro e, comunque, non oltre 180 giorni dalla richiesta di conversione del titolo di ricerca in “titolo concessorio unico” previsto dallo Sblocca Italia; indirizzo del Governo in materia di produzione nazionale di idrocarburi), ricorsi amministrativi a parte, l’abrogazione referendaria dell’art. 35, comma 1, del Decreto Sviluppo riveste oggi caratteri di urgenza, priorità ed indifferibilità.
In ragione, dunque, della inderogabile necessità di celebrare il referendum non oltre il 2016, chiediamo nuovamente a codesta Regione di voler deliberare, ai sensi dell’art. 75 della Costituzione e nel rispetto del procedimento disciplinato dalla legge 25 maggio 1970, n. 352, la promozione di un referendum abrogativo delle seguenti disposizioni dell’art. 35, comma 1, del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83 (“Decreto Sviluppo”), come convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 134:
procedimenti concessori di cui agli articoli 4, 6 e 9 della legge n. 9 del 1991 in corso alla data di entrata in vigore del decreto legislativo  29 giugno 2010 n. 128  ed  i  procedimenti autorizzatori e concessori conseguenti e connessi, nonché l’efficacia dei
alla medesima data, anche ai fini della esecuzione delle attività di ricerca, sviluppo e coltivazione da autorizzare nell’ambito dei titoli stessi, delle eventuali relative proroghe e dei procedimenti autorizzatori e concessori conseguenti e connessi. Le predette attività sono autorizzate previa sottoposizione alla procedura di valutazione di impatto ambientale di cui agli articoli 21 e seguenti del presente decreto, sentito il parere degli enti locali posti in un raggio di dodici miglia dalle aree marine e costiere interessate dalle attività di cui al primo periodo, fatte salve le attività di cui all’articolo 1, comma 82-sexies, della legge 23 agosto 2004, n. 239, autorizzate, nel rispetto dei vincoli ambientali da esso stabiliti, dagli uffici territoriali di vigilanza dell’Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse, che trasmettono copia delle relative autorizzazioni al Ministero dello sviluppo economico e al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare”.
Alleghiamo una breve illustrazione della proposta referendaria.
Distinti Saluti.Sottoscrivono la presente richiesta:


Breve illustrazione della proposta referandaria
In giallo le disposizioni che potrebbero essere sottoposte ad abrogazione referendaria; in azzurro i numeri inseriti per agevolare il riferimento alle singole parti dell’articolo.
Una abrogazione totale dell’art. 35 non sarebbe possibile e comunque neppure auspicabile, giacché, quand’anche possibile, abrogandolo interamente si andrebbe ad abrogare anche il divieto di ricerca e di estrazione del gas e del petrolio entro le dodici miglia marine [1].Da eliminare sarebbe, invece, la previsione della non applicabilità del divieto ai procedimenti amministrativi in corsoalla data di entrata in vigore del decreto legislativo29 giugno 2010 n. 128, destinati a concludersi con il rilascio del titolo minerario [2]. D’altra parte, l’art. 35 è intervenuto proprio al fine di rimuovere tale divieto, introdotto con il d.lgs. n. 128/2010 a seguito del disastro petrolifero del Golfo del Messico. Al fine di rispettare la “matrice razionalmente unitaria” del quesito, da sottoporre a referendum – con unico quesito, si intende – sarebbe anche la disposizione del n. [3], in quanto la particolare disciplina della valutazione di impatto ambientale risulta collegata alla disposizione sui procedimenti in corso: se dall’abrogazione referendaria discende il divieto dei procedimenti in corso, anche la disciplina della valutazione di impatto ambientale va, infatti, eliminata, poiché, diversamente, la disposizione resterebbe priva di efficacia.L’abrogazione non potrebbe, invece, riguardare i titoli abilitativi già rilasciati, in quanto, in questo caso e diversamente dall’abrogazione della previsione legislativa sui procedimenti in corso, la Corte dichiarerebbe certamente l’inammissibilità del quesito, stante il limite della tutela del legittimo affidamento che la discrezionalità del legislatore (e quindi anche della proposta referendaria) incontra.Anche le disposizioni dell’ultima parte dell’art. 35 non potrebbero essere sottoposte ad abrogazione, poiché: 1) la disposizione del n. [4]incontrerebbe il limite della non reviviscenza della norma abrogata; 2) la disposizione del n. [5]incontrerebbe il limite delle «leggi tributarie», secondo l’interpretazione che ne dà la Corte costituzionale.
*****
Decreto sviluppo (D.L. 22 giugno 2012, n. 83, convertito con l. 7 agosto 2012, n. 134)
Art. 35 - Disposizioni in materia di ricerca ed estrazione di idrocarburi
1.[1]L’articolo 6, comma 17, del decreto legislativo 3  aprile  2006, n. 152, è sostituito dal seguente: “17. Ai fini di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, all’interno del perimetro delle aree marine e costiere a qualsiasi titolo protette per scopi di tutela ambientale, in  virtù di leggi nazionali, regionali o in attuazione di atti e convenzioni dell’Unione europea e internazionali sono vietate le attività di ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare, di cui agli articoli 4, 6 e 9 della  legge 9 gennaio 1991, n. 9. [2] Il divieto è altresì stabilito nelle zone di mare poste entro dodici miglia dalle linee di costa lungo l’intero perimetro costiero nazionale e dal perimetro esterno delle suddette aree marine e costiere protette, fatti salvi i procedimenti concessori di cui agli articoli 4, 6 e 9 della legge n. 9 del 1991 in corso alla data di entrata in vigore del decreto legislativo  29 giugno 2010 n. 128  ed  i  procedimenti autorizzatori e concessori conseguenti e connessi, nonché l’efficacia dei titoli abilitativi già rilasciati alla medesima data, anche ai fini della esecuzione delle attività di ricerca, sviluppo e coltivazione da autorizzare nell’ambito dei titoli stessi, delle eventuali relative proroghe e dei procedimenti autorizzatori e concessori conseguenti e connessi. [3] Le predette attività sono autorizzate previa sottoposizione alla procedura di valutazione di impatto ambientale di cui agli articoli 21 e seguenti del presente decreto, sentito il parere degli enti locali posti in un raggio di dodici miglia dalle aree marine e costiere interessate dalle attività di cui al primo periodo, fatte salve le attività di cui all’articolo 1, comma 82-sexies, della legge 23 agosto 2004, n. 239, autorizzate, nel rispetto dei vincoli ambientali da esso stabiliti, dagli uffici territoriali di vigilanza dell’Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse, che trasmettono copia delle relative autorizzazioni al Ministero dello sviluppo economico e al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.[4] Dall’entrata in vigore delle disposizioni di cui al presente comma è abrogato il comma 81 dell’articolo 1 della legge 23 agosto 2004, n. 239. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, i titolari delle concessioni di coltivazione in mare sono tenuti a corrispondere annualmente l’aliquota di prodotto di cui all’articolo 19, comma 1 del decreto legislativo 25 novembre 1996, n. 625, elevata dal 7% al 10% per il gas e dal 4% al 7% per l’olio. [5] Il titolare unico o contitolare di ciascuna concessione è tenuto a versare le somme corrispondenti al valore dell’incremento dell’aliquota ad apposito capitolo dell’entrata del bilancio dello Stato, per essere interamente riassegnate, in parti uguali, ad appositi capitoli istituiti nello stato di previsione del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministero dello sviluppo economico, per assicurare il pieno svolgimento rispettivamente delle azioni di monitoraggio e contrasto dell’inquinamento marino e delle attività di vigilanza e controllo della sicurezza anche ambientale degli impianti di ricerca e coltivazione in mare”.


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