COMUNICATO SUL WEEKEND DEL 24 E 25 NOVEMBRE 2012 DEDICATO DAL CENTRO SAVE ALLA GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il Centro antiviolenza e antistalking SAVE di Trani ha ospitato lo spettacolo denuncia Franca Rame Project, a cura di Dale Zaccaria.
Non ci sono parole adatte, forse il talento della cara Dale potrebbe trovarle, per descrivere la commozione e le sensazioni che gli spettatori del rinascimentale Palazzo Beltrani, hanno provato dall’inizio alla fine della performance artistica della curatrice e autrice del Franca Rame Project.
Ogni donna quella sera ha provato grande dolore immedesimandosi nel brano “Lo Stupro” e nel testo “Per Maria e per tute le Marie di questa terra”, tratto dal Fatto Quotidiano e scritto da Franca Rame.
Le parole della violenza sono terribili… ascoltarle non è stato facile … come non lo è per chi opera nei centri antiviolenza. Ma queste parole terribili non possono essere edulcorate in nessun modo…facciamo in modo che simili vicende non accadano…
per Franca…per Maria e per tutte le donne che hanno subito violenza….
Grazie Franca Rame, grazie Mattea Fo….per il coraggio e per la forza che date alle donne… non ci arrendiamo … grazie alla delicatezza di Dale …
E’ bello aver sentito dei giovani, che non conoscevano la vicenda di Franca Rame, riflettere e chiedersi il perché di questo orribile gesto, commesso da chi forse avrebbe dovuto proteggere la comunità.
Esempi come Franca Rame, che mai si è arresa sebbene avesse subito il più turpe dei crimini contro una donna, devono spronarci ad andare avanti…il messaggio Per Maria e Tutte le Marie di questa terra deve diventare un coro unanime…
Il ricavato della serata del Franca Rame Project è stato devoluto al Centro Antiviolenza SAVE, circa 2.000 euro, su 140 spettatori presenti all’evento.
Il Franca Rame Project è stato preceduto da un vento molto significativo: il 24 novembre 2012 in p.zza Libertà a Trani e nelle piazze di altre città della Provincia (Barletta, Andria, Canosa di Puglia) i giovani hanno voluto manifestare il NO alla Violenza sulle Donne con il loro linguaggio, un Flashmob dedicato a Carmela la ragazza di 17 anni uccisa dall’ex di sua sorella, morta per proteggere proprio sua sorella vittima di stalking.
L’equipe di Save
SAVE CENTRO ANTIVIOLENZA E ANTISTALKING – TRANI VIA G. DI VITTORIO N. 60
Il Centro Antiviolenza e Antistalking Save inizia ad operare il 28/04/2012 all’interno della Cooperativa Promozione Sociale e Solidarietà, con sede in Trani alla via G. di Vittorio n. 60, che ne ha recepito il progetto e ne ha promosso la costituzione.
L’idea di costituire un centro antiviolenza nel territorio di Trani nasce dalla necessità di avviare un servizio di tal genere poiché la città ne era praticamente sprovvista: ed invero lo dimostrano i 35 casi certificati che il centro conta in oltre sei mesi di vita.
A seguito di tale progetto, per tutto il mese di febbraio, la cooperativa Promozione Sociale e Solidarietà, avvalendosi della collaborazione dell’avv. Roberta Schiralli – avvocato penalista del Foro di Trani – ha organizzato un percorso formativo, con l’obiettivo di creare e formare un’ équipe multidisciplinare che avrebbe operato all’interno del centro.
Il percorso formativo, al quale hanno partecipato circa venti giovani professionisti, è stato curato da avvocati, psicologi e dal dott. Francesco Messina – Magistrato del Tribunale di Trani, che hanno prestato la loro competenza e professionalità nel campo della violenza di genere e dello stalking.
Il percorso formativo, infatti, si è così articolato:
• La legge sullo stalking – profili penali e processuali (1 workshop) – a cura del Magistrato Dott. Francesco Messina
• La violenza psicologica. Analisi e gestione del caso pratico e modalità di intervento dal punto di vista dell’assistenza legale (2 workshop) – a cura dell’avvocato penalista Roberta Schiralli del Foro di Trani.
• L’accoglienza della vittima di stalking o di violenza psicologica: analisi e gestione della domanda (1 workshop) – La violenza intra ed extrafamiliare: aspetti individuali, psicologici, familiari, culturali, etnici e sociali (2 workshop)– a cura della dott.ssa De Simola Adriana, psicologa-psicoterapeuta e dott. Di Gioia Antonio, psicologo e psicoterapeuta.
• La rete dei servizi: presa in carico ed interventi- Esercitazioni pratiche attraverso prove simulate e gestione del caso pratico a cura del Dott. Enzo Gesualdo, Psicologo, Psicoterapeuta della Famiglia, Psicoterapeuta in Sessuologia, Consulente in Sessuologia, Sociologo, Perfezionato in Gestione Sanitaria, Perfezionato in Diritto Sanitario , Referente per il programma nazionale di educazione continua in medicina (ECM), Direttore Scientifico dell’Istituto di Ricerca e Intervento Sistemico per la coppia, la famiglia, l’infanzia e l’adolescenza “ Jay Haley ” di Bari – (3 workshop)
• Violenza sessuale e abuso sui minori a cura dell’avvocato penalista Giuseppina Panessa del Foro di Trani (1 workshop)
• Incontro sul tema dello stalking con il primo Dirigente del Commissariato di P.S. Dott. Aurelio Montaruli – Riflessioni e strategie di intervento
• Incontro sul tema della rete dei servizi con la dott.sa Maria Dettori Dirigente dei Servizi Sociali del Comune di Trani
SERVIZI:
Il Centro Antiviolenza si propone di fornire alle vittime:
- Primo aiuto per le vittime di violenza domestica e non, fisica e psicologica, stalking
- Consulenza legale, psicologica gratuita
- Mediazione culturale
- Ausilio nel percorso di aiuto delle vittime
- Corsi di formazione e informazione per le vittime di violenza
- Attività rieducative per le vittime
- Sostegno alle famiglie delle vittime
- Mediazione familiare
- Incontri informativi sulla violenza domestica per le scuole
- Rete dei servizi con gli enti preposti
- Costituzione di un osservatorio per lo studio del fenomeno nel territorio
- Analisi e monitoraggio del fenomeno della violenza nel territorio
- Progetti nelle scuole mirati alla sensibilizzazione e informazione sul tema della violenza di genere, bullismo, educazione all’affettività, al rispetto delle diversità.
- Progetto carcere: sensibilizzazione della condizione dei bambini in carcere detenuti con le mamme in espiazione di condanna definitiva, inteso come violenza sociale.
- Progetti e percorsi di aiuto per uomini maltrattanti e stalker
EQUIPE:
- Avv. Roberta Schiralli (referente)
- Avv. Matilde Cafiero (civilista e mediatore dei conflitti familiari)
- Avv. Maria Antonietta Di Gravina (civilista e previdenzialista)
- Avv. Valeria Rinaldi (penalista)
- Dott.ssa Barbara De Pinto (praticante avvocato)
- Dott.ssa Valentina Palmieri (sociologa)
- Dott. Giuseppe Scandamarro (psicologo)
- Dott.ssa Serena Amoruso (psicologa)
- Dott.ssa Rosalia Gentile (psicologa)
- Dott.ssa Tania Sotero (psicologa)
- Dott.ssa Anna Moscatelli (psicologa)
- Dott.ssa Miriam Cassandra (psicologa)
- Dott.ssa Marina Paparusso (psicologa)
- Dott.ssa Chiara Cuocci (educatore)
- Dott.ssa Anna Rita Amoruso (educatore)
- Dott.ssa Mariabarbara Cancelliere (assistente sociale)
- Dott.ssa Sandra Bezzato (assistente sociale)
PARTNERS: il lavoro in rete è importantissimo ed è per questo che il Centro Save sta cercando di costituire una collaborazione con altre associazioni che operano nel settore:
- Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani di Bari
- Arcigay Bat
- FIDAPA BPW ITALY – SEZIONE DI TRANI
- Associazione Auxilium di Bari
- Centro antiviolenza Riscoprirsi di Andria
- Altre associazioni del territorio e private cittadine che hanno manifestato la volontà di essere vicine al centro Save per reperimento fondi per finanziarlo.
Il Centro Antiviolenza Save è costituito da volontarie e non ha finanziamenti da parte di istituzioni.
DIFFICOLTA’: in questi sei mesi di vita si è cercato di avviare un lavoro di rete con le istituzioni locali, soprattutto con l’Assessorato ai servizi sociali e politiche familiari.
Ovviamente le difficoltà sono di natura economica considerato il grave dissesto finanziario in cui versa il Comune di Trani. Tale stato di cose sicuramente influisce sui servizi offerti dal Comune e sulle soluzioni da adottare per i casi più difficili.
Ad esempio, mentre per la collocazione di minori in difficoltà o vittime di abusi, il Comune riesce a fronteggiare le pese per il collocamento in case protette o comunità, per gli adulti vittime di violenza non vi sono fondi adeguati ai costi delle case rifugio (la media delle rette mensili si aggira sui 100 euro).
La difficoltà è proprio rappresentata dalla mancanza di strutture idonee per alloggiare anche temporaneamente donne o minori vittime di violenza, perché non ve ne sono o i comuni non possono affrontare la spese della permanenza per mancanza di fondi.
Posto che solo nel mese di ottobre nella città di Andria è sorta una casa rifugio per donne e minori vittime di violenza
Più che una difficoltà vera e propria si percepisce l’impossibilità – causa mancanza fondi istituzionali – di offrire alla vittima di stalking o violenza “un dopo denucia”. Molte donne non hanno lavoro o possibilità di affrontare una vita indipendente dal compagno violento.
Sarebbe necessario avere la possibilità di prevedere corsi di formazione per vittime di violenza, onde consentire alle stesse di reinserirsi nel contesto sociale e provvedere anche a loro stesse, lontane dal compagno violento o in luoghi diversi.
Contrariamente a quanto si possa pensare in questi sei mesi non vi sono state difficoltà con l’utenza e con la possibile paura a denunciare.
Le vittime di stalking sono giunte al centro antiviolenza consce del loro status di vittima, ma lamentavano scarsa considerazione del problema da parte delle forze dell’ordine. Le vittime lamentavano una eccessiva “burocraticità” nella presentazione delle denunce (richiesta certificazioni mediche, prove dell’avvenuta persecuzione, etc).
In realtà questo è vero, purtroppo molte di esse non giungono munite di certificazioni mediche, perché non sempre hanno subito violenza fisica, anzi quasi mai. Tutte hanno paura, ansia, difficili da diagnosticare in pronto soccorso e a volte rimandate indietro per l’invadenza e la scarsa sensibilità di certi operatori sanitari. La presenza di uno psicologo in tali casi presso il pronto soccorso sarebbe sicuramente più indicata per meglio tutelare e assistere la vittima di stalking.
Quanto mai in questi casi occorrerebbe il c.d. CODICE ROSA che molti ospedali stanno adottando per meglio tutelare le vittime di violenza e stalking.
REPORT ATTIVITA’ AGGIORNATO AL 19 Novembre 2012 – A cura della Dott.ssa Valentina Palmieri (sociologa e Referente Osservatorio Save)
Le attività sono state avviate il 28 aprile 2012 con apertura giornaliera dello Sportello; nelle giornate del lunedì, mercoledì e venerdì è stata garantita l’accoglienza dalle 9.30 alle 12.30 mentre il martedì e giovedì l’apertura è stata pomeridiana dalle ore 16.30 alle 18.30.
Per il mese di luglio le attività dello sportello sono state concentrate solo la mattina dalle 9.30 alle 12.30 ma per tutti i giorni della settimana.
L’accoglienza prevede sempre la presenza di tre operatori: un legale, uno psicologo e un assistente o educatore.
Per il solo mese di Agosto lo sportello è stato chiuso ma con reperibilità; il numero per le emergenze,infatti, è sempre attivo per accogliere le richieste più urgenti.
A partire dal mese di Settembre sono stati cambiati gli orari in seguito al cambiamento nelle abitudini di accesso allo sportello; quasi sempre l’utente giunge a Save dopo aver concordato u appuntamento con un membro dell’equipe. Ciò ha permesso una lieve riduzione delle ore di apertura dello sportello a beneficio di un incremento del numero dei colloqui privati professionista-utente su cui poter contare.
Lo sportello è aperto il lunedì-mercoledì e venerdì dalle 10 alle 12.30; il martedì e venerdì dalle 16 alle 18.30 e il sabato mattina dalle 9.30 alle 11.30.
Dall’inizio delle attività gli accessi complessivi sono stati 34, di questi utenti 30 sono di sesso femminile ( 88 %) e 4 di sesso maschile ( 12 %).
La variabile classe di età è così distribuita: 4 utenti rientrano nel range 18-24 anni ( 12%) , 2 nel range 25-34 ( 6 %) , 13 nel range 35-44 ( 38%) , 10 nel range 45-54 ( 29 %) , 4 nel range 55-64 ( 12%) e 1 oltre i 65 anni ( 3%).
Coloro che hanno scelto di rivolgersi a Save sono per lo più di cittadinanza italiana ,30 utenti ( 88%) mentre 4 sono di altra cittadinanza ( 12 %); inoltre 28 soggetti risiedono stabilmente a Trani ( 82%) e quindi nello stesso comune dove ha sede il servizio, 5 provengono da comuni limitrofi ( 15% ) ed uno da fuori provincia ( 3%).
Questo dato è incoraggiante; ci aspettavamo di avere la maggior parte dei fruitori del servizio provenienti da altre città invece ben l’ 88% proviene dalla stessa Trani. Ciò è indice, benché si tratti ancora di dati embrionali e relativi a un breve periodo e su un campione esiguo, di un atteggiamento “ coraggioso” di coloro che si rivolgono allo Sportello. Si può sperare che ciò indichi, appunto, la volontà di non doversi nascondere e della ferma convinzione della necessità di rivolgersi a qualcuno senza temere il giudizio della società.
I dati raccolti relativi allo stato civile degli utenti sono così distinti: 11 utenti sono nubili/celibi ( 32%) , 11 sono coniugati ( 32%) , 10 sono separati ( 30%) , 1 vedovo ( 3%) 3 1 n.p. ( 3%).
Per ciò che concerne il livello di scolarizzazione gli utenti si sono così presentati: 3 col titolo di licenza elementare ( 9%) , 10 col titolo di licenza media inferiore ( 29 %), 15 con licenza media superiore ( 44 %) , 2 laureato ( 6%) e 4 dati non sono pervenuti ( 12%). Al momento i nostri dati indicano che non vi è una grossa concentrazione di vittime in strati poco scolarizzati o molto scolarizzati; pare , invece, che vi si una distribuzione nelle fasce di media cultura.
Per quali motivi 34 utenti si sono rivolti al nostro sportello? Considerando che alcuni di loro hanno richiesto il nostro supporto per più di una motivazione, i dati risultano così distribuiti: 7 denunciano una situazione di violenza intrafamiliare, 12 casi riguardano il reato di stalking, 11 hanno richiesto consulenza legale, 13 hanno richiesto consulenza e supporto psicologico.
Molti dei nostri assisiti si sono rivolti a noi grazie alla rete di amicizie e al passaparola, alla pubblicità che il centro Save ha divulgato su giornali e web, alcuni ci sono stati inviati dalle istituzioni. Questo testimonia l’importanza di uscire o far sì di non trovarsi mai nella condizione di isolamento che , invece, è la situazione più rischiosa.
Alcuni utenti sono attualmente in sostegno psicologico, altre in consulenza legale, altre ancora le abbiamo perse di vista: sostenere le vittime di violenza non è facile, bisogna fare i conti con gli aspetti più intimi e vulnerabili dell’essere umano, con il terrore di rimanere soli, con le tante facce dell’amore, con la voglia di salvaguardare i figli ma con l’incubo di vederseli potare via, con le altalene dei sentimenti e con le imperfezioni e le debolezze degli esseri umani.
La nostra mission è distante dal giudizio e dal pregiudizio; ci adoperiamo giorno dopo giorno al solo scopo di non lasciare sole le donne e gli uomini che subiscono soprusi, vorremmo divulgare una cultura della non violenza, del rispetto reciproco e della parità dei diritti e dei doveri.
Vorremmo ,e non smetteremo di crederci, instaurare con le Istituzioni, con il Terzo Settore, con la Polizia e la Magistratura e con quanti vorranno fare “squadra” con noi, un clima proficuo di collaborazione e confronto per lo scopo comune di rompere il silenzio di coloro che invece dovrebbero gridare a squarciagola il proprio “ NO ALLA VIOLENZA”.
IL SUCCEDERSI ALTERNATO DI FRUSTRAZIONE E GRATIFICAZIONE a cura della dott.ssa Serena Amoruso, psicologa
I maltrattamenti nella coppia sono poco conosciuti, se ne parla pochissimo e spesso vengono sottovalutati, mentre sono molto dannosi per chi li subisce perché le vittime di tali violenze, essendo sempre a disposizione del loro aggressore, possono subirli senza tregua, giorno e notte. Infatti solo con la continuità può essere attuata la manipolazione mentale, il plagio, la persuasione coercitiva.
Per Giovanna, vittima di violenza di coppia, non c’era pausa pranzo, riposo fuori orario di lavoro, ferie o malattia e quando rientrava nella propria casa non trovava comprensione ed affetto.
Mario era molto astuto e la sua era una violenza pulita: distruggeva Giovanna senza lasciare tracce e senza testimoni. Quale luogo è più adatto dell’interno delle mura domestiche o di un’automobile privata?
All’inizio, Giovanna era una donna abbagliata da un uomo attraente e brillante. Ma la tranquillità viene presto turbata dalla paura che si insinua nella sua mente, trasformandosi progressivamente in angoscia. La donna non capisce. Non è successo niente, o quasi. Si domanda se non sarà lei a essere troppo sensibile e se lo rimprovera, tanto più che il partner dice che si fa idee strane, che è paranoica. Eppure, con piccole aggressioni verbali, con sguardi sprezzanti e, soprattutto, con una fredda distanza, lui sembra rimproverarle qualcosa, ma lei ignora che cosa. Non dando un nome al problema, lui ha un potere su di lei. E’ amabile, solo quando lei gli serve. E Giovanna cede tutte le volte, nella speranza di trovare in questo modo una protezione duratura.
Poi gli attacchi si moltiplicano: frasi sferzanti di fronte a testimoni o in privato, critiche cattive su tutto ciò che lei fa o dice. Giovanna è isolata, non osa più vedere gli amici e la famiglia, perché anche loro vengono attaccati. Così lei preferisce evitarli perché si vergogna. Senza nessuna ragione, la violenza passa ad uno stadio superiore.
I colpi bassi e gli insulti si moltiplicano: tutto quello che Giovanna dice è deriso. Quando lei supplica: “Perché mi tratti così?”, lui sogghigna: “Guardati, poveretta, e capirai!”.
Giovanna riesce a venir fuori dalla relazione di abuso, ma lei ha una personalità borderline e così inizia una violenza ciclica.
Nella sua famiglia di origine, la morte prematura della madre e la conseguente depressione del padre, oltre alla precaria situazione economica, le hanno insegnato che deve cavarsela da sola “perché nessuno può prendersi cura di lei”. Così ha appreso che di lei non ci si può occupare e che il suo dolore non può essere accolto.
Ma un dolore non accolto congela i sentimenti e toglie ossigeno alle emozioni. Il dolore che non può trasformarsi in sofferenza produce paralisi e congelamento di pensiero ed emozione: non può che tradursi in agito.
Giovanna non ha i mezzi psicologici per chiudere con Mario e ogni avvenimento anche insignificante la riconduce a lui.
Inizia a essere lei la stalker di Mario in un succedersi alternato di frustrazione e gratificazione.
Finché un giorno decide di presentarsi a Save: vuole superare il senso di colpa, di vergogna e l’isolamento in cui è per essere libera di vivere senza Mario.
La presa in carico di Giovanna diventa un luogo di ascolto e di pensiero, uno spazio di consultazione e contenimento, un momento di supporto e sostegno, dove sono accolti e considerati i suoi problemi.
L’obiettivo non è che cambiare Giovanna, ma come Save ci permettiamo di offrire la nostra competenza che ci qualifica come operatori in attesa che la sua libertà si giochi nel volersi appropriare delle strategie proposte e degli interventi per lei più idonei ad affrontare e rendere tollerabili i suoi problemi.
Lo sportello è aperto nei seguenti giorni e ai seguenti orari:
• orari diurni – lunedi, mercoledi e venerdi – dalle ore 10.00 alle 12.30
• orari pomeridiani – martedì e giovedì dalle ore 16.00 alle 18.30.
• sabato mattina ore 9.30 alle 11.00
Per i casi di emergenza vi è un numero di cellulare attivo 24 h su 24h, fornito all’utente al primo accesso.