Comunicazione di servizio: social sì, ma fino ad un certo punto

Da Romina @CodicediHodgkin

Allora, apro questo post con una comunicazione di servizio: vi prego, vi supplico, se arrivate alla mia pagina FB personale, scrivetemi due righe per dirmi chi siete. Il blog ha una sua pagina Facebook, una su Twitter e una sua casella mail. Lì può arrivare chiunque e va benissimo così, le ho create apposta per avere aperti con tutti voi quanti più canali possibili. Se arrivate lì, non ho bisogno di sapere niente. Sapete bene che rispondo a tutti sul blog e su tutti i social e sono ben felice di farlo, non potrei pensare di non farlo. Non ho problemi nemmeno con le richieste di amicizia che arrivano alla mia pagina personale ma, per favore, se arrivate lì, sulla mia pagina Facebook personale, scrivetemi due righe per dirmi chi siete e come mi conoscete. Il fatto che si possano avere dei contatti in comune tali da farmi venire qualche idea circa il come mi conoscete non è sufficiente per non presentarsi. Non accetterò più richieste non accompagnate da due righe (non chiedo tanto) di presentazione. Mi dispiace moltissimo, credetemi, iniziare a rifiutare le richieste ma mi sta sfuggendo un po’di mano la situazione e quindi devo un attimo recuperarla. Sono felicissima di avere un contatto con tutti voi tramite la rete, ma così la cosa non funziona più tanto bene, anche perché alla maggior parte di queste richieste senza presentazione non segue assolutamente niente, quindi perché non accedere direttamente alla pagina del blog che, tra parentesi, è segnalata proprio qui sulla home page del Codice?

Non volevo scrivere questo post, però, insomma, si tratta di educazione. In realtà, la colpa è mia che non l’ho detto prima. Per ovviare a questo inconveniente, avevo creato le pagine Twitter e FB del blog, ma il problema ha continuato a porsi. Che poi il problema non è più la singola richiesta. Il problema sono l’insieme delle richieste. Forse sono un po’ all’ antica ma essere presenti su un qualsiasi social network non significa, per me, essere tenuti ad essere social sempre e comunque, specialmente con persone che non si ha la più pallida idea di chi siano. Non chiedo di conoscere la vostra biografia, codice fiscale, cartella clinica, corso di studi, colore preferito e numero di scarpe. Ma due righe per dire “ciao, sono tizio e ti cerco perché seguo il blog” è una cosa che veramente richiede trenta secondi di tempo e che io ritengo un gesto rispetto perché, ripeto, mi sto riferendo alla mia pagina personale.

Non solo, mettetevi nei miei panni e cercate di semplificarmi la vita: io conosco voi attraverso un nickname (che poi magari è il vostro nome di battesimo) e vi riconosco, spesso, dal vostro indirizzo mail (che io posso leggere e che inserite perché io possa poi pubblicare il commento).  Quando mi cercate su FB, io ho un nome e un cognome che non posso a collegare ad un nick o ad un indirizzo mail. Siete tanti, non potrei mai riuscire a fare questo collegamento. Mica per niente…lo sapete che ho accettato persone che non ho mai filato perché non sapevo chi fossero per poi scoprire che erano commentatori abituali con cui qui mi son sempre fatta un sacco di risate? Ovviamente, ci sta che mi avranno preso per una social-schizofrenica (di qui ti rispondo, di là no) ma fare questi collegamenti per me è complicato…grazie al cielo siete tanti! Scrivere due righe è anche un modo per aiutare me a riconoscervi, perché vi garantisco che io mi ricordo di ciascuno di voi…

Grazie


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