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Comunicazione digitale/2: come far nascere e crescere una startup

Creato il 11 febbraio 2012 da Afrodite
Ammettiamo che vi siate stancati di inviare il curriculum alle aziende e di non essere mai contattati. Ammettiamo che abbiate un'idea e una gran voglia di provarci da soli. Ammettiamo che il vostro potenziale business si chiami startup...
Bene, anche in questo caso ci sono alcune cose che dovete sapere. I consigli su come far nascere e crescere un'impresa digitale sfruttando le opportunità della Rete vengono da un panel di esperti che si sono confrontati nel corso dell'workshop "Digital startup" all'interno del Forum della Comunicazione Digitale.
Esponenti a vario titolo di iniziative nate in questi anni per supportare la nascita di imprese innovative come Mind the Bridge (http://www.mindthebridge.org/), Wind Business Factor (http://www.windbusinessfactor.it/), Innovation Lab (http://www.innovationlab.it/), Innogest (http://www.innogest.it/) e Indigeni Digitali (http://blog.indigenidigitali.com/), si sono prodigati in suggerimenti utili a evitare gli errori di cui è costellato il difficile cammino degli startupper.
Innanzitutto, hanno sottolineato soprattutto Augusto Coppola di Innovation Lab e Alberto Onetti di Mind the Bridge, occorre formare un team: se ci si presenta da soli a chiedere un finanziamento, il fallimento è assicurato. "Se non è riuscito a convincere nessuno, come può essere un'idea vincente?", sarà il retropensiero dei vostri potenziali finanziatori.
Ovviamente un buon team da solo non basta. Occorre infatti che l'idea innovativa si trasformi in un business plan. 
"Occorre leggere il mercato, pena il fallimento del business", ha affermato Andrea Genovese di WBF, mentre Onetti ha sottolineato come questo sia "un processo che ha delle fasi e che può cambiare nel tempo".
Già, perché è sbagliato innamorarsi della propria idea e rifiutarsi di modificarla o addirittura di accantonarla per far spazio a un'altra, è stato l'ammonimento di Fabio Lalli di Indigeni Digitali.
E comunque, preparatevi a ricevere molte porte in faccia. Ergo, occorrono tenacia e determinazione (da non confondere con l'arroganza) insieme a una buona dose di umiltà, ha suggerito Augusto Coppola di Innovation Lab.
Ma come sempre a parlare sono soprattutto i numeri. E quelli forniti da Claudio Giuliano, di Innogest, sono molto eloquenti: in cinque anni si sono rivolte al fondo per  ottenere finanziamenti ben 2500 società e gli investimenti andati a termine sono stati 20. Quanti di questi ultimi poi avranno successo ancora non si sa, forse meno di una decina.
E' toccato a Onetti risollevare un po' il morale della platea, aprendo uno sguardo sullo scenario internazionale. Mind the Bridge infatti è nata per creare un ponte fra i talenti italiani e le opportunità offerte dalla Silicon Valley. Ma attenzione: questo non significa che le idee migliori nate in Italia vengano esportate negli Usa, anche perché oggi è anacronistico parlare di imprese italiane o americane, ormai si deve parlare di imprese globali. A questo proposito una case history di successo è quella di Funambol: finanziata con 33 milioni di dollari, dà lavoro a 50 ingegneri. A Pavia, non a Cupertino o a Palo Alto.
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