Che ruolo hanno avuto i mass media nella crisi attuale della Grecia?
Il voto di ieri cambia il corso degli eventi in Grecia e da spazio a chi ripercorre con spirito critico le campagne di informazione/disinformazione degli ultimi anni. Campagne che hanno avallato il depauperamento dei greci, come “giusta punizione per la lunga serie delle loro colpe”.
Il racconto della crisi non ha dovuto che seguire questo assunto iniziale con un addendo morale: colpevolizzare i debitori per giustificare sia le misure più drastiche, sia che svendessero i pezzi più redditizi della loro economia per ripagare il prestito europeo (non è già una contraddizione?).
Per riuscirci, a volte è bastato usare fatti veri piegandoli al corso del racconto, altre volte sono state inventate vere e proprie balle.
Alcune tra queste tesi in poco tempo sono diventate luoghi comuni, fatti fuori discussione, “evidenze” del tipo:
- «i greci lavorano troppo poco», invece risulterebbe che prima della crisi i greci lavorassero in media 44,3 ore alla settimana, ma la media Ue è di 41,7 ore;
- «i greci sono sempre in vacanza», invece risulta che i lavoratori greci hanno 23 giorni di vacanza all’anno, i tedeschi 30;
- «i greci hanno stipendi troppo elevati», invece risulterebbe che il livello salariale medio in Grecia è pari al 73% della zona euro;
- «i greci sono tutti baby-pensionati», invece risulta che i lavoratori maschi vadano in pensione in media all’età di 61,9 anni, invece in Germania a 61,5 anni;
- «in Grecia c’è un’eccessiva presenza dello Stato nell’economia», invece risulterebbe che tra il 2000 e il 2006 il rapporto tra spesa pubblica e Pil sia sceso dal 47% al 43%, e si era sempre mantenuto al di sotto del livello tedesco.
Potenza della comunicazione: la diffusione di questi luoghi comuni ha fatto apparire giusto e tollerabile in Europa e a molti greci una serie di provvedimenti grazie ai quali il reddito delle famiglie dal 2009 ad oggi è diminuito del 40%, gli stipendi del 34%, mentre la disoccupazione è salita dal 9% al 27%. E questo è pototo accadere perché economisti e giornalisti al seguito spiegavano che il rigore era la via per la rinascita. Rinascita? Ma quale rinascita si può ottenere licenziando senza rioccupare e svendendo agli investitori esteri i pezzi migliori dell’economia? Come nella vignetta sotto, al cadavere della Grecia la Merkel urla : «Tirati su! Sei a metà strada» e la Lagarde: «puoi ottenere altro tempo… se cooperi».
Katina Tass
Vedi anche: FirstMaster Magazine, Informazione, bugie e falsità.