Magazine Cultura

Comunità

Creato il 10 gennaio 2011 da Valepi
E' da un po' che mi interrogo sul senso di questa mia esperienza da blogger.
Conosco personalmente alcuni dei miei lettori e dei blogger che leggo più costantemente, altri ho imparato a conoscerli leggendoli, commentandoli e leggendo le loro risposte.
Sono entrati nella mia vita quotidiana proprio come se fossero persone che posso vedere ogni giorni e con cui posso confrontarmi su ogni cosa... a dire la verità forse da questo punto di vista racconterei ad alcune di queste persone cose che non racconterei al mio vicino di casa, per fare un esempio, ma sul fatto che sul web ci si apre più facilmente sono stati già scritti fiumi di parole.
Resta il fatto che già da un po' non riesco ad andare in salumeria senza pensare al profilo destro (o è quello sinistro?) di Simona e, il più delle volte, l'espressione che vien fuori non è delle migliori dal punto di vista della manifestazione del mio QI.
Mi sento in colpa perchè, dati gli impegni, non riesco a leggere tutti i blog che vorrei, spesso non riesco a rispondere e, non sempre quando riesco a rispondere posso poi controllare le risposte.... proprio come mi sentirei in colpa nel tirare un bidone ad
un'amica che non vedo da tempo.
Ma non è questo che volevo dire. Qualche giorno fa una delle blogger che seguo, una delle prime che ho iniziato a leggere, di cui ho letto talmente tanto da avere l'impressione (probabilmente fallace) di conoscerla personalmente, ha annunciato che per qualche tempo, per motivi personali, non scriverà sul blog. Ha dato appuntamento prossimamente ai suoi lettori, promettendo di continuare a seguirci e di continuare a confrontarsi con noi sui nostri blog, anche se il suo è momentaneamente in stand by.
Mi è dispiaciuto, ma è stato un po' come sentire da un'amico che starà fuori per lavoro per qualche tempo e che, per un po', saremo costretti a sentirci poco solo via sms.
Mi è andata bene: ho il contatto facebook di questa persona, le ho scritto in privato, spero di sentirla ancora e so che se volessi potrei contattarla attraverso questi contatti.
Non sempre va così, però.
Qualche tempo prima, un'altra delle blogger che seguivo più assiduamente ha scelto di cancellare tutti i suoi post e di non scrivere più nulla. La leggevo solo da poco tempo, ma mi ero affezionata parecchio: non stava bene, parlava spesso del suo malessere e di come stesse aspettando da un po' che un centro specializzato nel trattamento del suo problema liberasse finalmente un posto per poterla accogliere.
Non stava bene.
Descriveva spesso il suo malessere e dalle sue pagine traspariva una sensazione di solitudine infinita.
O almeno a me trasmetteva questo.
Non sono sicura che scrivere, e soprattutto leggere i commenti dei suoi lettori, le facesse bene. Non sono sicura che aver chiuso il blog non le abbia fatto bene. A ben vedere il blog per lei era forse una sorta di ancora a cui aggrapparsi nei momenti peggiori, un porto sicuro, ma non sono sicura che fosse esattamente questo quello di cui aveva bisogno.
Quando ha lasciato la comunità dei blogger ho sentito un senso di vuoto e di impotenza. Mi sono rammaricata per giorni di non averle mai scritto in privato e di non avere quindi un suo contatto mail, per chiederle come stava, mandarle un abbraccio, una parola di conforto, per dirle che io c'ero.
In realtà non ci sono stata. Non ne ho avuto modo.
Un po' come ci capita nella realtà, a volte.
E mi sono chiesta quale fosse il senso di questa community dove tutti, chi più chi meno, ci raccontiamo i fatti nostri, in modo più o meno ironico e più o meno romanzato, ci scambiamo un mare di abbracci e di baci, ma, escluse le persone che conosciamo personalmente, non siamo in grado di dire veramente come stanno i lettori che ci seguono o i blogger che leggiamo.
Qualche giorno fa ho notato che i miei lettori erano diminuiti di uno. Al momento non ci ho fatto troppo caso, poi ho controllato.
Lei non c'è più, il suo blog non esiste più e non mi è più possibile visualizzare il suo profilo.
Mi piace pensare che abbia intrapreso finalmente il percorso che la porterà a stare meglio e che tutto questo sia solo il risultato della sua rinascita.
Ma non sempre riesco ad essere così ottimista.
E mi sento superficiale e impotente... tanto.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :