Sabato 25 ottobre, al Doppio Teatro di Roma, è andato in scena Comunque, uno spettacolo originale e divertente, interpretato dall’autrice, attrice e regista Giorgia Mazzucato.
La pièce trae spunto da nove testi del grande scrittore, attore e autore di teatro Alessandro Bergonzoni, tra i quali “Le balene restino sedute”, “Anghingò”, “Zius Zigotes”, “Predisporsi al micidiale”, “Madornale33”, “Nel”, “La cucina del frattempo”, ricostruiti ad arte dalla protagonista fino ad ottenere un testo nuovo.
Il lavoro che viene fuori dalla rielaborazione, è la storia di Desirè (interpretata da Giorgia Mazzucato), una ladra inusuale, unico personaggio in scena per tutta la durata dello spettacolo.
Vestita in modo bizzarro e senza un criterio estetico ben definito, Desirè, in realtà, è il pretesto per la creazione di un mondo in cui vera protagonista della scena è la parola.
In Comunque, infatti, trionfa l’uso intelligente della parola: le connessioni e gli intrecci verbali, creano, attraverso un uso labirintico del linguaggio, immagini, invenzioni e racconti senza apparente significato, che nascondono in realtà una profondità concettuale e uno spessore molto rari.
Giorgia Mazzucato, nei panni dell’eccentrica Desirè, arriva a sorprendere il pubblico su molteplici livelli: giocando sul senso e sulle assonanze di concetti, l’attrice riesce a tenere lo spettatore incollato alla sedia rendendolo “schiavo” mentalmente dell’orizzonte logico,”illogico” e filosofico che verrà a crearsi di lì a poco.
Il messaggio che arriva al pubblico è in realtà più trasversale: oltre al complesso e sorprendente gioco di parole, Comunque consegna al pubblico l’immagine di uno spettacolo frutto del riflesso di un pensiero dinamico, un lavoro pensato e costruito, e non una messinscena preconfezionata per strappare qualche risata, o per distrarre il pubblico anestetizzandolo con facili banalità senza spessore.
Come bilanciamento alla complessità concettuale, capace di dare vita ad uno spettacolo ricco di ambiguità linguistiche e di metasignificati, la scenografia di “Comunque” è essenziale, definita da pochi oggetti di scena, tra cui una maschera da maiale (con la quale Desirè mette in atto la sua bizzarra rapina), una pistola e pochi altri elementi, utilizzati per raccontare il fluido di immagini che progressivamente prendono forma sulla scena, una dopo l’altra.
Nel flusso vertiginoso di parole che trascinano il pubblico verso il finale, ci si perde, travolti dal senso più profondo dello spettacolo e dalle istrioniche capacità dell’attrice (comunicative, espressive, tecniche).
Comunque, sarà replicato giovedì 30 ottobre 2014 presso Piccolo Teatro Don Bosco a Padova ed il 5, 6, 7 marzo 2015 all’ Accento Teatro di Roma (zona Testaccio).
Written by Sarah Mataloni
Foto di scena di Maria Beatrice Alonzi
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