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Con cézanne al museo d’orsay

Creato il 09 dicembre 2012 da Postpopuli @PostPopuli

di Nicola Pucci

Potrò apparire banale se annuncio al popolo dell’arte che il Museo d’Orsay di Parigi accoglie in uno spazio tutt’altro che sterminato la più alta concentrazione di capolavori al mondo. Orbene, oggi mi aggirerò tra queste meraviglie in compagnia di quel mostro sacro della pittura che risponde al nome di Paul Cézanne. Seguitemi.

Fu pittore originale e vigoroso, il provenzale. La forza penetrante dei colori e la capacità di riprodurre il reale colpisce nel primo capolavoro che ammiro, “Ritratto di Achille Emperaire” – 1867 -, sfortunato pittore amico di Cézanne, affetto da nanismo. La carica espressiva e l’intensità del volto, il corpo sproporzionato, le mani lunghe e ossute, le esili gambe quasi prive di vita, commuovono il mio occhio, attento e sensibile a catturare la disavventura umana.

CON CÉZANNE AL MUSEO D’ORSAY

Natura morta con mele e arance – http://www.copia-di-arte.com

Sono straordinariamente immobili e silenziose le meravigliose nature morte di cui Paul Cézanne può illustrare un vasto repertorio. “Natura morta in bianco e nero (vaso, caffettiera e frutta)” – 1867/1868 -, “Natura morta con cipolle” – 1896/1898 -, soprattutto “Natura morta con mele e arance” – 1899 -: è qui che l’artista manifesta inequivocabilmente la sua esigenza di esprimersi attraverso forme e colori.

Fu grande amico di Camille Pissarro, il nostro Paul, e il suo credo artistico subì il fascino della pittura en plein air: “La casa dell’impiccato” – 1872/1873 – è il primo, deciso approccio all’elemento più comune del movimento impressionista, ovvero il contatto diretto con la freschezza e la luce degli ambienti esterni. “La casa del dottor Gachet ad Auvers” – 1872/1873 -, “Il ponte di Maincy” – 1879/1880 – e “L’Estaque” – 1882/1885 – sono produzioni sontuose che annoverano Cézanne tra i più magistrali interpreti dell’era impressionista.

Non fu solo originale e vigoroso, immobile e silenzioso, impressionista e luminoso, Cézanne. Fu anche, soprattutto secondo alcuni, eccentrico ed enigmatico, con opere come la “Pastorale” – 1870 – in cui traduce probabilmente i suoi giovanili istinti erotici, così come fece gridare allo scandalo con “Una moderna Olympia” – 1873/1874 – e fu capace di incrociare perfettamente nudità e natura in “Tre bagnanti” – 1874/1875.

CON CÉZANNE AL MUSEO D’ORSAY

I giocatori di carte – naturacquario.net

Dovendo però citare l’olio su tela che prediligo del grande pittore francese nato ad Aix-en-Provence, vissuto benestante,  pilotato dal padre verso gli studi in legge, amico di Emile Zola e Victor Hugo, ecco che la mia scelta cade su “I giocatori di carte” – 1893/1896 -, un prodigio in cui il pennello di Cézanne coglie perfettamente la concentrazione dei protagonisti e lo stato di sospensione del momento. Così come la staticità e il forte desiderio di analisi e ricerca tornano a prevalere in un’altra opera della maturità, anzi della fase conclusiva del percorso artistico di Cézanne, “Donna con caffettiera” – 1895.

Mon Dieu, quanta beltà tra le sale del Museo d’Orsay.

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