![Con Dennis Lehane, tra morti ammazzati e follia](http://m2.paperblog.com/i/149/1492834/con-dennis-lehane-tra-morti-ammazzati-e-folli-L-jWbAMI.jpeg)
Uno si avvicina con qualche sospetto a un libro come questo - Fuga dalla follia di Dennis Lehane (Piemme) - le lettere gialle sulla copertina nera, il titolo che ha qualcosa di risaputo e sotto l'indicazione di genere - thriller - che non credo faccia bene nemmeno ai cultori. Guarda e si persuade: sarà il solito pasto di sparatorie e morti ammazzati, con tanto di killer psicopatico che è quasi un'ovvietà almeno dai tempi de Il silenzio degli innocenti. Insomma, quanto passa sempre o quasi sempre il convento.
E invece no, perché non è il genere che conta, ma la scrittura al servizio del genere. La scrittura che fa la differenza anche rimanendo nei territori usati e abusati dal genere. Succede se ti chiami Dennis Lehane. Se anche in una storiaccia come questa finisci per citare i Sonetti di Shakespeare e il Vangelo di Matteo. Se prima ancora di disseminare le pagine di cadaveri, fai un'autopsia ai tuoi personaggi. Se non ti tiri indietro per giocare quella partita tra il bene e il male che è di tutti, che è dentro tutti.