Tutto racchiuso in pochi metri quadarti, mia moglie ed io abbiamo visto una ragazza vestita da folletto che consegnava un foglio sul quale scrivere la letterina per i regali. Mia figlia ha fatto in pochi secondi due righe con un pennarellone, rigorosamente nero, dichiarando subito chiusa la missiva (considerando la lettera, sotto l’albero troveremo due rami secchi). Un BabboNatale seduto su una poltrona al quale mia figlia si è avvicinata con circospezione tenendosi a debita distanza, senza accennare il minimo sorriso e senza rispondere neanche a una delle sue domanda (forse su consiglio dell’avvocato). Due artisti di strada che si lanciavano dei birilli e si dondolavano su biciclette a una ruota cercando di condire il tutto con battute più o meno riuscite (più meno che più). Un altro BabboNatale che girellava scocciato con la barba storta tirando in aria manciate di caramelle e che, a un certo punto, si è fatto spazio per vedere lo spettacolino mettendosi anche davanti ai bambini (mi sembrava il BabboNatale di “Una poltrona per due”, ci mancava che frugasse nelle tasche del pubblico). Un tavolo con due tipi di pasta, farfalle e penne, e dei tappi di sughero per creare degli angioletti con la colla a caldo (nessuno dei quali è arrivato intero a casa).
Rientrati in auto per tornare a casa mia figlia ha ritrovato improvvisamente la parole e nel silenzio ci ha stupiti con: “E’ stato bellissimo.”