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Con "Il discorso del re" ogni pulpito vi darà un palpito

Creato il 21 febbraio 2011 da Dejavu
discorso ogni pulpito darà palpitoQuando qualche giorno fa mi sono recato al cinema per vederlo, non sapevo ancora perchè The King's speech durasse 111 minuti. Ma ora lo so: parla di un balbuziente che ci mette 5 minuti tra una battuta e l'altra ed è terrorizzato all'idea di tenere discorsi in pubblico. Vi chiederete: "e allora perchè non se ne sta a casa invece di costringersi ad una simile tortura?". La risposta sta nel titolo del film: il protagonista è il figlio di Re Giorgio V, condannato controvoglia a succedere al padre nel ruolo di imperatore d'Inghilterra a causa della dissolutezza morale del fratello maggiore che non può pertanto aspirare al trono. 
discorso ogni pulpito darà palpitoPer Bertie, ogniqualvolta il rituale pretende che rilasci una dichiarazione davanti agli occhi  indagatori di una moltitudine piuttosto che alle migliaia di orecchie che lo ascoltano alla radio la tachicardia e il blocco emotivo sono inevitabili.Lady Lyon, la consorte, partecipa con empatia ad ogni suo umiliante fallimento finché si risolve a consultare Lionel Logue, un sedicente logopedista di Londra il cui nome è preceduto dalla fama di usare metodi poco convenzionali ma efficaci.Il rapporto tra medico e paziente non partirà nei migliori dei modi, complicato anche dal titolo nobiliare che si pone come un limite alla confidenzialità nel trattare la dimensione privata dove, secondo il dottore, alberga la ragione della balbuzie.E questa causa emergerà lentamente dal profondo, a braccetto con la paura di ascendere al potere e di assumere tutte le spaventose responsabilità che il ruolo di regnante porta con sè.Il compito di Lionel diventa allora più complesso perchè volto a rieducare Bertie non solo alla parola, ma anche alla vita alla quale sin da bambino ha cercato di fuggire. Quando poi scoppia il secondo conflitto mondiale e Bertie si troverà ad essere l'unico punto di riferimento per la nazione di fronte al mondo intero, la resa dei conti con l'incapacità dialettica si presenta come un fatto drammatico al quale non ci si puà sottrarre, proprio come la guerra che, al confronto, viene spinta in secondo piano.   discorso ogni pulpito darà palpito
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discorso ogni pulpito darà palpitoIl discorso del re fila benissimo, sebbene a farlo sia un uomo che ha gravi difficoltà di pronuncia, perchè è un film sintatticamente perfetto anche nell'imperfezione della balbuzie resa magistralmente da Colin Firth, ed è  ironico in uno stile tipicamente inglese quando può esserlo e angosciante quando carica sulle nostre spalle l'ansia da prestazione. La simulazione dell'attesa che precede una comparizione pubblica del re, con i minacciosi microfoni in primo piano e la ripresa claustrofobica di stanze affollate che per quanto enormi e regali riescono ad incutere un senso di soffocamento è talmente insidiosa da incoronare anche noi, che non abbiamo alcuna aspirazione nobiliare, a vittime dello stesso onere. Ma la capacità narrativa del regista Tom Hooper sta soprattutto nel mostrare il contesto storico, politico e istituzionale della vicenda personale non con immagini potenti e spettacolari bensì tramite il solo suono delle parole e l'uso maniacale dei dettagli, formali quanto richiede l'etichetta di corte. Vi lascerà senza parole.

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