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Con kant nel…“paese dei balocchi”

Creato il 30 settembre 2010 da Pinomario
Sarà vero? Sociologi ed esperti della comunicazione dicono che l’obiettivo della pubblicità e delle tecniche di marketing è trasformare i consumatori in bambini! Questo renderebbe infatti più facile proporre e vendereprodotti…e sogni connessi! Sarà vero? Perché, se così fosse, si spiegherebbero meglio anche tanti altrifenomeni difficilmente comprensibili. Per esempio, quello che accade, in campo sociale e politico, in tema di consenso, elettorale ma non solo. Come spiegare, infatti, prolungati consensi e strane forme di “amore mimetico” verso capi, siano essi politici o altri personaggi pubblici in genere, che la storia, immancabilmente, si incarica, poi, di dimostrare rovinosi per il futuro di quelle comunità?Certo, appare semplicistica e, forse, una forzatura, la spontanea tendenza a spiegare questi fenomeni solo con la constatazione che i popoli, spesso, perdono la ragione, nonostante non si possa negare che anche questo accada! Una spiegazione del resto non troppo infondata se  diamo retta all’opinione di uno scienziato secondo cui l’uomo è tutto fuorché razionale: secondo E. Boncinelli, infatti, gli esseri umani sono razionalmente coerenti poche volte e per poco tempo! (..per inventare la… ruota ci abbiamo impiegato centinaia di migliaia di anni!). Ma è senz’altro vero, però, che sarebbe una troppo comodascorciatoia spiegare certi comportamenti collettivi solo con la perdita della ragione! E qui torniamo alla considerazione iniziale. Perché, se è vero che l’obiettivo strategico della pubblicità è trasformare i consumatori “adulti” inbambini e adolescenti, allora è ipotizzabile che, nei sistemi politici contemporanei, in cui la dimensione spettacolo è prevalente, l’associazione tramarketing e proposta politica sia alquanto naturale! E allora è anche molto probabile che la strategia per la ricerca del consenso comprenda la trasformazione deglielettori-consumatori in bambini e adolescenti! (del resto non è forse vero che, in Italia, l’intera struttura iniziale di un partito, diventato poi di maggioranza, sia stata messa su utilizzando addetti al marketing dell’azienda di proprietà del suo fondatore?)Bene, se questo accade, non abbiamo bisogno di ricorrere solo alla perdita della ragione per spiegare scelte elettorali o orientamenti, spesso irresponsabili, relativi alle questioni di interesse generale (politica, economia, istruzione…), orientamenti inspiegabili in società democratiche, dove i cittadini avrebbero la possibilità di scelte libere e ponderate, invece di affidarsi ciecamente nelle mani del “primo venuto”! Se la trasformazione degli elettori-clienti in bambini o adolescenti è una delle raffinate tecniche di controllo utilizzate nello scambio politico e nell’agone elettorale (e questo spiegherebbe anche la “violenza” della lotta per il controllo dei mezzi di comunicazione!), allora diventerebbe centrale un’altra questione.E forse si tratterebbe della veraquestione di oggi! Si tratterebbe infatti di un attacco in corso alla crescita della coscienza collettiva, reso più pericoloso dalle potenzialità tecniche contemporanee, ancora gelosamente strette nelle mani di pochi! Ma allora, come in tutti gli snodi e i momenti critici della storia delle società e dell’evoluzione culturale, la questione della convivenza nella “polis”, la questione politica,ridiventa, oggi, prima di tutto, una questione educativa, - nonostante il cinismo, l’ottusità e l’indifferenza diffusa verso questi temi.  Una questione educativa che può diventare un compito per chiunque e dovunque oggi!In questo caso, però, avremmo anche bisogno di ritrovare maestri degni di questo nome. Maestri che non divorino i loro allievi, maestri che non temano la libertà, maestri che sappiano imparare ancora più che insegnare, maestri non allenati solo a dare risposte ma guide sapienti nell’arte di porre domande, maestri che non soffochino la molteplicità e l’immaginazione, maestri che siano talmente autorevoli da guidare gli altri a camminare da soli, maestri capaci di lasciar andare i propri allievi, maestri che sappiano generare autostima negli allievi, non addestrandoli a giocare al ribasso ma invitandoli a guardare e a mirare in alto, maestri che nonspengano l’unicitàdei propri allievi conservandoli in permanente stato di minorità, maestri che sappiano trasmettere anche il bisogno di verità e dl senso, non considerando però la veritàe il senso loro proprietà ma piuttosto eventi che, ogni giorno, non smettono di rivelare qualcosa di sé a chi si fa mendicante e nomade!Ci sono ancora maestri del genere?... Beh!, intanto, potremmo cominciare richiamando alla memoriala lezione di un maestro antico, che più di 200 anni fa, descriveva ed invocava, l’esercizio della maturità. Forse, in questo modo, per noi, fermi, e incerti, ad un incrocio della storia, potrebbe diventare più agevole individuare la direzione di marcia della sola educazione immaginabile in un mondo adulto e plurale!
“ L’illuminismo è l'uscita dell'uomo da uno stato di minorità il quale è da imputare a lui stesso. Minorità è l'incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stessi è questa minorità se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi del proprio intelletto senza esser guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza…. La pigrizia e la viltà sono le cause per cui tanta parte degli uomini, dopo che la natura li ha da lungo tempo affrancati dall'eterodirezione (naturaliter maiorennes), tuttavia rimangono volentieri minorenni per l'intera vita e per cui riesce tanto facile agli altri erigersi a loro tutori. E' tanto comodo essere minorenni! Se ho un libro che pensa per me, un direttore spirituale che ha coscienza per me, un medico che decide per me sulla dieta che mi conviene, ecc., io non ho più bisogno di darmi pensiero per me. Purché io sia in grado di pagare, non ho bisogno dì pensare: altri si assumeranno per me questa noiosa occupazione. A far si che la stragrande maggioranza degli uomini … ritenga il passaggio allo stato di maggiorità, oltreché difficile, anche molto pericoloso, provvedono già quei tutori che si sono assunti con tanta benevolenza l'alta sorveglianza sopra costoro. Dopo averli in un primo tempo instupiditi come fossero animali domestici e aver accuratamente impedito che queste pacifiche creature osassero muovere un passo fuori del girello da bambini in cui le hanno imprigionate, in un secondo tempo mostrano ad esse il pericolo che le minaccia qualora tentassero di camminare da sole. Ora questo pericolo non è poi così grande come loro si fa credere, poiché a prezzo di qualche caduta essi alla fine imparerebbero a camminare…. È dunque difficile per ogni singolo uomo districarsi dalla minorità che per lui è diventata pressoché una seconda natura. E' giunto perfino ad amarla…” ( I. Kant, Che cos’è l’illuminismo)

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