Licia Satirico per il Simplicissimus
La conferenza stampa di Ferragosto del ministro Cancellieri, conclusa da una telefonata di supporto del premier in carica, si è concentrata soprattutto sulla spending review delle forze dell’ordine. I tagli previsti non devono essere né lineari né ciechi, ma mirati: «lavoreremo dunque affinché i tagli vengano fatti nella maniera più lucida possibile, per salvaguardare l’operatività delle forze dell’ordine». La titolare del Viminale ammette qualche leggero problema: «il turn over del personale ci può creare delle difficoltà operative, ma faremo le dovute verifiche. E faremo in modo che i tagli non intacchino l’operatività delle forze dell’ordine». Dall’alto della sua materna considerazione, la ministra smentisce tuttavia l’eventualità di ulteriori rimaneggiamenti: dai microfoni della trasmissione “Prima di tutto” di Radio1 annuncia che «ora dovremo cercare di ridurre il danno in modo da poter comunque garantire i livelli di sicurezza». Il che è un modo per dire che il danno è stato fatto e ora bisogna metterci una pezza, senza peraltro spendere un antieconomico centesimo in più.
Al di là delle sottili disquisizioni su taglio obliquo, lineare, longitudinale, lucido, opaco, lungimirante o ipovedente, resta il disastro dell’amministrazione della pubblica sicurezza dopo i fendenti già assestati dal governo Berlusconi. Pochi giorni fa Anna Lombroso ha riportato qui sul Simplicissimus la sconvolgente denuncia – inascoltata dal ministro e da parecchi organi di stampa – dei sindacati della Polizia di Stato, del Cocer dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e del Corpo forestale. Nel triennio 2012/2014 è previsto il blocco dell’ottanta per cento delle assunzioni, che scenderà al cinquanta solo nel 2015. Nell’arco di appena quattro anni si prevede un taglio mirato di un miliardo e mezzo di euro, che equivale a 18.755 agenti in meno. Nel frattempo il personale invecchia: con oltre 50.000 agenti in servizio tra i 41 e i 50 anni, sarà presto impossibile ogni forma di controllo del territorio (di controllo pubblico, s’intende). La Polizia di Stato ha un vuoto di organico di oltre 16.000 unità, che aumenterà ulteriormente fino alla cifra angosciante di 22.000 agenti tagliati “in modo da non intaccare l’operatività delle forze dell’ordine”, mentre quella penitenziaria, che vanta al suo interno il terribile primato del numero di suicidi, è sotto di 7.000 unità.
A queste prospettive la Cancellieri replica ipotizzando la futura creazione di una Centrale Unica della Sicurezza, che accorperebbe carabinieri, guardia di finanza e polizia. La legge ne prevede, in verità, la creazione da più di trent’anni, ma non è mai stata attuata: anche in questo caso ce lo chiede l’Europa, ma nessuno ha fretta. Nemmeno l’attuale ministro degli interni, che pilatescamente rinvia la questione ai politici della prossima legislatura. Dura la reazione di Enzo Marco Letizia, leader dei funzionari di polizia: l’unificazione di centralini e sale operative non potrà mai compensare il taglio di oltre 18.000 unità di personale e mai, soprattutto, «giustificare il continuo sforbiciare dei corpi di polizia».
Sarà la brutalità dei termini in gioco (tagli, sforbiciare, corpi, mirati), sarà l’esasperazione da macelleria sociale, ma forse abbiamo finalmente compreso cosa sia la spending review nell’era dei tecnici: è l’accorpamento metamorfico di entità diverse nate non per fusione ma per sottrazione, per depauperamento, per disperazione. È la creazione di 3,6 posti letto per mille persone invece dei precedenti 3,7, senza chiedersi dove finiranno le libbre di carne dello sciagurato 0,1, e sempre che i restanti 996, 4 abitanti godano di buona salute. È il pout pourri di province, tribunali, uffici nelle nuove geografie dell’efficienza burocratica. È la scomparsa delle facoltà universitarie con contingentamento dei docenti superstiti in megadipartimenti con risorse affidate al fund rising, che vuol dire “arrangiatevi” ma fa tanto trendy.
Alla sottrazione corrisponde l’incremento bulimico dei settori privati: fondazioni private, università private, sanità privata, carceri private e forse un giorno polizia privata. Il patrimonio dello Stato è in svendita, insieme ai diritti e allo stesso Stato che abbiamo conosciuto. Siamo sicure che il ministro Cancellieri cercherà coscienziosamente di ridurre il danno, tra un taglio lucido e uno mirato. Viene in mente una battuta di Groucho Marx su certe persone dalla mente aperta: si sente lo spiffero fin da qui.