Il Teatro Civile Festival è un appuntamento immancabile nella nostra estate. Una tre giorni di incontri, dibattiti, presentazioni, spettacoli in location suggestive, cantine aperte, aperitivi con caciocavallo podolico e vino d’annata, tanta bella gente, quasi sempre la stesa e tante belle teste con cui confrontarsi.
Quasi sempre un concerto in modus “scatascio” chiude la chermesse, dai MCR alla BandaBardò, da Caparezza agli Africa Unite passando per Roy Paci. L’estate del 2006 in cui ad esibirsi fu Roy Paci, resterà negli annali del FestambienteSud come una leggenda che di anno in anno ci si racconta passando di bocca in bocca. Il poliedrico palermitano dal polmone in acciaio, infatti, adocchiò un esile e tarantolata donzella, alticcia e lanciata a tutta forza in balli sfrenati, la sottoscritta, e la volle con se sul palco per tutta la sera, il resto poi è storia.
Ieri era l’ultimo giorno della manifestazione targata 2010. Che facciamo non ci andiamo? E certo che ci andiamo, possiamo mica mancare. Il “gran” concerto era stato anticipato e nella serata conclusiva di ieri era previsto un aperitivo in salsa jazz e una rappresentazione teatrale. Ottimo. Ci portiamo anche la rana così respira un po’ di aria buona e fa public relation.
Arriviamo. Parcheggiamo. E d’impatto ci accorgiamo che oh no! … che? Oh, no … questo non è un paese per bambini. Tra case, casine e casette bianco candido, con gerani rossi sui balconi si snodano, decine, centinai, milioni di scale, scalette e scalinate che si annodano e si aggrovigliano in vicoli stretti e suggestivi, meravigliosi per carità, ma per nulla a misura di nano. Per di più con il passeggino.
Ok lo ammetto primo di partire c’eravamo buttati giù un cicchetto, e ceravano totalmente scordati la composizione architettonica del paese, ma mai avrei immaginato che attraversare un paesino di montagna con un nano fosse tanto faticoso. Se poi il nano diviene poco collaborativo le fatiche raddoppiano. Non c'era altro da fare che caricarsela sul groppone ed andare. I punti da raggiungere erano sadicamente collocati in zone ad accesso limitato. Per noi si intende. All’apice di scalinate interminabili o in rioni in cui per arrivarci avrei volentieri fittato un deltaplano piuttosto che scarrozzarmi km di sampietrini disconnessi.
La colpa è nostra. Finché ci vai in coppia in posti cosi, tutto e meravigliosamente ispirante, tranquillo e romantico in tre diviene un inferno di saliscendi ingarbugliati e infiniti. Ma noi sadici, dovevamo provarlo di persona.
Con il fiatone e una manciata di santi tirati giù dal calendario arriviamo all’aperitivo.
Vino per noi e tocchetti di scamorza alla rana.
In conclusione la serata è trascorsa tranquilla almeno fino a quando nel silenzio tombale del teatro all’aperto la rana non ha scoperto l’effetto che fa, fare la protagonista, gettando frasi disconnesse a tutto volume e vedere le occhiatacce dei vecchi bigotti, fulminarla e fulminaci, parecchio contrariati.
Risate sotto i baffi e poca voglia di fermarla perché era un spasso sentirla dire:
“bello appello gnora, mio appello!” indicando un orribile panama con fascia a fantasia provenzale.
Tutto sommato Agosto assunto in dosi serali e sopportabile e godereccio.
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Intro Song:
"Eugenio Bennato è la voce che porta il sud in ogni casa e fà vivere emozioni e ritmi ormai persi ma sempre vivi nel cuore di noi del Meridione!"
cosi qualcuno commentava nel forum del Festival di Sanremo del 2008 in merito alla canzone che Bennato, fratello del piu noto e decennale cantastorie Edoardo, aveva presentato alla chermesse che piu nazional popolare non c'è.
Eugenio come il fratello fa parte della scuola di cantautori napoletana ma a differenza del fratello si occupa di ricerca e riscoperta di musice tradizionali. Nel 1969 fonda la Nuova Compagnia di Canto Popolare, all’epoca il primo e più importante gruppo di ricerca etnica e revival della musica popolare dell'Italia del Sud.
Nel 1998 fonda il movimento "Taranta Power" che, sulla scia di uno straordinario rinnovato interesse del grosso pubblico giovanile per il ritmo della Taranta rcome ituale, propone nuove strade per la promozione della Taranta che sfruttino diverse forme di creatività artistica (musica, cinema, teatro), “Taranta Power”(1999) diviene anche un lavoro discografico: la sintesi musicale di un movimento che segna una frattura con il passato modo d’intendere la musica popolare in Italia.
Song: Eugenio Bennato - GRANDE SUD
... e a me puntuale scende la lacrima quando sento ste canzoni!!