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CON LA VALIGIA PRONTA...(post scritto da un letto d'ospedale)

Da Mammapiky @mammapiky

CON LA VALIGIA PRONTA...(post scritto da un letto d'ospedale)E così siamo in quattro, in realtà sono già nove mesi che lo siamo e forse, mentalmente, anche di più ma oggi quel numero ha una valenza più concreta, ha un nome e un futuro che ci aspetta, non appena la valigia, posata sulla sedia davanti a me, varcherà la porta di casa.
E' sabato mattina e distesa su questo letto di reparto, assaporo la gioia che tra poco usciremo da qui, per ricominciare da dove avevamo lasciato.
Ci saranno degli stravolgimenti questo è sicuro e, per certi versi, ci sono già stati.

Cestino da figlio unico di lunedì a fratello maggiore di sabato. Scatto di carriera e responsabilità niente male, in soli sette giorni!
Il Principe che provato da notti insonni e giorni con poca logica, dovrà comunque rimettersi alla guida di questa macchina d’epoca che viaggia a velocità Ferrari. Io, mamma bis, che ho già capito di dover riconsiderare il concetto di riposo e valutare altri modi e sfaccettature, per il disbrigo della pratica sonno.
Ho addosso un’anomala carica adrenalinica, che mi servirà (si spera), come boa di salvataggio.
Tre anni fa, al suo posto, un buco cosmico da dove ammirare l'abisso.
Ovvio, e non mi vergogno nell'ammetterlo, che il primo pensiero è per Cestino, il più dilaniante per lo meno, e al come dargli un filo conduttore tra la sua vita d prima e quella che inevitabilmente, l'aspetta. Le sue manifestazioni d’insofferenza sono più che evidenti e questi giorni lontano da Mamma Piky, hanno lasciato il segno.

"Mamma io voglio te" è delle frasi che farebbe vacillare anche Amy Chua, e a nulla valgono i tentativi del Principe "Non ti preoccupare, lascia fare a me".
La paura di non farlo sentire abbandonato, la voglia di occuparmi di lei, la necessità di dimostrargli che se tutto cambierà, sarà in meglio e in più rassicurarlo e rassicurarmi, sono passi da fare tutti insieme per essere coordinati, il problema sarà farli bene.
Sono pronta?
E' sabato, l’ora di pranzo è passata da un po’, noi siamo ancora in questa stanza ad attendere, manca poco ormai, sembrerebbe una sola firma. Un sospiro accompagna il coraggio, e mi vesto. Lentamente. Fa caldo qui dentro, mi asciugo una goccia di sudore lungo la fronte. Poi una risata lungo il corridoio, una piccola voce che conosco, un "mamma" con tante ‘a’ finali.
Sorrido, mi sistemo i capelli.
Sì, sono pronta.
 

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