TRAMA Adele è una giovane liceale golosa di cibo e di sesso, che scoprirà quanto possa essere insapore una vita senza amore. RECENSIONE Chi conosce il cinema di Kechiche in Vita di Adele troverà una summa del suo cinema in quanto vi ritroviamo una componente letteraria e scolastica (La schivata), una alimentare (Cous cous) e una fisica (Venere nera). Tutte queste componenti sembrano, equamente distribuite, scandiscono questa storia di formazione che segue da (molto) vicino la crescita di Adele, da liceale a insegnante.
Innanzitutto
vi sono le numerose scene scolastiche che ci spiegano la bellezza e l’attualità
di Marivaux (già al centro del suo secondo film) e di Sartre.
Poi
vi sono le scene in compagnia, in cui l’imperativo è mangiare, e infine quelle
d’intimità, in cui si esplorano i piaceri del corpo.
La
macchina da presa pedina la propria protagonista senza tregua, senza pudore,
per trasmetterne l’autenticità. Il cinema dell’autore tunisino è un cinema che stimola
lo spettatore su tutti i fronti: mirando al realismo assoluto nello stile, l’occhio
di chi guarda è quello di un testimone intimo, voyeur, mentre per il contenuto procede a blocchi
narrativi simbolici, che costringono l’osservatore a colmare gli spazi.
Adele
scopre presto che le piacciono i piaceri: che siano del palato o della carne,
poco importa, la ragazza ha capito come godersi la vita senza che ciò faccia di
lei una libertina, una lolita, o una Emmanuelle.
La
vie d’Adèle sdogana l’istinto e la passione sessuale così come l’anno scorso
Amour sdoganava la morte. Entrambi i film mostrano senza compromessi la cruda
realtà e trasformano gli spettatori in partecipi voyeur. Entrambi i film hanno vinto la Palma d'oro a Cannes con una menzione speciale per le interpretazioni.
Entrambi hanno destato grandissimo scandalo ed entusiasmo, eppure parlano di due temi
reali e naturali come il sesso e la morte, che a ben pensarci raramente sono
affrontati con onestà. Eros e Thanatos sono infatti ancora dei tabù che a
quanto pare solo il cinema francese è in grado di far cadere per mostrare la
vita per quello che è.
VOTO: 8-
