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Con POLSA la Polonia scommette sullo spazio

Creato il 19 gennaio 2015 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
Con POLSA la Polonia scommette sullo spazio

Lo spazio extraterrestre rappresenta uno dei nuovi teatri geopolitici che si vanno delineando in questa fase di transizione uni-multipolare. Esso infatti sta divenendo un nuovo paradigma di confronto – oltre a quelli classici di terra e di mare – dei grandi attori globali. Proprio in questo ambito Cina, Russia, India e Giappone stanno cercando di acquisire posizioni e competenze, guadagnando terreno sugli Stati Uniti, che per anni ne hanno senz’altro rappresentato l’attore indiscusso. Il vuoto creatosi a seguito della fine della competizione russo-americana che deteneva un duopolio è stato ricoperto, dopo un periodo di stasi, da nuovi attori globali mediante lo sviluppo di programmi spaziali che ha prodotto un avanzamento tecnologico nel settore e il lancio di numerosi satelliti finalizzati ad accaparrare una delle maggiori risorse del terzo millennio: l’informazione. Ecco perché la corsa allo spazio extraterrestre è divenuta un’essenziale priorità per le nuove esigenze geo-strategiche e militari. Ciò tanto è vero se si considera che ormai i moderni sistemi di difesa, grazie alla dotazione tecnologica che li connota, sono marcatamente caratterizzati da una sempre maggiore connessione tra potere militare terrestre e capacità di controllo dei sistemi in orbita. Settori quali quello delle telecomunicazioni, dell’osservazione terrestre e della navigazione indicano, infatti, l’evidente e preziosa valenza strategica della componente spaziale per i nuovi assetti militari1.

La corsa allo spazio è inoltre giustificata dal fatto che esso, senz’ombra di dubbio, rappresenta per Paesi un’occasione di sicure opportunità di sviluppo. Ne costituiscono un chiaro esempio quegli Stati (USA, per citarne uno) che investendo in questo settore hanno ottenuto effetti del tutto positivi nel medio lungo periodo. Per tali ragioni oggi l’esplorazione dello spazio sta nuovamente tornando alla ribalta grazie all’attività delle grandi potenze impegnate in programmi e obiettivi sempre più ambiziosi. Un esempio è, ancora una volta, la politica spaziale statunitense che, oltre a spostare i suoi obiettivi verso Marte, è inoltre orientata alla cattura di asteroidi per studiarne le caratteristiche e valutarne i rischi collaterali. Vi è poi l’obiettivo perseguito dai russi di creare una base permanente sulla luna per il 2030; e poi ancora il progetto della Cina che sta addestrando i suoi uomini per realizzare il proprio viaggio lunare.

Ma oltre alle politiche dei grandi attori si evidenzia come anche gli Stati più piccoli stiano destinando molte delle proprie risorse nella ricerca spaziale. Ne rappresenta un chiaro esempio in tal senso la fondazione dell’Agenzia Spaziale Polacca “POLSA”, nata con il preciso obiettivo di coordinare le varie fasi dell’attività di esplorazione al fine di migliorare l’operato dell’industria aerospaziale. L’idea di creare quest’agenzia viene perseguita già da parecchi anni dai membri della comunità scientifica polacca, a fronte anche dell’alta qualificazione e specializzazione che gli ingegneri hanno acquisito nel corso del tempo e che hanno consentito di raggiungere ragguardevoli risultati che hanno offerto un grande contributo, in termini di strumenti tecnologici, alle più prestigiose missioni spaziali2. Tale processo di crescita ha avuto inizio nei primi anni ’90, allorquando il Paese ha messo in piedi il progetto di cooperazione con l’Agenzia Spaziale Europea (della quale è membro dal 2012) che ha permesso agli ingegneri polacchi di acquisire conoscenze e competenze ulteriori grazie al confronto con colleghi francesi, inglesi, italiani e tedeschi.

Nel corso di questi anni, inoltre, la Polonia è riuscita a specializzarsi in alcuni settori specifici, tra cui quello di esplorazione del sole attraverso i raggi x e nella misurazione delle onde magnetiche; campi questi in cui la ricerca risulta essenziale per la messa in sicurezza delle operazioni degli astronauti nelle stazioni spaziali che possono subire danni da parte dei flussi di particelle provenienti dai bagliori solari3. Tra gli intenti della nuova agenzia vi è dunque quello di porsi a totale servizio della ricerca, garantendo pieno sostegno all’apparato universitario da esplicarsi sia attraverso appositi programmi di raccolta fondi, che con l’acquisizione di nuovi contatti, nonché con l’avvio della produzione di nuove tecnologie aerospaziali4. Tali obiettivi verranno certamente raggiunti attraverso un adeguato coordinamento capace di effettuare una accurata divisione di compiti tra i vari ministeri coinvolti e le altre istituzioni statali interessate, con un ruolo di rilievo che verrà certamente assunto dall’Agenzia Polacca per l’Impresa e lo Sviluppo e dal Centro di Ricerca Spaziale dell’Accademia Polacca delle Scienze (SRC PAS)5.

Attraverso POLSA la Polonia mira così ad accrescere la sua competitività in Europa, puntando a diventare un leader nel mercato globale per quei prodotti su cui sta investendo e si sta specializzando6. É inoltre importante ricordare che nel gennaio del 2013 vi è stato in Italia un incontro tra l’ASI (agenzia spaziale italiana) e una nutrita delegazione polacca in cui è stata proposta la creazione di un gruppo di lavoro congiunto per approfondire la ricerca nelle aree di comune interesse.

Dal canto suo l’Italia, che comunque si è sempre distinta per l’importante ruolo ricoperto nel settore, sia a livello europeo che a livello mondiale (basti considerare che è stato il terzo Paese, dopo USA e URSS, ad effettuare nel 1964 un lancio orbitale), dovrebbe sfruttare ulteriormente le sue potenzialità, rilanciando le sue politiche in tale settore. Ciò dovrebbe essere fatto in un ottica prettamente europea, passando attraverso l’elaborazione di un’adeguata strategia opportunamente sostenuta da scelte politiche lungimiranti, che preveda la messa in campo di una avveduta programmazione elaborata all’interno di un nucleo omogeneo, costituito delle varie componenti del sistema spazio Italia, e che operi in modo sinergico. Tali politiche dovrebbero inoltre incentivare la ricerca scientifica e tecnologica, offrendole una più ampia dimensione europea e internazionale al fine di portare al di fuori dei nostri confini le grandissime competenze che l’Italia può vantare in questo settore.


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