Aumenta la disoccupazione (dati Istat: il tasso a febbraio risale al 12,7%). Ma dal governo promettono un milione di posti di lavoro e twittano che ci sono 79 mila nuovi contratti a gennaio-febbraio 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014. E’ un trucco: non ci sono più occupati, ma nuovi contratti per chi già era occupato. Le imprese si prendono gli incentivi sui contratti a tempo indeterminato predisposti in legge di stabilità (fino a 24.000 euro in 3 anni) fingendo di stabilizzare 79 mila lavoratori già occupati in previsione dei decreti attuativi del Jobs Act, che consentiranno ai datori di lavoro di licenziare senza fatica anche gli indeterminati fino al terzo anno di contratto. Aumentano le tasse (dati Istat: Nel quarto trimestre 2014 la pressione fiscale è salita al 50,3%, +0,1%). Ma dal governo twittano di aver ridotto la pressione fiscale con gli 80 euro di cuneo e la riduzione dell’Irap del 10% per le pmi. Ma anche questo è un gioco di prestigio, tra l’altro mal riuscito. Gli ottanta euro il governo neppure li ha dati a tutti che se li è subito ripresi con tanto d’interessi grazie a Imu, Tari, Tasi, Irpef, canone Rai, accise sui carburanti, imposta sui risparmi e l’Iva pronta ad aumentare di nuovo, se fallirà il piano di salvataggio legato a quattro mandate ai denari recuperati da spending review e lotta all’evasione fiscale! Poco meno di un’aspirina, poi, la riduzione dell’Irap alle pmi, sbandierata dal premier, che ha un’incidenza minima sul Total Tax Rate (TTR) delle piccole imprese. Dai calcoli del Centro studi Cna emerge che il TTR calerà di appena 0,6 punti percentuali. Dal 63,8% si passerà al 63,2%! Non è così che il Paese si salva dalla bancarotta. Non è a colpi di slogan e di slide che gli italiani si tirano fuori dalle paludi della crisi. Non è nascondendo la polvere sotto il tappeto che si fa pulizia. Non è affogando la realtà in un mare di balle che si salva l'Italia. Ma soprattutto non è con la riduzione di democrazia e la svalutazione del lavoro che si riducono sprechi, ruberie, corruzione, evasione fiscale, debito pubblico, disoccupazione e povertà!