The Hole in 3D, presto nelle sale
La paura arriva sul grande schermo in versione 3D (dall’11 giugno), con The Hole in 3D, il thriller di Joe Dante che esplora le paure e i segreti sepolti nel profondo dell’animo umano. “Sono cresciuto nell’adorazione dei film dell’orrore popolati da mostri e strane creature e di conseguenze ho diretto un certo numero di horror oltre a film di maturazione come Gremlins e Matinee. Ma nessuno dei film da me realizzati fino ad oggi conteneva quel mix di elementi terrificati e profondo dramma umano che possiede questo”.
L’adolescente Dane si trasferisce col fratellino Lucas e sua madre Susan in una nuova casa in periferia. Inizialmente il ragazzo non si trova a suo agio, rimpiangendo la sua vecchia vita a Brooklyn, ma ben presto conosce Julie, la sua vicina di casa, e si prende immediatamente una cotta per lei. La routine giornaliera viene però immediatamente rotta quando Lucas trova nello scantinato della casa una botola chiusa con numerosi lucchetti; lui e suo fratello la aprono ma non trovano nulla, solo un buco apparentemente senza fondo. Ma quella stessa notte cominciano ad accadere cose strane e inquietanti: tra bambine fantasma e pupazzi che prendono vita, dal buco sembra fuoriuscita una forza soprannaturale!
C’era un tempo non molto lontano, ovvero gli spesso celebrati anni ’80, in cui si producevano così tanti film dell’orrore che si finì per traghettare questi prodotti verso target molto diversi tra loro. Tra splatter e horror psicologici c’erano così anche prodotti per un pubblico più giovane, di veri e propri ragazzini; horror leggeri che non contenevano scene di vera violenza ne nudi e sangue, ma puntavano più che altro sul facile raccapriccio, effetti speciali e su qualche innocuo spavento. Si trattava di film che avevano per protagonisti gli stessi ragazzini target delle opere e si chiamavano, ad esempio, “Non aprite quel cancello” e “Scuola di mostri”.
Però uno degli esempi più celebri del filone, nonché piccolo capolavoro del cinema di genere, è “Gremlins” di Joe Dante, lo stesso autore che firma questo “The Hole 3D” che sa di revival lontano un miglio. Ma procediamo per distinguo. “Gremlins” non era solamente un buon horror per ragazzi ma anche un film dai ritmi perfetti, dalla struttura narrativa impeccabile e capace di creare una mitologia in grado di influenzare prodotti successivi. “Non aprite quel cancello” e affini, invece, erano semplicemente dei divertenti b-movie dalla giusta alchimia di caratteri che li facevano particolarmente appetibili a pubblici adolescenti e che probabilmente sono considerati oggi dei cult solo da quella generazione che ha potuto conoscerli quando era in età giusta per farlo.
La "bambina fantasma" del film
“The Hole 3D” appartiene indubbiamente più a questa seconda categoria, volendosi rivolgere oggi a quegli spettatori adolescenti o anche più piccoli per cui l’adrenalina dello spavento è data da elementi a loro potenzialmente più vicini, come giocattoli inquietanti, compagni di giochi defunti e figure genitoriali non proprio ideali. Dante gioca con le paure infantili, ma lo fa con la consapevolezza di rivolgersi a un pubblico in età scolare, dunque tenendo sempre il freno su qualunque cosa possa realmente spaventare e concedendo fin troppe volte la mano all’ironia stemperante. A conti fatti quello che Dante ha definito “un horror per famiglie” piuttosto che al suo “Gremlins” somiglia a quei libricini della collana “Piccoli Brividi” che spopolavano tra gli adolescenti di un decennio (o poco più) fa. Brividi talmente “piccoli” da risultare molto più che innocui.
Dante confeziona dunque un prodotto che non convince, o meglio, non convince tutti. La vicenda ha molto di già visto proprio in funzione delle meccaniche di genere adolescenziale e pre-adolescenziale (la cotta per la vicina di casa, il rimpiangere la città con il successivo immediato adattamento alla periferia, i battibecchi tra fratello minore e maggiore, le figuracce da imbranato del protagonista, e via dicendo) e non sembra avere un’idea sufficientemente forte alla base per giustificare un lungometraggio.
Insomma, “The Hole 3D” è la storia di un buco che materializza le peggiori paure, un pretesto per sfoggiare una morale trita e ritrita che recita più o meno “per vincere le proprie paure bisogna affrontarle”. Per far ciò si ricorre a singoli espedienti che se slegati dal contesto risultano anche efficaci per la messa in scena che ricorda i suddetti film anni ’80. Mi riferisco in particolare alla scena in cui un malefico pupazzo dalle sembianze di un puppetmasteriano giullare instaura una feroce lotta con il piccolo Lucas. Anche la prima apparizione della bambina fantasma (che ricorda molto, forse involontariamente, la Melissa Graps di “Operazione paura”) non è affatto male, ma il problema risiede sempre lì: se visto nel suo complesso il film è davvero poca cosa, banale e troppo infantile.
La locandina di The Hole 3D
Come si evince dal titolo, il nuovo film di Joe Dante utilizza la moderna tecnologia della stereoscopia digitale, ma non la sfrutta affatto e quel 3D ormai d’obbligo per molte produzioni è un piccolissimo espediente per mostrare solo un paio di scene in cui gli oggetti si spingono verso lo spettatore, davvero pochissimo per giustificare il prezzo maggiorato del biglietto. Il cast comprende giovani e giovanissimi che hanno il volto di Chris Massoglia (“Aiuto Vampiro”), Haley Bennett (“Io & Marley”) e Nathan Gamble (“The Mist”), accompagnati dall’adulta Teri Polo (“Ti presento i miei”). (Per saperne di più visita Horrormovie.it).
“In The Hole in 3D i giovani personaggi ostentano la stessa arrogante e divertente spavalderia che hanno i ragazzi nella vita reale. – ha detto il regista – Il mio obiettivo è far sì che il pubblico si identifichi con personaggi gradevoli e credibili e che si preoccupi di quello che potrebbe succedergli indipendentemente dalla stranezza della situazione nella quale questi verranno a trovarsi. E’ questo aspetto che mi ha portato ad optare per le 3-D, il cui uso in questo film ha l’obiettivo di permettere al pubblico di calarsi completamente nella storia e non di farlo trasalire sulla sedia: una volta che lo spettatore si sarà appassionato alle vicende dei personaggi e si sarà unito a loro nella ricerca che li porterà a svelare il misterioso segreto, il viaggio diventerà più intenso e folle. I colpi di scena più bizzarri sono accompagnati da atteggiamenti umoristici dei personaggi ma la conclusione è sinceramente toccante e credo anche drammatica in una maniera assolutamente inaspettata per un film di questo genere, specialmente presentato in 3-D”.
Per sostenere il lancio della pellicola nei principali Centri Commerciali italiani gli ingressi, le uscite, i cambi di piano, le scale mobili e gli ascensori, saranno presidiati da Floor Graphics che rappresentano una grafica ispirata all’artwork del film, in tema col mood della pellicola.
La tecnica del 3D è stata inoltre riproposta nelle maxi affissioni installate nelle principali arterie stradali della capitale: presso viale di Tor di Quinto e presso la stazione ferroviaria Trastevere, provocando già in questi giorni grande curiosità tra i passanti, con ‘arti’ pronti ad uscire letteralmente dal cartellone, come potete vedere dall’immagine qui sotto.
- I cartelloni in 3D che promuovono il film