La Galleria La Rinascente di Padova ospita dal 19 settembre al 19 ottobre 2014 la personale di Erik Ballotta, intitolata “Con tutta la forza”. La mostra, organizzata dall’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Padova, è presentata dallo scrittore e curatore di esposizioni Michel Pelucchi e dalla regista teatrale, specializzata in storia dell’arte Leda Borghero.
Erik Ballotta, classe 1975, ha frequentato scuole artistiche a Padova e Venezia, studiando contemporaneamente musica e interessandosi di poesia. Ha partecipato a varie esposizioni e vive in provincia di Padova.
Quello che salta subito all’occhio è proprio la “forza” con cui questi quadri si esprimono allo spettatore, in tutta la loro “crudezza”, senza risparmiargli niente, senza nulla celare. La pittura di Erik Ballotta, volta ad una conoscenza intimistica della psiche, può essere inserita in quel filone d’indagine definito come “splatter”.
La scelta cromatica è stridente e di forte impatto, e vede un’alternanza di tinte forti, colori accesi che si uniscono a tagli, colature di colore. Le figure umane sono stravolte, rinchiuse in quelli che appaiono luoghi privi di orizzonti o vie di uscita.
I quadri sono di piccole dimensioni, quasi si avvertisse l’urgenza di tenere tutto sotto controllo, di non perdere mai la prospettiva. I materiali, preparati personalmente, consentono di elaborare al meglio la tecnica pittorica che caratterizza Ballotta, costituita da una prima fase di stesura del colore che evolve in successive raschiature e manipolazioni che portano la superficie a ridursi alla pura essenza.
“Con tutta la forza” non è solo un titolo, bensì diviene l’atteggiamento stesso di Erik Ballotta dinnanzi alla tela bianca, l’anima nuda, graffiata e violenta. Un pericolo incombente sembra ghermire le opere, un’aura angosciante le cinge. Si ha l’impressione che l’artista abbia incontrato qualcosa di terribile, e che voglia liberare se stesso.
Comunicarlo con ferocia agli altri. A tal proposito colpisce “Uomo con coltello” che riprende la solitudine e la disperazione dell’urlo di Munch, qui trasformato in un gesto di rabbia, trattenuto da un corpo irrigidito dallo sforzo. Sullo sfondo si coglie la medesima prospettiva claustrofobica che accenna a porte e finestre invalicabili.
E concludo con quanto Erik Ballotta ha dichiarato a proposito del suo concetto di arte: “L’Arte è tale quando dà qualcosa alle persone, quando comunica loro nel profondo, quando causa loro una stretta al petto. Spero che le mie opere si rivelino dentro le persone attraverso una viva commozione, in caso contrario ritengo che esse abbiano fallito, che la loro storia sia andata persa”.
Un uomo che “scava” nella materia fino all’essenza della psiche, anteponendo l’eternità della conoscenza a quella della sua stessa arte, sicuramente non può avere fallito. Ha introdotto qualcosa di innovativo, ed è quindi degno della nostra più totale attenzione.
Written by Cristina Biolcati