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Concedetevi un Macro!

Da Leggere A Colori @leggereacolori
TIRELLI_MACRO_Testaccio_05A Roma, negli antichi locali della Birreria Peroni, prodigio dell’archeologia industriale, esiste oggi un’interessante realtà espositiva, frutto di un’ardita architettura di Odile Decq che ne sintetizza vocazione odierna e storia territoriale. Il Macro, Museo di arte contemporanea di Roma, contempla due sedi: una lungo via Nizza fra Porta Pia, La Sapienza e Piazza Fiume, a metà strada fra i bagliori della capitale felliniana di via Veneto e i laterizi nascosti delle arterie operaie di via Alessandria; una seconda a Testaccio, prossima al Tevere, nei locali dell’ex Mattatoio, location d’elezione per performance e sperimentazioni artistiche. Roma ha puntato molto negli ultimi anni sulla contemporaneità più esplicita confermando un trend che dall’inizio degli anni ’70 l’ha vista fra i protagonisti della scena artistica europea grazie alla presenza di gallerie di punta promotrici di nuovi scenari culturali e di artisti e critici che vi hanno fissato dimora. Puntare sul contemporaneo non è semplice; non è semplice in primo luogo per Roma che da sempre deve e vuole convivere con il suo immaginario consolidato fra presenze di opus mixtum di lunga memoria e fervore berniniano. Ma la difficoltà maggiore per Roma, come per ogni altro luogo che punti sulla contemporaneità, è impegnarsi a superare il muro dell’effimero e creare permanenza dando vita a cultura oggi e a patrimonio domani. Il Macro oggi ha a Roma ha preso in carico il suo compito con estrema lucidità individuando manifestaz Continua a leggere

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