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Concentrato di blogger

Creato il 20 agosto 2010 da Lucas

 

Concentrato di blogger

Fonte foto: web

 

Alba, risveglio, stanchezza, poca voglia di alzarsi. Primi pensieri del giorno, liberi, post-onirici. Ripeto: stanchezza e nessuna voglia di dirigerli, questi pensieri, verso un punto preciso. Essi, svincolati, spaziano intrecciando i miei vissuti con gli accadimenti pubblici. Sentire la propria mente in azione nella penombra mattutina, percepire come là dentro stiano lottando notizie, informazioni, dati, suggestioni, emozioni, idee quisquilie varie, tutte per conquistare il proprio spazio, tutte per sopravvivere. I memi sono in feroce competizione. Stamani ha vinto il pomodoro cinese

Sono un po' di anni che, puntualmente, in pieno periodo di raccolta del pomodoro italiano, le agenzie informative diffondono la notizia dell'invasione del pomodoro cinese sulle tavole degli italiani. Cazzo di Budda (o del Tao o di Confucio o di Mao). Ora, io non sono un fine conoscitore, come Federica Sgaggio, dei meccanismi di redazione dei giornali che diffondono certe notizie, con certe modalità. Però, da modesto consumatore di notizie (e di pomodoro) alcuni problemi me li pongo. E sono questi.

Se i cinesi esportano il loro prodotto-pomodoro vuol dire che qualcuno glielo ha ordinato, no? Un giornalista serio, dunque, invece di ricevere così passivamente i comunicati di qualsivoglia agenzia di parte (in questo caso la Coldiretti) avrebbe il dovere di informarci su alcune cose fondamentali che non si riescono mai a sapere, noi poveri consumatori italiani esposti agli attacchi del feroce pomodoro cinese. Innanzitutto, occorre che il giornalista ci informi sulla qualità di tale prodotto: esso è a norma? È di qualità? Quali controlli subisce prima di essere “sdoganato”? Per dire: io per far entrare una finocchiona in Svizzera ho dovuto dichiararla alla frontiera; possibile che i doganieri italiani non facciano controlli certosini su tonnellate di prodotto alimentare cinese?

Dopo queste informazioni, il giornalista dovrebbe farci sapere chi sono gli acquirenti di tale enorme quantitativo di pomodoro cinese. Se nessuno è disposto a dirglielo, prende la sua automobile e seguirà (come un agente segreto) i tir che dal porto trasporteranno i barili in qualche posto d'Italia, in modo da far sapere chiaramente quale azienda italiana ha acquistato il prodotto; una volta scoperto l'acquirente, domandare a questi l'utilizzo che ne farà, come cioè lo smercerà e se lo farà indicando chiaramente la provenienza cinese del pomodoro. Se poi proprio volesse completare l'inchiesta da grande reporter, dovrebbe prender l'aereo e recarsi in Cina per scoprire di persona dove e come viene coltivato il pomodoro da quelle parti; vedere se le condizioni di lavoro dei raccoglitori sono paragonabili a quelle dei lavoratori stagionali che operano in Italia; scoprire se vengono usati fitofarmaci o pesticidi pericolosi; vedere come esso viene trasformato in concentrato.

Alla fine di tutta questa inchiesta, se non ci fossero rilievi particolari, ribadire ai consumatori italiani che i prodotti che mangiano e bevono di origine “straniera” sono anche altri; per esempio: semola di grano duro proveniente dall'America o dal Canada; caffè dal Sudamerica o dall'Africa; olio d'oliva dalla Grecia e dalla Spagna; nocciole dalla Turchia; e via discorrendo.

A margine.

Questo tipo di idee e argomenti sono propri del blogger. Il blogger è colui che si costringe a ragionare e a fermare i propri ragionamenti (sullo schermo) che altrimenti andrebbero via dalla sua mente come acqua nel lavandino. Un blogger è come un tappo, una diga. Speriamo che l'invaso-mente non trattenga troppa spazzatura.


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COMMENTI (1)

Da  Swelkor
Inviato il 21 agosto a 23:02
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Si chiama giornalismo di inchiesta e giornalisti che lo fanno ce ne sono pochi... Ma per un semplice motivo: di giornalisti veri ce ne sono pochi e non sono nel giornalismo che conta... Purtroppo abbiamo scribacchini che riportano le notizie di agenzia e nulla più...

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