Pubblicato il 11 gennaio 2014di melinascalise | Lascia un commento
Siamo lieti di invitarvi al quarto concerto della rassegna di MICROSTAGIONE, che si svolgerà il prossimo 18 gennaio, ore 20.30, presso Spazio Tadini in Via Niccolò Jommelli 24, Milano (MAPPA).
Ospite della serata il duo parigino formato da Michelle Agnes (pianoforte) e Florentin Ginot (contrabbasso). Musicisti dalla personalità singolare ed eclettica incontrati a Parigi (dove il duo si è costituito e svolge regolare attività) Agnes e Ginot ci accompagnano in un universo sonoro ricco di contrasti e di sfumature. Combinando improvvisazione e interpretazione, attraverso brani della stessa Agnes, di Lachenmann, Feldman e Scelsi, e una prima assoluta di Lorenzo Troiani, il duo ci propone una riflessione sul tempo e sull’esperienza dell’ascolto.
In occasione del concerto viene inaugurata una nuova serie di programmazioni: MicrostagioneOFF. Ospiti dal mondo, digressioni e incursioni musicali (e non solo), serate monografiche e approfondimenti.
MICROSTAGIONE DI MUSICA CONTEMPORANEA è l’incontro e la ricerca di chi scrive e chi interpreta musica oggi: una pluralità di linguaggi e libere forme d’espressione che, dalla carta allo strumento, incontrano l’ascoltatore in concerto.
Nasce nel 2012 da un’iniziativa di Francesco Venturi. Con l’incontro della musicologa Giulia Accornero viene costituita l’Ass. per lo Studio e la Promozione della Musica Contemporanea e programmata la stagione 2013. Oggi, grazie al coinvolgimento dei compositori Giulia Lorusso e Maurizio Azzan, e con la fondazione dell’Ensemble stabile (il MicroEnsemble), si apre una nuova e articolata fase del progetto, inaugurando la stagione 2014.
Per maggiori informazioni: [email protected]
Ingresso con contributo ai musicisti.
Il simbolo di Microstagione è l’International Klein Blue, un particolarissimo punto di blu concepito e realizzato dall’artista Ives Klein negli anni ’50: un simbolo di libertà. È la libertà che anima ogni progetto nuovo; il senso di libertà che spinge a scrivere, ad ascoltare, a proseguire il discorso musicale e culturale. Il Klein Blue, detto ciò, non è semplicemente un pigmento, o una tinta; infatti il colore di Microstagione ne è soltanto una citazione ideale. Il Blu di Klein è una precisa tecnica di preparazione e di stesura, e per questo non può essere riprodotto, va osservato dal vivo; l’intensità è data anche dalla forte unicità di ogni singola campitura, e la sua vista dona all’occhio e alla mente sensazioni forti e impreviste. È l’assoluta irripetibilità dell’esecuzione, il teatro in cui trova il suo spazio il più delicato pezzo di musica, che non vivrebbe di una registrazione. Rappresenta la complicata melodia di timbri che è un concerto, nella sua totalità. È l’enorme laboratorio che c’è dietro una manifestazione culturale e la sinergia di molti elementi, personaggi e capacità che culminano nella performance. Così, parlando di colori (e di arte visiva) per una rassegna di musica contemporanea (arte sonora) – parlando di libertà e di intensità – tutto è già detto. Rimane soltanto da citare il pubblico; l’orecchio che rappresenta il fulcro di una rassegna musicale, ma non secondo la logica dello spettacolo, secondo quella dell’arte: espressione di contenuti e lavoro collettivo. Se il compositore trova la serratura, e l’interprete gira la chiave, è il pubblico che apre la porta. (Francesco Venturi)