Nella splendida cornice della Fondazione Giorgio Cini, presso l’isola di San Giorgio, Venezia, il 21 aprile 2012 si è tenuto un concerto dal titolo “Compositori alla corte ottomana”, diretto da Kudsi Erguner. Così recitava la pubblicazione introduttiva:
“Questo concerto intende presentare i risultati del primo seminario di alta formazione in musica classica ottomana. Docente, responsabile artistico e culturale di questi seminari di perfezionamento è il maestro Kudsi Erguner, eminente musicista, compositore e musicologo, in collaborazione con Giovanni De Zorzi dell’Università Cà Foscari di Venezia.
Attraverso un bando pubblico sono state offerte sei borse di studio e si è così formato un ensemble musicale internazionale che dal 16 al 21 aprile si è concentrato sul tema scelto per questo primo anno, ossia le opere di compositori provenienti dalle differenti comunità etniche e religiose dell’Impero Ottomano (turchi, greci, ebrei, armeni, e anche italiani) attivi a corte dal XVII al XIX secolo. Si potranno ascoltare, infatti, oltre alle composizioni di autori turchi, musiche del moldavo Cantemir, dell’armeno Limonciyan, dell’ebreo Aron Hamon, del greco Petros e dell’italiano Giuseppe Donizetti (fratello del più famoso Gaetano, nds).
Per il titolo ci si è ispirati al passato: il Palazzo (Seray), residenza dei sultani, era suddiviso in una parte esterna e in una interna e tale suddivisione architettonica si rifletteva nelle istituzioni: il Birûn-i- Hümâyûn amministrava la vita della corte esterna, mentre l’Enderûn-i- Hümâyûn si occupava della vita della vita della parte interna del palazzo. In quest’ultima esisteva una scuola per l’educazione musicale nella quale si formarono gran parte dei musicisti e compositori di questo mondo. Ebbene, secondo il maestro Kudsi Erguner: ‘L’arte vive con i suoi artisti e fiorisce dove trova uomini sensibili e appassionati. Sino al XIX secolo l’arte classica ottomana si è sviluppata nell’Enderûn, mentre oggi si trova a dover migrare verso il Birûn, dove essa ritrova i suoi appassionati. Venezia è il luogo ideale dove la storia del passato può diventare storia del presente’.
E sembra significativo come un simile e ideale polo esterno sia Venezia, da millenni in costante rapporto con Bisanzio/Costantinopoli/Istanbul.
A prescindere dalle provenienze dei singoli autori, i brani del concerto verranno proposti secondo i canoni tradizionali della suite di corte (fasil), come perle di una collana unite tra loro dagli interludi improvvisati (taksîm) dei bravissimi e giovanissimi interpreti, che rappresentano il presente e il futuro di questa tradizione musicale.”
Programma
Nevâ Kâr (Buhurîzâde Mustafa Itrî Dede, 1640-1712)
Irak Elci Peşrevi (Anonimo del XVII n.305 del Kitâbu ‘Ilmi’l- Musiki ‘ala Vech’ al- Hurufât di Dimitri Cantemir, 1673- 1723)
Evc- i Bahr-i Nâzik Saz Semâîsi (Baba Hamparsum Limonciyan, 1768- 1839)
Beyati Araban “Mest’i Nazim Aşika Dem Tegafül Gösterir (Baba Hamparsum Limonciyan)
Bayâtî maftirim “Uri, Uri” (Anonimo devozionale ebraico)
Hüseynî Küll-i Külliât (Aron Hamon)
Hüseynî Nakiş Ağir Semâî (Zaharya Efendi)
Nihavend Peşrev (Petros-“Petraki”, 1730- 1777)
Süz-i Dilârâ Yürük Semâî “Ab-ü Tâb ile Bu Hâneme Canân Geliyör” (Sultan Selim III, 1789- 1808)
Hicaz Kalender “Ebrulerin Zahmi Nihandir Ciğerimde) (Sultan Mahmud II, 1785- 1839)
Sekevza Peşrev (Giuseppe Donizetti Paşa, 1788- 1856)
Degni di menzione tra gli strumenti utilizzati, soprattutto il flauto ney (il cui suono penetra fin dentro l’anima), e la cetra su tavola pizzicata kanun, il cui suono cristallino dava un ottimo ritmo alle composizioni.