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Conclusa la spedizione Dark Star 2014 in Uzbekistan

Creato il 30 agosto 2014 da Andrea Scatolini @SCINTILENA

di Giuseppe Spitaleri
Si è appena conclusa la spedizione internazionale Dark Star 2014.
Per il quarto anno consecutivo, speleologi provenienti da paesi e continenti diversi hanno lavorato fianco a fianco in una delle aree carsiche più alte e remote del pianeta: l’immenso “muro” di Baysun Tau, nel sud dell’Uzbekistan.
In realtà, essendo la possente monoclinale lunga 60 km circa, le esplorazioni hanno riguardato quella porzione di montagna che da 30 anni non finisce di stupire: Godja Gur Gur Atà, che nella lingua locale significa “Il padre delle grotte”.
Coordinata dallo Speleo Club Ekaterinburg, anche la spedizione di quest’anno è stata patrocinata dall’Associazione Geografica La Venta e ha visto la partecipazione di 4 italiani: Aldo Gira, Giovanni Gurrieri, Alessandro Rinaldi e Giuseppe Spitaleri.
Inoltre, grazie agli ottimi risultati esplorativi e documentativi di questo nuovo ciclo di spedizioni, il progetto ha ricevuto il patrocinio della National Geographic Society, che ha anche inviato un giornalista e due fotografi: gli Americani Mark Synnott e Matt Oliphant e l’Inglese Robbie Shone.
Nei primi mesi del 2015 la prestigiosa rivista pubblicherà un reportage su Dark Star 2014, e riporterà gli splendidi scatti di Robbie e Matt.
Inoltre, grazie all’enorme lavoro di Vadim Loginov e Larisa Pozdnyakova è atteso per i prossimi mesi un documentario ricco di interviste, panoramiche esterne (girate con l’ausilio di un drone) e immagini girate durante le esplorazioni a Dark Star.
E le esplorazioni?
Quelle non sono di certo mancate, e hanno riguardato principalmente Dark Star.
Dopo aver piazzato 2 campi interni a -400 e -800, mentre alcune squadre hanno esplorato nuovi chilometri di meandri, altre, attraverso lunghe calate dalla sommità del Plateau, hanno giuntato il sistema con la grotta R20.
Adesso gli ingressi di Dark Star sono 7, per uno sviluppo superiore ai 13 km e una profondità che supera i 900 m.
Diversi chilometri sono ancora da topografare, soprattutto nel nuovo meandro di -700,che promette sviluppi importanti.
Esplorato per circa un chilometro e mezzo e percorso da aria gelida, ricorda il famigerato meandro di Boy Bulok, una delle grotte più difficili del pianeta (-1430) che si apre nelle ferite della montagna di fronte a Baysun Tau, il Chol Bair.
A proposito di Boy Bulok, negli ultimi giorni di spedizione, due speleosub Russi ne hanno esplorato la risorgenza, che si apre nei pressi del villaggio di etnia Tagika di Dumbalò, spingendosi per circa 50 metri in ambienti molto grandi, anche qui i lavori sono appena iniziati.
Sono state 3 settimane intense vissute tutte d’un fiato, anzi, spesso mancava anche quello, dato che si è lavorato sempre al di sopra dei 3000 metri sul livello del mare.
Il progetto continua a crescere assumendo contorni sempre più internazionali, la collaborazione con i tank Russi è ormai collaudata, anche se avvolte le differenze di impostazione e culturali emergono tutte, ma come mi ha detto un caro amico di recente: basta non ostacolarsi l’un l’altro e si fanno cose formidabili.
Grazie all’ostinazione e all’impegno di La Venta noi Italiani siamo stati, siamo e saremo ancora tra queste meravigliose montagne.
Infine un abbraccio ad Aldo,Alex e Giovanni, forti speleologi e grandi persone.

Peppe Spit.


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