In realtà non si sono definiti accordi pratici, ma solo dichiarazioni d’intenti che rimandano all’anno prossimo a Durban il lavoro operativo vero e proprio.
L’anno scorso al summit di Copenaghen solo 80 Paesi avevano siglato l’accordo, quest’ anno hanno aderito al pacchetto Cancun tutti i Paesi partecipanti meno la Bolivia, infatti secondo Pablo Solon, il negoziatore inviato da La Paz, l’accordo fa ancora troppo gli interessi degli USA.
La presidente della conferenza sul clima Patricia Espinoza dichiarando che basta il consenso e non l’unanimità, ha comunque approvato il pacchetto, ponendo le fondamenta del lavoro che dal Messico al Sudafrica bisognerà portare avanti.
Ammirevole e condiviso da tutti è stato il lavoro diplomatico condotto dalla presidente.
Il punto più soddisfacente del pacchetto Cancun è l’obiettivo di protrarre il Protocollo di Kyoto oltre il 2011, stabilendo che i Paesi che parteciperanno dovranno tagliare le proprie emissioni da un minimo del 25% ad un massimo del 40%.
Rilanciati i finanziamenti nel triennio 2010- 2012 per la diffusione di tecnologie pulite nei Paesi in via di sviluppo, il Green Climate Found pari a 100 miliardi di dollari gestito dalla Banca Mondiale per favorire la diffusione della green economy nel mondo.
Inoltre tra i vari intenti anche quello di contrastare la deforestazione dell’area tropicale che contribuisce all’effetto serra.
In pratica quest’anno si è fatto il lavoro che si sarebbe dovuto fare l’anno scorso a Copenaghen, consoliamoci. Di questo passo potremo arrivare in ritardo solo di un anno al temuto “sarà troppo tardi”, nel frattempo godiamoci il bianco natale di Roma!