Concluso il caso Di Cataldo – Millacci, lei: “denunciare non serve, fuggite dai vostri aguzzini”

Creato il 03 maggio 2014 da Violacentrica @violacentrica

E' passato quasi un anno dal nostro post indignatissimo per le accuse di violenza (con tanto di testimonianze fotografiche) mosse da Anna Laura Millacci contro Massimo Di Cataldo. Ricordiamo con orrore e grande senso di impotenza le immagini pubblicate su Facebook, il volto tumefatto e le prove di un aborto. Uno sfogo, quello di Anna Laura, e la presa di coscienza della propria situazione. Ciò che serve a qualunque donna, in quella terribile situazione, per ammettere a se stessa qualcosa che fa male e riuscire a dire finalmente "basta". 

Dopo la pubblicazione di queste accuse, il caso è divenuto mediatico, ottenendo una risonanza notevole, spinto sicuramente dalle foto condivise, ma soprattutto dal coinvolgimento di Massimo Di Cataldo, cantante che vide il successo anni e anni fa .. e – per quanto ci riguarda – svanito nel nulla fino alla divulgazione di questo grave fatto.

Quello che è accaduto successivamente è – a nostro avviso e per certi versi – altrettanto raccapricciante.

L'indagine sul caso è partita d'ufficio e Anna Laura Millacci ha preso una posizione netta, sicuramente meno "comoda" del suo ex compagno. Ha scelto di affidarsi alla giustizia, senza servirsi di avvocati "vip", senza sedersi sulla poltrona domenicale di Canale 5, senza cavalcare l'onda di quel clamore per farsi compatire dai media italiani. 

E diciamolo, s'è beccata pure della stronza (in pratica) ed ha visto messe in discussione tutte le proprie parole, perchè in TV funziona così, perchè la tragedia non diventa motivo di giustizia ma solo una grande opportunità commerciale. Diventa la possibilità di ottenere notorietà .. si sa mai che alla fine ci scappi pure un calendario e l'ospitata fissa in qualche trasmissione televisiva.

Ma di cosa stiamo parlando?

Ecco lo spirito con il quale Anna Laura Millacci aveva iniziato il proprio percorso di giustizia:

Le istituzioni ci sono e devo affidarmi a loro, dobbiamo affidarci, non serve la tv ma il tribunale per difendere i propri diritti. Voglio credere nello Stato, perché sono le "istituzioni" che mi devono proteggere e tutelare e non importa il chiacchiericcio della gente che mi crede pazza, resisterò e  prima o poi uscirà la vera versione dei fatti accaduti il 18 giugno. 

Anna Laura proprio oggi, al termine delle indagini, ha scritto una lunga dichiarazione di sdegno e delusione contro "quelle" istituzioni: (QUI LA VERSIONE INTEGRALE)

.. questi Funzionari, queste Istituzioni, questi Esperti, questi Periti, che per ben 10 mesi con i soldi dei cittadini italiani hanno indagato su questo "mio caso" avrebbero potuto o forse avrebbero dovuto andare fino in fondo. Hanno speso dei soldi, mobilitato e scomodato un sacco di gente. Infamato la mia vita e la mia dignità (…)  E per far emergere quello che e' accaduto quel giorno… adesso sarei io che mi dovrei "appellare , impugnare, denunciare?"  Fate ridere. No grazie. Ho già dato (…) Solo a distanza di quasi un anno ho scoperto che tutto era solo funzionale "ad ognuno" per farsi la loro piccola pubblicità o per il proprio personale squallido tornaconto. 

"archiviato il caso, l'aborto non è causa delle percosse"

Mi hanno detto che devo riaprire il caso, impugnarlo,  che solo così posso  e devo far valere la "vera" giustizia . Che prima o poi denunciando, combattendo in aula impugnando, utilizzando le giuste strategie,  opponendosi e combattendo in aula, giustizia sarà fatta. Ma quale giustizia?

Le parole di Anna Laura Millacci non hanno risparmiato i media:

E su questa 'pazza visionaria' che si mena e abortisce da sola? che si dice? Boh… Nessun articolo e nessun giornalista si è preso la briga di parlarne, di rispondere, si è solo detto in pochi trafiletti : archiviato il caso. quindi lui e' Innocente. Questo è tutto. Anzi hanno dato addirittura la colpa a me di questa "poca chiarezza", dicendo che mi sono sottratta alla pubblica informazione, al pianto mediatico, alla barbarella nazionale,  che non mi sono prestata a comparsate televisive o cose del genere ed è naturale che ad oggi non sia emersa la vera realtà dei fatti accaduti. Quindi non ho pagato lo scotto del passaggio televisivo nazional popolare (la dignità non paga)  e allora adesso mi sta bene che le cose siano andate in questo modo. 

Ricordate l'intervista "comoda" di Massimo Di Cataldo a Domenica Live? Noi stesse non potevamo crederci. Il paradosso.

A dei media che mi hanno screditata come donna e come madre violando due volte la mia dignità . Istituzioni che alla fine hanno sbrigato tutta la questione relegando il tutto ad un" generico fascicolletto" chiuso "frettolosamente all'ultimo momento", nel momento stesso in cui  ho deciso di prendere un nuovo avvocato, questa volta a pagamento.  Io non ho agito per  strategie. Avevo solo la verità da difendere (ed era una sola) non strategie da costruire. E la verità dovrebbe essere pura, non basata su scadenze, impugnazioni, termini e denunce.
E poi il messaggio alle donne:

Questa è l'Italia ragazze. Se non mi sentirete più parlare di "violenza contro le donne" è perché purtroppo, mio malgrado. Io c'ho rinunciato. Questo paese purtroppo  funziona così e credere di fare la "rivoluzione" serve solo ai giornali scandalistici per vendere copie o alle fatiscenti associazioni per reperire fondi, ai Pm per farsi pubblicita', alla polizia per far finta di lavorare e magari poi…   (…)
Credetemi. Della vostra vita, non frega proprio niente a nessuno, tantomeno a qualcuno çhe non pagate. Difendetevi da sole. E mi contraddico ancora una volta. Denunciare non serve a nulla.  Anzi forse è molto peggio, soffrirete e sarete tormentate doppiamente. Invece…Fuggire. Fuggite dai vostri aguzzini. Fuggite dagli uomini sbagliati. Fuggite dai manipolatori, fuggite anche dalle autorità. E non cercate aiuto nella giustizia, perché non solo non la troverete. Ma subirete ulteriori violenze. Di natura diversa, ma pur sempre violenze….proprio da chi dovrebbe essere lì per soccorrervi.  

La giustizia? Me la sta ridando il cielo.  non certo lo Stato di questo piccolo, squallido, presuntuoso paese maschilista al quale non credo più. Peace & Love

Massimo Di Cataldo, intanto, pare sia divenuto testimonial contro la violenza sulle donne.  Va tutto bene.

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