Concorso docenti e ricorso: siete tutti ammessi!

Creato il 09 febbraio 2013 da Propostalavoro @propostalavoro

Il concorso per l’assunzione di quasi 12.000 docenti rischia di diventare sempre più una farsa. Siamo a Carnevale, è vero, e la Pubblica Amministrazione sembra si stia impegnando a far sembrare sempre più il nostro, il paese di Pulcinella. In un paese che si rispetti quando si pubblica un bando di concorso con determinati requisiti, questi per legge devono essere rispettati, ma siamo in Italia e nel nostro paese si può scoprire all’improvviso e a concorso avviato che si può non essere così fiscali! Come? Basta sborsare poche centinaia di euro alle associazioni sindacali ed è fatta, ricorso assicurato.

Ma scendiamo più nel dettaglio. Il bando di concorso del 24 settembre 2012 per l'assunzione di 11892 docenti, prevedeva la partecipazione dei candidati in possesso del titolo di abilitazione all'insegnamento, conseguito entro  la  data  di scadenza del termine per la presentazione della domanda o, per chi non avesse il titolo di abilitazione, il possesso del titolo di laurea entro l'anno accademico 2001-2002, in caso di corso di studi quadriennale o inferiore; entro l'anno accademico 2002-2003 in caso di corso di studi quinquennale. Quindi per partecipare, o si era in possesso del titolo di abilitazione o di una laurea conseguita entri il 2003. E invece scopriamo che il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dal Codacons per conto di un gruppo di aspiranti docenti che avevano sostenuto e superato il test di preselezione ma che non sono né laureati entro il termine previsto, né abilitati, dunque non rispettavano i criteri previsti dal bando. I ricorrenti, secondo quanto riportato nella sentenza, potranno sostenere la prova scritta con riserva.

Ma non finisce qui. Il bando prevedeva che per superare la prova preselettiva si dovesse ottenere un punteggio non inferiore a 35/50. Il 5 dicembre l’Anief (Associazione Professionale Sindacale) ha pubblicato sul proprio sito e su altre pagine web sottoforma di banner, un testo in cui dichiarava che la soglia del punteggio “35” per passare alle prove successive previste dal bando era arbitraria e che con un punteggio da 30 a 34 si poteva chiedere al Tar Lazio di essere ammessi con riserva alle prove successive. Effettivamente secondo quanto previsto dal comma 11 dell' articolo 400 del Dlgs 297/94, ovvero il Testo Unico in Materia di Istruzione, è richiesta la sola sufficienza come criterio per il passaggio alle prove successive, quindi 30 punti. Per ricorrere bastava scrivere all’Anief e pagare 150 euro. Il 31 gennaio si è pronunciato ancora una volta il Tar del Lazio e ha ammesso anche in questo caso tutti i ricorrenti a partecipare alla prova scritta. Ma attenzione, potranno partecipare allo svolgimento delle prove solo i candidati che hanno presentato ricorso e quindi hanno pagato all’Anief, non tutti quelli che hanno ottenuto un punteggio superiore a 30. Insomma la legge non è uguale per tutti ma solo per chi ha pagato il ricorso.

Con questo ricorso ci saranno più di 7.000 partecipanti in più, rispetto a quelli che il Miur stesso aveva ammesso. Le prove scritte cominceranno lunedì e chi ha superato positivamente le prove con i criteri previsti dal bando dovrà ora misurarsi con un numero di concorrenti decisamente superiore.

Il Miur non ne esce bene da questi ricorsi, se è così facile smantellare un bando di concorso ne viene meno la credibilità della Pubblica Amministrazione e del nostro stesso Stato che dovrebbe garantire il rispetto della normativa che essa stessa prescrive e soprattutto equità. Non dimentichiamo che qualche giorno fa si è ammessa la possibilità dei TFA speciali che si fa beffa delle migliaia di persone che hanno dovuto partecipare alla selezione dei TFA ordinari superando ben tre prove.

Verrebbe da dire… siamo si a Carnevale…. ma siamo soprattutto in campagna elettorale e per certi versi può voler dire la stessa cosa. Peccato solo che tutto questo non è affatto uno scherzo!

Alessia Gervasi


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