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CONCORSO Suspense Tale: due nuovi racconti!

Creato il 15 marzo 2011 da Tuttosuilibri @irenepecikar
Racconto numero 5 Confronto all’americana (L'autore rimane anonimo per favorire l'imparzialità)
Il commissario Giulesi stentava a comprendere lo sfondo sul quale la vicenda si innestava. La storia di Virna, Viviana e Vico. Sfociata in un omicidio che aveva avuto enorme risonanza nella cronaca nazionale e che aveva scatenato l’attenzione morbosa di giornalisti, opinionisti, lettori e telespettatori. Questi in sintesi erano i fatti. Vico era stato trovato – a seguito di una telefonata anonima – nel suo appartamento, su un enorme letto matrimoniale macchiato di sangue, con un coltello conficcato nel cuore. Aveva gli occhi sbarrati, come a chiedere: «Perché mi avete fatto questo?» Virna e Viviana, le conviventi, si accusavano a vicenda. «Maledetta, perché l’hai fatto?» urlava l’una. «Il tuo tentativo di incolpare me è ignobile. Sai benissimo di essere tu l’assassina!» rispondeva l’altra. «Vigliacca, io sono innocente» ribadivano entrambe. E poi seguivano reciproci insulti: irripetibili, in un climax d’inaudita violenza verbale. La polvere di alluminio, carbone e sostanza fluorescente aveva immediatamente rilevato, sull’arma del delitto, le impronte digitali dei tre amanti. Non era una prova sufficiente per incriminare né l’una né l’altra. Era un coltello da cucina e quindi era normale che recasse le tracce di tutti i conviventi nell’appartamento. Quello che si era snodato tra i tre era un rapporto difficile da contestualizzare per un tradizionalista come il commissario. Il loro incontro trilaterale sembrava partire da un punto e arrivare a un altro. Una storia, insomma, che sgorgava da un vertice, rimbalzando al secondo e al terzo. Di rimando. Emerse chiaramente dal primo confronto all’americana disposto nell’ambito delle indagini. Racconto numero 6 C'è posta per te    (L'autore rimane anonimo per favorire l'imparzialità)
Edimburg, 17 settembre 2005, ore 15:13. Mary Borden sta tornando a casa dal lavoro. Un'altra giornata pesante al reparto casalinghi dei grandi magazzini. Turno dalle otto alle quindici, il peggiore per Mary, poiché a tutte le casalinghe di Edimburgo, si aggiungevano tutte le turiste di passaggio in cerca di qualcosa di esotico per la propria cucina. E oltre a tutte le donne, sembrava che anche gli uomini si fossero d’improvviso scoperti chef di rango, visto che venivano a comprare pentole e vasellame per la casa, cosa impensabile solo  pochi anni prima. Mary parcheggia la macchina, scende, e la signora Bell, la sua vicina di casa,  le si accosta. “Buongiorno Mary”. “Buongiorno signora Bell”. “Volevo dirti che è passato il postino ed ha lasciato un pacco per te. Gli ho detto di lasciartelo davanti al portone di casa, per evitarti il fastidio di recarti alla posta a ritirarlo”. “Molte grazie signora Bell, mi ha evitato un bel fastidio, visto che questa settimana ho il turno fino alle tre e quindi non sarei mai riuscita a recarmi alle poste”. “Non c’è di che, se non si fanno i piaceri ai vicini di casa”. Un pacco, chissà chi l’ha mandato. Forse la mamma, certo, mi ha spedito qualche vestito. Una scatola rettangolare aspettava davanti alla porta. Era tutta impacchettata con un nastro adesivo marrone. Con una mano Mary aprì la porta spingendo dentro leggermente con il piede il pacco. Guardando l’etichetta si accorse che era stato spedito da Villach, Österreich. Ci sarà senz’altro un errore, pensò Mary, prendendo dal cassetto della cucina una forbice e cominciando a tagliare il nastro isolante. Mentre sollevava il coperchio della scatola, un puzzo incredibile invase le sue narici. Poi, il suo urlo, echeggiò in tutta la casa.

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