Vedere il mio nome lì nell’elenco dei sopravvissuti alla prova scritta mi ha sottratto all’ansia dell’attesa e nello stesso tempo mi ha ripagato dello stress, del senso di frustrazione e del mal di testa che mi hanno accompagnato dalla vigilia di natale fino al 20 febbraio. Inoltre, ho avuto la conferma che la vita ogni tanto ti premia e che le occasioni, anche se sembrano impossibili, vanno colte. Mio padre mi raccontava sempre la storia di suo zio che ebbe in mente di provare il concorso in marina o in finanza a Venezia: tutti gli dicevano che vai a fare, sai quanti lo proveranno, proprio tu pensi di potercela fare? Lui partì, lo provò e lo vinse. Perchè se non proviamo non vinceremo mai, un po’ come la lotteria. Oggi tocca a me, domani a te, ma sulla ruota del destino bisogna comunque salire, vada come vada.
Adesso ritorna il senso di angoscia, il fardello che avanza e non a caso oggi mi sono svegliata con un tremendo torcicollo (sarà colpa sua?). Annaspo tra i libri, non so da dove cominciare, vorrei tanto un insegnante che mi dica oggi studia da qui a qui domani da li a là; poi penso “ehi ma io sono un’ insegnante”, ma non è la stessa cosa…Il tempo è poco e io, a dire il vero, non ho ripassato nulla, per pigrizia, per mancanza di fiducia in me, per stanchezza, per tristezza anche. PERO’ ho comprato i libri, nel caso avessi dovuto studiare, quindi non è che proprio sono stata con le mani in mano.
A dire il vero non vedo l’ora di andare ad estrarre la mia traccia, sono curiosa: quale argomento mi capiterà? Facile difficile impossibile? Magari sul teatro augusteo? Chi lo sa? Come farò senza i miei libri? Partirò con una valigia piena di manuali per sentirmi protetta, come quando all’esame vai con il libro abbracciato sul petto, come se fosse uno scudo pronto a ribattere ai colpi delle domande infide del tuo esaminatore.
Ora che un po’ mi sono sfogata (w la blogtherapy) cerco di raccapezzarmi un po’ su quello che devo fare e poi si vedrà.