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Condannati alla bruttezza dalla Soprintendenza. Un mercatino-bidonville di cianfrusaglie umilia Santa Maria Maggiore. Pur volendo, impossibile farlo bello

Creato il 14 aprile 2015 da Romafaschifo
Condannati alla bruttezza dalla Soprintendenza. Un mercatino-bidonville di cianfrusaglie umilia Santa Maria Maggiore. Pur volendo, impossibile farlo bello
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Condannati alla bruttezza dalla Soprintendenza. Un mercatino-bidonville di cianfrusaglie umilia Santa Maria Maggiore. Pur volendo, impossibile farlo belloSanta Maria Maggiore come difficilmente è possibile immaginarla. Purtroppo siamo di fronte all'ennesimo scempio che questa amministrazione comunale e municipale ci sta fornendo. Eppure questa doveva essere la giunta il cui fattore cardine era il tanto acclamato decoro. Santa Maria Maggiore è un gioiello di questa città ma il I municipio ha scambiato questo luogo, visitato da migliaia di turisti ogni giorno, per una fiera della monnezza. Infatti dal 31 marzo al 4 maggio il municipio ha autorizzato il mercatino richiesto (senza bando) da una associazione culturale, che altro non è che uno dei soliti mercatini della cianfrusaglia è che nulla ha a che vedere con la cultura. Se non quella dei soldi. Come potete ben vedere dalle foto il municipio ha distrutto la basilica già violentata sul l'entrata principale da un camion bar, in area pedonale, e due venditori di souvenir di dubbia provenienza. Il bello di questo ennesimo scempio è poi la denominazione che passa Sotto la voce di "Pasqua all'Esquilino". Non sapevamo che la Pasqua durasse oltre 30 giorni... L'assessore ai Lavori Pubblici con delega al decoro Maurizio Pucci intervenga, e presto, perché di decoro si tratta. Per quanto riguarda l'assessorato al commercio del I municipio solo tanto schifo.
Giorgio Carra


*Caro Giorgio in questo caso prima di pubblicare l'articolo e le tue riflessioni abbiamo sentito gli organizzatori. Abbiamo verificato che la persona coinvolta non fa parte dei soliti giri di ambulanti a noi ben noti (vedi Piazza San Giovanni a Natale, ma anche Piazza Esedra) ed è già qualcosa. L'imprenditore ci è sembrato sincero e - pur ammettendo che "comunque un mercatino così fa schifo" e se lo dice lui che l'ha fatto... - ci ha spiegato come abbia fatto di tutto per migliorare le condizioni dell'area che prima (lo possiamo confermare) era un bivacco a cielo aperto. La soluzione al bivacco sono i mercatini ambulanti? Secondo noi no, ma tant'è. L'organizzatore ci ha detto di aver messo fiori, guide a terra, una persona di guardia, persone a pulire. Ci ha detto anche di aver pagato oltre 25mila euro di occupazione di suolo pubblico e di dispiacersi (lo ha ammesso lui per primo) di avere circa un terzo di espositori non di qualità (i restante due terzi sono di qualità? Parliamone...). 

La cosa più grave secondo noi è e resta la tipologia di bancarelle. Non possiamo essere contro ai mercatini a prescindere. I mercatini ci sono in tutto il mondo. A Londra come a New York per non parlare delle città austriache, tedesche, svizzere. Il problema è il contenuto di questi mercatini e il loro impatto estetico. 
La cosa atroce (l'operatore ce lo ha confermato, ma a Roma lo sanno tutti) è che chi obbliga a questo schifo, in città, è la Sovrintendenza: obbligatoria la plasticaccia, obbligatoria la plasticaccia bianca, obbligatorie queste squallide pagode da campo profughi. Uno scempio assoluto dal quale non si può uscire e nel quale stanno perfettamente a loro agio gli operatori squallidi della bancarellopoli romana e che, invece, fa scappare via gli operatori di qualità e gli espositori di qualità. Forse la battaglia dovrebbe essere contro queste prescrizioni assurde e imbarazzanti. Che obbligano la città a vivere nella bruttezza e nella sciatteria. 

E poi, come tu giustamente fai notare, ci sono i politici. Che lottano contro i tavolini, ma che riempiono piazze storiche e tutelate di bancarellopoli. Che lottano contro le pedonlizzazioni e che tacciono contro queste pseudo-favelas. 
-RFS

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