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condannati in Namibia...

Creato il 14 ottobre 2013 da Omar
condannati in Namibia... Quando, qualche anno fa, cominciarono a diffondersi le prime foto di scena di questo film, l'hype tra gli amanti del weird-western prese a salire subito a livelli da fibrillazione: c'erano i costumi stilosi, le inquadrature leonesche, le sparatorie fulminanti, i revenants in azione e il deserto assolato fotografato in maniera spettacolare. Roba grossa, insomma. Che il lungo silenzio seguito a quella prima infornata di immagini sembrò un po' mitigare. Poi presero a leggersi in rete inquietanti notizie riguardo i problemi di lavorazione in cui era incappato il regista Andrew Goth (intere sequenze di raccordo mancanti, operatori che fuggivano con il girato, soldi finiti troppo presto). E la mazzata finale arrivò a celebrare il requiescat dell'operazione quando si venne a sapere che il divo del film (ex-divo, a dirla tutta) Wesley Snipes era finito in galera per evasione fiscale.
Un bel po' di problemi, insomma, per questo Gallowwalkers, un film inizialmente pensato per Chow Yun-Fat (la star di Hard Boiled) col titolo di The Wretched e che doveva essere girato in New Mexico prevedendo due comprimarie dall'indubbio fascino muliebre come Catalina Sandino Moreno e Paz Vega.
condannati in Namibia... Dopo mille rimpalli la produzione si è risolta a spostare le riprese nel deserto della Namibia per risparmiare qualche dollaro e il ruolo principale del pistolero mezzo zombie è passato al buon Wesley Snipes, auspicando di rilanciarlo con questa pellicola nell'olimpo degli attori di valore dopo un periodo di oblio, affiancandogli però due bellezze meno dirompenti come Tanit Phoenix e tale Alyssa Pridham al posto di quelle succitate. Più di tre anni di gestazione e alla fine il film arriva nelle sale (non da noi, ovviamente) e il risultato è quello che è: nei primi dieci minuti ti inchioda alla poltrona facendoti sperare che sì, forse finalmente abbiamo il western definitivo di questi anni: Goth gira da dio, destreggiandosi senza ritegno con carrelloni, gru, dolly, elicotteri, cazzi e mazzi. Poi improvvisamente tutto finisce in vacca, deragliando ogni aspettativa. Il fatto è che le vicissitudini che hanno funestato la lavorazione si vedono tutte, e a fronte di numerose intuizioni fighe e un paio di costumi fantastici, il ritmo e la recitazione latitano (sovente s'intuisce che mancano delle porzioni di film, alcuni dialoghi restano appesi, la trama qua e là è fumosa quando non rabberciata con lo spago).
condannati in Namibia... L'idea che si fa lo spettatore più smaliziato (almeno, quello che è a conoscenza dei casini subentrati sul set) è che la genesi di questo progetto sia maturata coi crismi giusti, nel rispetto dei modelli di riferimento e con la passione necessaria a inoltrarsi in un progetto siffatto. Ma che la sfortuna (e magari qualche imperizia) siano sopraggiunti a rompere le uova nel paniere, ragion per cui regista e produzione hanno dovuto rabberciare il rabberciabile. Comunque alla fine è il prodotto graficamente molto valido, e i titoli di coda in stile Mike Mignola sono un sollazzo. Vedere per credere.

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