Quando qualcosa mi emoziona la prima cosa che penso è: “voglio scriverne sul blog!”. E’ un’esigenza dettata dall’energia positiva che mi danno alcune situazioni e persone. Ormai avete capito che mi piace fare incursione con qualche post che nasce semplicemente dalla vita quotidiana che ruota intorno a me. Ieri sera c’è stata la serata di confronto sul mondo dei blogger insieme alle mie amiche e colleghe Oriana Davini, Mariangela Traficante, Marta E. Casanova e Alice Cimini. La serata è andata bene. Noi soddisfatte e anche oggi abbiamo ricevuto commenti positivi e stimolanti. Soprattutto io sono tornata a casa con una grande energia e la voglia di passare la notte al pc a scrivere e dedicarmi al mio blog.
Non l’ho fatto perché vista la febbre e l’orario – perché mica ci siamo fermate alla serata, siamo andate tutte a cena con compagni di vita e amici presenti e s’è fatta l’una! – non mi pareva il caso. Ma oggi, beh oggi non resisto. Perché ieri sera – e ancor di più questa mattina – ho provato un’energia stimolante su cui ho riflettuto. Tutto parte dal concetto di condivisione.
Ancora tante sono le persone che pensano di dover badare al proprio orticello, ma per fortuna ce ne sono altre – e non poche, anzi – che stimolano la condivisione. “To share” è il verbo inglese che più viene utilizzato e che io amo molto. Condividere significa abbattere le barriere dei segreti, portare la propria esperienza con trasparenza e umiltà cogliendo insegnamenti dagli altri. Significa anche mettersi in gioco con la certezza di fare del bene al proprio progetto. Ma questo, elemento non banale, è possibile se le persone con cui condividiamo la pensano esattamente cosi.
Io sono molto grata perché attorno a me, in questo inizio di anno, ho solo persone che stimo e delle quali percepisco la stima. Le mie amiche blogger e Alice, che ieri sera ci ha moderate, sono tra queste. Il nostro rapporto si basa unicamente sulla condivisione, appunto. I nostri blog sono tutti diversi (ve li ricordo: LiliMadeleine.com; Chelibromiporto.com, SopravviviMilano.it) ma le dinamiche simili. I consigli che ci diamo sono limpidi. Il desiderio di confrontarci è quotidiano e ci porta a scriverci con qualunque strumento di comunicazione oltre che a vederci spesso.
Aprendo la visuale e guardando oltre le belle sensazioni di ieri sera, ho visto altre meravigliose persone con le quali sto mettendo in piedi progetti nuovi. Amiche di sempre e nuove conoscenze. Che cosa le accomuna? Il sorriso, la consapevolezza del proprio valore, la fiducia nel proprio progetto, la voglia di mettersi in gioco con onestà e, soprattutto, il desiderio di fare squadra. Di unire le forze al di là di tutti i paletti che la vecchia maniera di fare business ci ha imposto.
E sapete una cosa? E’ bellissimo. Perché ti senti parte di un tutto speciale, perché quando guardi in viso queste persone e le senti parlare ti accorgi che tu diresti le stesse cose. Perché quando sei con loro nell’aria si respira un’energia diversa. E qualunque sia il progetto le cose funzionano. S’incastrano, semplicemente.
Non è facile, lo so. Non tanto fare un lavoro con se stessi ma soprattutto trovare persone cosi. Lo scorso anno alcune di queste c’erano già nella mia vita ma ve n’erano altre meno positive che intralciavano i miei pensieri e a volte le mie azioni. Quest’anno quelle persone non ci sono più. O almeno non cosi a stretto contatto e le cose girano diversamente. E’ stato uno dei miei buoni propositi del 2014, quello di ripulire le relazioni intendo, e ci sono riuscita con mia grande soddisfazione. Non è stato facile staccare alcuni cordoni ombelicali, ma non potete immaginare quanto mi sia sentita più libera dopo poco tempo.
Ho imparato una lezione da tutto questo: condividete, imparate a fare gruppo, indossate il sorriso e siate consapevoli della vostra forza. Il resto arriva. Le persone che dovete incontrare arrivano. I progetti che devono partire arrivano.
Perché troppo spesso ci dimentichiamo che nell’universo c’è spazio per tutti. (Click to Tweet!)
Che è inutile fare la guerra a chi ha di più e fa di più. Tutti abbiamo una possibilità. Il successo altrui non deve essere un problema per noi ma piuttosto un esempio. Se intorno a voi qualcuno riesce meglio in qualcosa: osservatelo e imparate. Da quando lo sto facendo vi garantisco che la mia vita è cambiata e con essa la mia consapevolezza.
Critiche? Ce ne sono sempre. Anche ieri sera ne ho sentita qualcuna. Non potrete farne a meno e per la verità trovo che siano utili alla nostra crescita. Alcune sono costruttive e vengono fatte comunque con il sorriso e con sincerità. Altre non sono altro che la traduzione di frasi del tipo “ti invidio. Vorrei ma non ho il coraggio”. E noi lo capiamo quando le critiche rientrano in questo gruppo. Eccome se lo capiamo. In quel caso il mio consiglio – imparato sulla mia pelle – è tagliate corto, sorridete e allontanatevi. Quelle persone non possono farvi stare bene. Almeno non ora. Magari un giorno cambieranno atteggiamento e accadrà dell’altro. Ma dovendo vivere nel presente per la nostra felicità, ragioniamo al presente.