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Il governo Monti continua il suo duro cammino per sopravvivere e ogni giorno si trova una nuova gatta da pelare, eredità non solo del precedente governo ma di una lunga storia di malgoverno che ha gestito l'Italia.
Chi ha una certa età non può non ricordare quante lotte sono state fatte per salvaguardare il lavoro e le condizioni di sicurezza dello stesso, compreso il diritto alla reintegrazione in caso di ingiusto licenziamento.
Lo statuto dei lavoratori non ha una vita lunga, anche se noi lo riteniamo praticamente una base fondamentale.
La parte peggiore, però, è che non avrà nemmeno più vita di questo passo.
La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, dichiara che il noto articolo 18, è un'anomalia italiana che in Europa non trova riscontro. Tale dichiarazione sembra preludere alla ferma volontà di volerlo abolire e non può essere diversamente da parte di chi rappresenta i datori di lavoro più gretti.
Dall'altra parte abbiamo un'organizzazione sindacale che ha già contrattato, salvo una parte più dura che ancora non è scesa a patti, ma che ben presto lo dovrà fare.
Sopra loro un ministro del lavoro che dovrà bene o male equilibrare la questione.
Guarda caso questi tre ruoli, in questo preciso momento, ci sono tre donne.
Quasi come fosse una continua situazione che si ripete saranno ancora una volta loro a dover redimere una questione tanto importante, trattata e bistrattata dai loro predecessori e lasciata insoluta per reale ed accertata incapacità di gestirla. Non sarà facile nemmeno stavolta, anzi a ben pensarci sarà la parte più difficile.
Si dovrà per forza di cose scendere a patti perchè la situazione è davvero critica: non solo non ci sono assunzioni ma assistiamo a continue perdite di posti di lavoro.
Rimane la profonda amarezza per la perdita di una normativa che era garante di reintegrazione e deterrente per licenziamenti ingiusti, oltre che per condizioni di sicurezza sul posto di lavoro.
In altre parole se i nostri figli troveranno un lavoro, uno qualsiasi perchè altro non possono sperare visti i tempi, dovranno entrare nell'ordine di idee che sarà da svolgere in condizioni non esattamente moderne e comunque con la spada di Damocle di un licenziamento che potrà arrivare in qualsiasi momento e per qualsiasi ragione ritenuta unilateralmente valida.
E questo sinceramente procura un senso profondo di disgusto.