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Condizioni estreme

Creato il 24 febbraio 2012 da Cristiana2011 @cristiana2011
Ho visto una mamma al supermercato, con un bimbo in carrozzina e purtroppo era uno di quei piccoli che potrebbero far parte della  "Lega del Filo d'Oro" il cui testimonial è Renzo Arbore.
Essere Sordociechi
Non poter vedere, sentire, parlare. Sono le premesse per uno stato di isolamento assoluto.Il 95% di tutto ciò che apprendiamo viene percepito attraverso la vista e 
l’udito. Chiudendo gli occhi e tappandosi le orecchie non si ha le piena 
percezione di cosa vuol dire essere sordociechi.Essere sordociechi e pluriminorati psicosensoriali significa:
  • avere una disabilità congiunta della vista e dell’udito, congenita o acquisita;
  • avere una minorazione di entrambi i canali sensoriali e un ritardo evolutivo;
  • avere la minorazione di almeno uno dei due canali sensoriali accompagnata da ritardo 
  • mentaleo evolutivo, 
  • °deficit motorie o problemi comportamentali, patologie organiche, danni neurologici.
Si tratta di disabilità che comportano serie limitazioni nella capacità di comunicare, nell’autonomia
 personale e nell’apprendimento, oltre a gravi difficoltà anche nella percezione
 dell’ambiente circostante e nelle relazioni interpersonali.
Penso che il bambino che ho visto faccia parte dei pluriminorati, perchè era assolutamente inerte,eppure aveva un espressione serena,quasi sorridente sul viso, che può venire solo da una costante e amorevole cura, ma soprattutto dal continuo contatto con un altro corpo prodigo di baci e carezze infinite. Io mi immagino l'abbraccio di questa madre e le  mani che non si stancano di premere dolcemente sulla pelle del figlio, e l'alito vitale che cerca di insufflargli nella bocca, attraverso i baci. Credo  che la condizione di queste creature sia meglio di quella di chi si rende conto della 
propria situazione e anela a un miglioramento, a potersi muovere liberamente ed è conscio
 di non poterlo fare.
I bimbi pluriminorati vivono in un loro mondo ovattato, senza porsi domande, ignari di 
qualsiasi pericolo, ignari della morte.

Sapere che molte persone    -cui va tutta la mia ammirazione-   si prendono cura di questi
 esseri disabili ha fatto correre la mia fantasia e chi mi conosce sa quanto mi attragga la 
fantascienza.
E se anche noi avessimo un tutore, più o meno amorevole,  che si occupa di dirigere le  
nostre empatie, che attraverso il suo modo di educarci genera in noi interessi , amore o odio, 
ribellione o sottomissione; faccia, insomma,di noi un proprio alter ego per nutrirsi di 
emozioni ad esso sconosciute? Se fossimo pedine nella mente  
un alieno che si è creato il suo video-gioco?

Condizioni estreme

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