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Condomini solidali: famiglia di famiglie

Creato il 07 maggio 2014 da Gaetano63
Condomini solidali: famiglia di famiglieCondivisione, sobrietà, accoglienza e solidarietà: sono le parole che animano “La Collina dei Barbagianni”, comunità di famiglie alla periferia nord di Roma che hanno scelto di vivere l’esperienza dei condomini solidali. Famiglie che, tutte provenienti da esperienze ecclesiali, si sono messe in gioco cercando uno stile di vita diverso, in cui le relazioni valgono più delle cose, libere dai condizionamenti di una società puntata sull’avere più che sull’essere.La Collina dei Barbagianni è nata nel settembre 2010 ed è ospitata in un edificio delle Suore Maestre Pie Venerini data in comodato d’uso a Mondo di Comunità e Famiglia, l’associazione cui questa esperienza è legata e alla quale fanno capo una ventina di condomini solidali in tutta Italia. Si tratta di un antico casale ristrutturato, con 5 appartamenti che ospitano 4 famiglie e un single (che aderisce ai valori fondanti); in tutto 9 adulti (età compresa tra 30 e 50 anni) e 9 bambini, cui si aggiunge un ragazzo della Guinea-Conakry, rifugiato, ospite di una delle famiglie dal 2012. “Tutto nasce attorno alla famiglia - o a una persona con un desiderio di famiglia – che, riconoscendo di non poter bastare a se stessa, per realizzarsi in pienezza decide di vivere accanto ad altri in modo solidale e accogliente”, spiega Beatrice Lombardo, responsabile della comunità, con una esperienza scout alle spalle. È sposata con Andrea Bernardini. Vivono qui con i tre figli: Giovanni, 7 anni, Anna, 5, e Federico, un anno e mezzo. Il principio cardine non è la fusione delle famiglie ma quello del vicinato solidale, che si basa sulla fiducia reciproca, non sulle norme. “Ogni famiglia – precisa - ha un appartamento, si autogestisce ed è responsabile delle proprie scelte. Ma mettiamo in comune gli stipendi, attingendo ogni mese dalla cassa secondo le necessità. Di norma a fine anno, una volta trattenuto lo stretto necessario e azzerato il conto, quello che non si spende dovrebbe confluire nel 'tesoro solidale' di Comunità e Famiglia che serve per favorire nuove esperienze o rispondere a necessità straordinarie. Noi per ora usiamo l'avanzo per pagare il mutuo: in attesa versiamo simbolicamente 50 euro mensili”. Non mancano momenti comunitari. Martedì sera c’è una riunione dedicata a volte alla logistica, altre alla riflessione. Mensilmente c’è il gruppo di condivisione, basato sul racconto del vissuto. Non manca l'apertura al territorio, che avviene attraverso un incontro mensile con quanti partecipano ai lavori di autocostruzione: amici e genitori di compagni di classe dei figli che danno una mano a risistemare gli edifici e i vari spazi; lo stesso edificio centrale è stato ristrutturato così. In estate, poi, ci sono proiezioni di film e concerti all'aperto. E ora c'è pure un coro. In questa dimensione s'inserisce anche l'orto comunitario, di cui si occupa da 6 mesi Beatrice dopo aver lasciato il lavoro. A darle una mano 5 persone esterne che, in cambio dei 25 metri quadri di terreno affidati a ciascuna, lavorano tre ore a settimana nell’orto comunitario. L’equilibrio tra sostegno reciproco vissuto in una casa solidale e stile di vita sobrio, essenziale nei consumi, consente di trasformare le parole che si portano nel cuore in pratica quotidiana. “Cerchiamo di vivere di relazioni e non di assicurazioni. E ci sentiamo persino più al sicuro. Sappiamo di avere una rete di solidarietà – conclude Beatrice – che ci verrà in soccorso nel momento di difficoltà, come potrebbe essere per uno di noi la perdita del lavoro. Noi non siamo amici. Ci consideriamo fratelli, perché come fratelli non ti puoi scegliere. A un certo punto capiti vicino a qualcuno, ti rendi conto che stai facendo la stessa strada e allora decidi di percorrerla insieme, dandoti una mano”.
Messaggero di Sant'Antonio, maggio 2014

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