“Troppe frequenze, troppi canali, uguale troppa concorrenza! Non si vince sul mercato concorrenziale? Meglio rivolgersi a ‘Papà legislatore’ per risolvere il problema alla radice: ‘muoia il digitale terrestre e tutti i canalini! E in fretta, prima che con l’introduzione dei nuovi standard compressivi nel DTT la pressione concorrenziale sulla pay aumenti!”. Sarebbe questo il “teorema” di Sky Italia, almeno a sentire Fedele Confalonieri. Il presidente Mediaset è stato ascoltato in commissione Trasporti alla Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul sistema dei servizi di media audiovisivi e radiofonici. E come da tradizione ha espresso in maniera netta il suo pensiero sul mondo dei media calcando la mano sulla questione della concorrenza: “Come si fa – ha ironizzato – a fare i delfini nella vasca degli ‘squali’?”. “Il sogno di ogni imprenditore – ha aggiunto, lanciando una frecciatina a Rupert Murdoch – è il monopolio, ma almeno non ci si nasconda spacciando affari di bottega per esigenze di sistema, sostenendo che il problema centrale da risolvere per lo sviluppo della tv italiana è togliere frequenze a Mediaset e Rai! Questione fuorviante nel merito e in più capace di spostare l’attenzione da ciò che rischia davvero di distruggere l’equilibrio competitivo: la concorrenza sleale degli Over The Top con la televisione e la pressione degli operatori di telefonia mobile sulle frequenze UHF, quelle indispensabili per la sopravvivenza stessa della piattaforma terrestre”.
“Noi di Mediaset – ha quindi spiegato Confalonieri - non siamo qui in Parlamento a chiedere vincoli alla concorrenza o barriere protezionistiche, ma certamente rivendichiamo il diritto a un ambito concorrenziale equo, il sempre citato e mai attuato level playing field nel mercato dei media. Vogliamo giocare tutti allo stesso gioco e con regole condivise. Siamo un soggetto attivo sul mercato, chi è più bravo vince, ma senza barare, però. Come ogni soggetto sul mercato, vorremmo norme poco intrusive, leggere, di principio, capaci di garantire il rispetto dei diritti fondamentali e dei principi generali dell’ordinamento e ci andrebbe benissimo passare ad un sistema con pochi punti fermi riconosciuti, un sistema a livello europeo, vista la presenza di operatori a livello globale. Quello che invece rifiutiamo, perché è contro la concorrenza, è rimanere l’unica attività rigorosamente regolata a confronto di una prateria libera da vincoli, che è quella dove prosperano gli operatori globali di Internet”.
Il presidente Mediaset ha chiuso il proprio intervento elencando tre richieste al legislatore: 1) Una visione del mercato che tenga conto dei nuovi attori in campo e delle loro dimensioni; 2) un level playing field dal lato regolamentare e delle opportunità imprenditoriali, che elimini ogni ingiustificata asimmetria tra le varie piattaforme, ormai odioso e ingiustificato retaggio del passato; 3) un allargamento dei dettami fondamentali di sistema alla platea completa degli operatori. Più in particolare – è poi entrato nel merito Confalonieri – “servono interventi sulle frequenze solo se necessitati per conservare alla tv terrestre tutta la banda necessaria al suo sviluppo, nel rispetto della neutralità tecnologica e della concorrenza tra piattaforme; rimozione di vincoli ormai superati di tetti e limiti alle dimensioni dei campioni nazionali; obblighi di trasparenza e di certificazione per gli Over The Top e loro inclusione nella fiscalità generale. Se dovessimo racchiudere in una frase le nostre necessità – la chiosa di Confalonieri – potremmo semplicemente chiedere di essere, tutti noi che lavoriamo a Mediaset, liberi di esistere, crescere e continuare a fare bene il mestiere che sappiamo fare, quello di assicurare agli italiani un’offerta di televisione di qualità, moderna, innovativa. E continuare a farlo in un ambito concorrenziale equo”.