Ed è di nuovo Spagna – Italia. Dopo la finale del torneo europeo l’Italia se la deve di nuovo vedere con le Furie Rosse di Vicente Del Bosque campioni d’Europa, del Mondo e favoriti anche per questa Confederations Cup.
Nonostante la Roja stia attraversando un periodo positivo decisamente lungo nel computo dei confronti vinti la spunta l’Italia per 10 a 9: curioso però che nell’ultimo incrocio gli spagnoli hanno surclassato gli azzurri nel gioco e nel punteggio.
La partita.
Spagna-Italia 0-0 (7-6 dcr)
Spagna: Casillas, Arbeloa, Piqué, Sergio Ramos, Jordi Alba, Xavi , Busquets, Iniesta, Silva (7′ st Jesus Navas), Torres (4′ pts Javi Martinez), Pedro (34′ st Mata)
a disposizione:Valdes, Reina, Albiol, Azpilicueta, Villa, Fabregas, Soldado, Monreal, Cazorla
allenatore: Vicente Del Bosque
Italia: Buffon, Barzagli (1′ st Montolivo), Bonucci, Chiellini, Maggio, De Rossi, Pirlo, Giaccherini, Candreva, Marchisio (35′ st Aquilani); Gilardino (1′ pts Giovinco)
a disposizione:Sirigu, Marchetti, Astori, De Sciglio, El Shaarawy, Cerci, Diamanti
allenatore: Cesare Prandelli
Prandelli deve fare di necessità virtù, le defezioni di Balotelli e Abate lo costringono a disegnare una formazione diversa dalla solita, l’ossessiva indifferenza nei confronti di El Shaarawy e Cerci fa cadere la scelta sul redivivo Gilardino che da solo compone l’intero attacco azzurro, supportato dal duo dinamico Giaccherini – Candreva. Fortunatamente la scelta si rivela corretta anche perché la Spagna non è la stessa squadra che si è imposta su Nigeria e Uruguay (lasciando stare la partitella d’allenamento contro Tahiti), cioè, le Furie Rosse fanno sempre paura, specie quando Xavi o Iniesta cambiano passo, ma di furioso hanno veramente molto poco e il loro ritmo è molto più basso del solito. L’Italia va a nozze con squadre lente e macchinose così emerge la condizione atletica di Candreva che mette in imbarazzo più volte la fascia spagnola mentre Gilardino si batte come un leone ma purtroppo per lui Piquè e Ramos non sono due mammolette per cui l’attaccante del Bologna la porta proprio non la vede. La vede però benissimo Christian Maggio che per due volte fa tremare un preciso Casillas. La Spagna dimostra di soffrire i perfetti lanci di Pirlo e De Rossi e quest’ultimo è un drago in mezzo al campo: l’azione in solitaria che offre all’inizio del primo tempo è la ciliegina sulla torta. Ai punti l’Italia meriterebbe il vantaggio mentre la Spagna è tutta in una bella giocata di Fernando Torres che però si spegne sul fondo.
Nella ripresa l’ennesimo infortunio mette in difficoltà Prandelli: Barzagli deve mollare, entra Montolivo e De Rossi scala sulla linea della difesa, ruolo che aveva già interpretato agli ultimi Europei e che re-interpreta alla grandissima anche in questo caso. Il copione rimane sostanzialmente lo stesso del primo tempo, la Spagna prova a giocare un pò di più appoggiandosi su Andres Iniesta ma il Cavaliere Pallido predica nel deserto e piano piano, i 22 in campo capiscono che i supplementari sono inevitabili.
Paradossalmente le emozioni più forti si vedono proprio durante l’extra time. Nel primo tempo supplementare Giaccherini colpisce un palo clamoroso al termine di un’azione splendida imbastita dal centrocampo italiano, Piquè e Ramos sono allo stremo delle forze ma anche Gilardino è in crisi aerobica e fisica così Prandelli lo sostituisce con Giovinco. Errore: Forse la dinamicità di El Shaarawy o di Cerci a questo punto del match avrebbe fatto la differenza.
Nel secondo tempo supplementare e Xavi a colpire il palo con un tiro da fuori area che prelude a dieci minuti di inferno per gli azzurri costretti a difendere con i denti il pari.
I rigori filano lisci fino al settimo tiro. Candreva è il primo degli azzurri, piazza un cucchiaio di tottiana memoria e impreziosisce ulteriormente una prestazione ottima, poi segnano in successione Aquilani, De Rossi, Giovinco e Montolino. Il problema è che anche gli spagnoli vanno a segno a ripetizione quindi sarà il primo errore dal dischetto a spezzare l’equilibrio e purtroppo questo primo errore lo commette Leonardo Bonucci. Jesus Navas non lo imita e la Spagna va in finale.
L’Italia esce dalla Confederations Cup 2013 a testa alta ma sarebbe anche il caso di cominciare a finire le competizioni a “coppa alta”. In campo bisogna andare cattivi e decisi a sfruttare anche la minima occasione, il dannato pallone lo si deve buttare dentro almeno una volta, sennò capita che giochi molto meglio dei campioni d’Europa e del mondo ma in finale ci vanno comunque loro.
Un appunto su Bonucci: seppure non sia a mio avviso un giocatore da nazionale e supposto che il rigore poteva anche tirarlo un altro c’è da dire che i rigori li sbaglia solo chi li tira e per tirarli ci vuole fegato.
Le pagelle di Post Scriptum
promossi
Daniele De Rossi, voto 8 – E’ un gladiatore in mezzo al campo e un leone in difesa, praticamente gioca due partite in due ruoli diverse e in tutte e due è il migliore. Uno dei pochi azzurri che si salvano in questa spedizione brasiliana.
Antonio Candreva, voto 7,5 – Prandelli lo preferisce a Cerci e lui ci spiega il perchè con una prestazione da incorniciare. Di fronte alle Furie Rosse la vera furia è lui.
Christian Maggio, voto 7 – In una squadra senza un attaccante vero e con schemi d’attacco ridicoli pensare che un esterno arrivi in porta è fantasia: lui ci arriva e per poco non ci fa saltare dalla sedia esultati. Manca solo un pizzico di cattiveria.
Emanuele Giaccherini, voto 7 – In una ConfCup in crescendo il panchinaro più fortunato dello stivale mette in campo il meglio del suo repertorio, combatte, lotta e ripiega in difesa con diligenza. Sapesse anche tirare bene adesso parleremmo di una vittoria ma non si può sempre avere tutto.
Andres Iniesta, voto 6,5 – Non brilla certo come al solito ma, è sempre un piacere vedere giocare un calciatore di questo livello. Un assist pregevole nel secondo tempo per poco non viene sfruttato al meglio da Jordi Alba. Professore.
Iker Casillas, voto 6,5 – Se la Spagna vola in finale non deve certo ringraziare Bonucci o la fortuna ma il proprio portiere: due interventi decisivi su Maggio hanno evitato che quella che doveva essere una vittoria annunciata si trasformasse in una tragedia nazionale.
bocciati
Cesare Prandelli, voto 5 – Se c’è un colpevole dell’eliminazione è proprio il ct azzurro. Il tempo degli esperimenti deve finire prima o poi e non puoi presentarti al cospetto di Spagna e Brasile senza un attacco decente e collaudato; d’accordo l’infortunio di Balotelli non lo poteva prevedere ma portarsi dietro una zavorra come Gilardino non credo sia stata la soluzione migliore. E poi l’assoluta mancanza di schemi d’attacco, il non considerare neanche di striscio El Shaarawy e Cerci, il non aver saputo sfruttare le qualità di Diamanti e l’aver mandato a casa gente che sarebbe stata utile come Ogbonna o Ranocchia. Insomma se sulla bilancia dobbiamo sempre mettere il cuore, la passione e la fortuna non ci si prospetta un futuro felice.
Alberto Gilardino, voto 5,5 – Se è andato in Brasile deve accendere un cero a qualche santo e offrire una sontuosa cena a Prandelli che l’ha voluto fortemente. Se è stato preferito ad attaccanti come Di Natale e Matri deve ringraziare tutte le divinità dell’Olimpo. Più di 90 minuti in campo contro la Spagna hanno solo dimostrato che Gilardino è un attaccante alla fine della sua parabola calcistica: in quella posizione non ha mai trovato nè lo spunto nè l’idea per sopraffare i due centrali spagnoli che di distrazioni ogni tanto se ne prendono volentieri; in ritardo sui cross, lento nelle sponde e macchinoso, scomposto, brutto da vedere.
La stampa spagnola, voto 3 – A metà partito i siti spagnoli cominciano a lanciare i propri strali contro il pubblico carioca che tifa apertamente per l’Italia. Certo per loro dev’essere stata dura digerire la prestazione della propria nazionale e non veder realizzato il sogno già scritto di rifilare altre 4 pere all’Italia. Non avevano considerato il caldo e la stanchezza accumulata che hanno fiaccato la Roja e nemmeno la caratteristica italiana di imparare dai propri errori. Sarebbe stato bello fargliela pagare tutta questa tracotanza ma pazienza, la vendetta è un piatto che si gusta freddo, a volte pure ghiacciato.
Immagini e Informazioni| Fifa.com
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