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Confederations Cup 2013, Italian thriller

Creato il 20 giugno 2013 da Postscriptum
 

alberto zaccheroni

Secondo round per il tricolore italiano nella Confederations Cup 2013, stavolta l’avversario designato è il Giappone di una vecchia volpe del calcio nostrano: Alberto Zaccheroni, già allenatore di Udinese, Milan e Inter.

La nazionale nipponica è già con le spalle al muro dopo la debacle contro il Brasile di settimana scorsa quindi ha un solo risultato valido su tre, quella vittoria che concederebbe una chance alla banda capitanata da Makoto Hasebe del Wolfburg; tra gli altri volti noti al calcio europeo spiccano Keisuke Honda del CSKA Mosca accostato spesso ad alcuni club italiani, Shinji Kagawa del Manchester United e Yuto Nagatomo dell’Inter.
Per l’Italia, invece, una vittoria significherebbe mettere le mani sulla qualificazione alla fase finale e andarsi a giocare il primo posto (molto probabilmente) con il Brasile, che poche ore prima, ha vinto contro il Messico.

La partita

Ci sono 4-3 che la storia calcistica italiana ricorda con affetto e nostalgia, risultati che scaldano il cuore dei tifosi, partite epiche tra squadre mitologiche, prestazioni che vanno al di là del semplice evento sportivo e che consacrano alcuni calciatori come veri e propri eroi. Ci sono però anche 4-3 che vorremmo dimenticare presto, che hanno scritto in negativo la storia di una competizione, che sono stati ottenuti con più di un pizzico di fortuna e che, facendo bene attenzione, nascondono una sonora sconfitta.
Italia 4 – Giappone 3 è uno di questi.

Italia: Buffon; Maggio; (15′ st Abate), Barzagli; Chiellini; De Sciglio; De Rossi; Pirlo; Montolivo; Giaccherini (24′ st Marchisio), Aquilani (30′ Giovinco); Balotelli
a disposizione:Marchetti, Gilardinio, Bonucci, Astori, Candreva, Diamanti, Cerci, El Shaarawy, Sirigu
allenatore: Cesare Prandelli

Giappone: Kawashima ; Uchida (28′ st H. Sakai); Yoshida; Konno; Nagatomo; Hasebe; Endo; Okazaki; Honda; Kagawa; Maeda (34′ st Havenaar)
a disposizione:Gonda, Inoha, G. Sakai, Kurihara, Kiyokate, Hosogai, Nakamura, Inui, Takahashi, Nishikawa
allenatore: Alberto Zaccheroni

Marcatori21′ Honda (G), 33′ Kagawa (G), 42′ De Rossi (I), 5′ st (Uchida, G, aut.), 7′ st Balotelli (I), 24′ st Okazaki (G), 41′ st Giovinco (I)

Cesare Prandelli vara l’ennesima nuova formazione per la sua Italia con un centrocampo di qualità composto da Pirlo, De Rossi, Montolivo e Aquilani; insiste su Giaccherini a sostegno di un unica punta, Mario Balotelli. Alberto Zaccheroni invece manda in campo lo stesso undici che ha giocato a sprazzi in maniera convincente contro il Brasile. Di fatto, l’Italia non entra in campo, gli asiatici hanno impostato la partita sul dinamismo, sul pressing e sul ritmo mentre gli azzurri sembrano non averla preparata affatto: ne deriva una preoccupante supremazia giapponese che ha come conseguenza il doppio vantaggio in favore degli uomini di Zaccheroni. Al ventesimo De Sciglio alleggerisce male su Buffon, il portiere cerca in ogni modo di evitare il contatto con Okazaki ma l’asiatico è bravo a trascinare la gamba e ad ingannare lo spaesato direttore di gara. Dal dischetto Honda tira maluccio ma Buffon non intuisce, Giappone in vantaggio. Meritato. Gli azzuri continuano ad essere non pervenuti, messi male sul campo, lenti, impacciati e terrorizzati dalle sortite avversarie. Poco dopo la mezz’ora un cross in area italiana mette scompiglio e ne approfitta Kagawa che gira con precisione implacabile alle spalle di Buffon delineando i contorni di una disfatta storica. Non c’è gioco per l’Italia, reazione quasi nulla e indolenza fino al quarantesimo minuto quando gli uomini di Prandelli ricordano di essere calciatori, e anche bravi: il mister spreca un cambio mandando in campo Giovinco per Aquilani ed è l’incornata precisa di Daniele De Rossi che ci riporta in partita al termine del primo tempo.

All’inizio della ripresa è il Giappone a giocare con sufficienza, ne approfitta il fin qui assente e inutile Giaccherini che sfrutta un’indecisione della difesa e provoca l’autogol che rimette in pari il risultato. Ancora due minuti e De Rossi lancia su Balotelli, il milanista stoppa di petto e apre su Giovinco che dribbla e calcia colpendo il braccio di Hasebe, autore di un intervento disperato e scomposto. Ancora rigore, stavolta per l’Italia. Balotelli non sbaglia e adesso il vantaggio è azzurro. Sembra il preludio ad una goleada spettacolare perché gli asiatici hanno subito il colpo ma piano piano gli azzurri fanno in modo di schiacciarsi sulla loro area di rigore, Prandelli se ne accorge e manda in campo Abate e Marchisio per Maggio e Giaccherini ma non si fa in tempo a godere dei benefici del cambio che Honda pennella per la testa di Okazaki che fa 3 a 3. La tempra giapponese riceve nuova linfa dal pari, l’Italia finisce la benzina nei suoi uomini migliori, Pirlo sembra il più sofferente ma anche la difesa non è all’altezza del compito. Più passa il tempo più gli avversari prendono il predominio del gioco e arrivano anche a sfiorare il gol in diverse occasioni anche con i difensori: bello e pericoloso il tiro del capitano Hasebe che sfiora di poco l’incrocio dei pali. Tutto fa pensare a una disfatta clamorosa, anche perchè l’area giapponese non la si vede manco col binocolo, poi, com’era successo nel primo tempo, la fiammata. De Rossi trova un corridoio perfetto per l’inserimento di Claudio Marchisio, lo juventino coglie il piazzamento del compagno di club Giovinco e lo serve perfettamente. Segnare a porta sguarnita è uno scherzo per la formica atomica e così l’Italia è di nuovo avanti. C’è ancora da soffrire però perché il Giappone si ributta a testa bassa in attacco e solo il fuorigioco salva il risultato in un paio di occasioni, in una gli asiatici riescono a colpire palo e traversa prima di metterla dentro. Il fischio finale di un arbitro inguardabile fa calare il sipario su un’Italia altrettanto inguardabile in cui l’unica cosa positiva è il carattere dimostrato in quei pochi minuti in cui si è lottato.

Siamo in semifinale, questo conta, però…

italia-giappone

Le pagelle di Post Scriptum

Non è facile scrivere pagelle per una partita di questo tipo, bisognere bocciare tutti in un certo minuto del match e promuoverli tutti, o almeno in gran parte, in quello successivo. Quindi i seguenti voti sono una media del meglio e del peggio che ciascuno ha offerto

Promossi

Daniele De Rossi, voto 7 – Suo il gol che porta al pareggio, suo l’assist che porta alla vittoria. In mezzo tante cose belle e meno belle ma in questa partita è stato lui il depositario del carattere italico.

Sebastian Giovinco, voto 6 – Quando si dice essere al posto giusto al momento giusto. Il nulla cosmico per tutto il match non si può riscattare con un tocco a porta vuota ma il suddetto tocco vale tre punti (poco) meritati, ecco perchè almeno la sufficienza la merita.

Alberto Zaccheroni, voto 8 – Conosce molto bene i difetti dell’Italia e li sfrutta tutti puntando sulla velocità e sulla freschezza atletica. L’applicazione degli schemi del Giappone è da encomio così come la dinamicità con cui giocano dal primo al novantaquattresimo minuto.

Bocciati

Emanuele Giaccherini, voto 5,5 – Come al solito corre e fatica ma di qualità c’è n’è ben poca. Per sua fortuna il suo crossaccio sballato finisce sullo stinco di un difensore giapponese e quindi in fondo al sacco, proprio come il suo passaggio orribile fu trasformato in assist sublime da Balotelli contro il Messico. Fortunato.

Andrea Pirlo, voto 5 – E’ visibilmente stanco e sfibrato, non ha idee e perde palloni su palloni. Meritava un turno di riposo in vista del Brasile.

La difesa Azzurra, voto 4 – C’era una volta una nazionale con una difesa rocciosa e impenetrabile. Una volta, appunto, contro il Giappone Barzagli&Co sono fermi sulle gambe e a tratti ridicoli. Prendere gol di testa da un giapponese non è perdonabile.

Cesare Prandelli, voto 3 – Non riesce ad immaginare una squadra senza Pirlo e, purtroppo, Giaccherini. Gioca al gatto col topo cercando di non esporre troppo le armi italiane ma se già sai che la condizione atletica latita faresti meglio a mettere dentro forze fresche contro il Giappone e in vista del Brasile. Con El Shaarawy, Diamanti e Cerci in panchina è un insulto al calcio vedere Giaccherini e Giovinco combattere contro i “giganti” giapponesi. Sveglia!!

Diego Abal professione arbitro, voto 2 – Sarei curioso di conoscere il metodo con cui sono stati scelti alcuni arbitri per questa Confederations Cup. Questo signore si inventa un rigore dal nulla, fischia un sacco di cretinate e non pare avere mai le idee chiare su quello che succede in campo.

Classifica del Gruppo A
Brasile 6
Italia 6
Messico 0
Giappone 0

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