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Confesercenti, le vendite al dettaglio si sono stabilizzate: “Il peggio è passato”

Creato il 20 settembre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Nel 2015 i dati sulle vendite al dettaglio hanno mostrato segnali di stabilizzazione e, quindi, la fase peggiore dovrebbe essere superata. Lo afferma lo studio Ref-Confesercenti, secondo cui nei prossimi anni le imprese del commercio al dettaglio torneranno così ad aumentare, dopo tre anni di saldi negativi e nel 2017 saranno 5mila in più rispetto a oggi. Si può quindi prevedere “uno scenario di progressivo, seppure lento, ripopolamento delle imprese, anche se con profonde differenze a seconda del settore”.

(museoculturapopolare.it)

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Confesercenti, le vendite al dettaglio si sono stabilizzate: “Il peggio è passato”. Secondo Confesercenti, nel 2015 la crescita del Pil italiano sarà dello 0,8%, con un forte traino da parte del turismo. Quest’anno gli arrivi internazionali superano quota 50 milioni (+4%), grazie a Expo e all’apertura del Giubileo straordinario, ma anche per per il meteo favorevole e per l’instabilità politica di mete ‘concorrenti’ del Mediterraneo. Per il 2016 e il 2017 lo studio prevede una crescita del Pil dell’1%.

Secondo la ricerca nei prossimi trimestri l’economia italiana potrà instradarsi lungo un percorso di crescita, partendo però da una base produttiva che si è molto deteriorata rispetto al periodo pre-crisi, tanto che nel 2015 il nostro pil è ancora inferiore del 9% ai livelli del 2008, la produzione industriale si è contratta del 18% e i consumi delle famiglie sono ancora di oltre il 7% al di sotto dei valori sempre del 2008. Tuttavia, malgrado le incertezze del quadro internazionale, finalmente anche l’Italia ha agganciato l’inversione di tendenza con una ripresa che, per ora, è guidata principalmente dalla spesa delle famiglie, che include anche i consumi turistici.

Questo è un effetto anche della caduta del prezzo del petrolio, che ha portato ad un azzeramento dell’inflazione interna, favorendo la crescita del potere d’acquisto dei consumatori. In secondo luogo, i margini a disposizione della politica di bilancio, per quanto limitati, sono stati spostati soprattutto a favore delle famiglie, in particolare attraverso il cosiddetto “bonus fiscale”, di cui hanno beneficiato i redditi dei lavoratori dipendenti a reddito medio-basso. Sul fronte consumi, per il momento, si assiste a un recupero degli acquisti di beni durevoli, auto in particolare.

Tornando al traino turistico, lo studio evidenzia però anche ostacoli, come la dotazione infrastrutturale che “è inferiore rispetto ai competitor” e il peso fiscale: il fisco, si legge, “tartassa i turisti” in vacanza in Italia chiedendo loro circa 2,4 miliardi di euro l’anno. Una vera e propria stangata, dovuta non solo a a un’Iva sui prodotti turistici superiore di 1,5 punti alla media europea, ma anche ad una tassa di soggiorno particolarmente esosa, che quest’anno peserà per 400 milioni di euro e la cui incidenza arriva a superare il 10% del costo di pernottamento di una famiglia in vacanza. Per quanto riguarda i consumi, lo studio prevede una crescita dello 0,6% quest’anno, dello 0,9% nel prossimo e dell’1% nel 2017. (ANSA)


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