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Confessione di un ex Facebook-dipendente

Da Ciraolo

Questo articolo è stato scritto da Armando Pagliara.

Dipendenza da Facebook

Usiamo Facebook… responsabilmente!

Ricordo quando qualche anno fa sentii parlare di questo nuovo social network, Facebook, che era nato dall’idea di alcuni ragazzi statunitensi per tenersi in contatto dopo il college.

Un’idea che ha invaso il mondo.

“Amore ma ti sei iscritta su Facebook? Mah… io non credo di farlo” recitai a mia moglie nella seconda metà dell”anno 2008. Ma tutti ne parlavano, tutti ne elogiavano le caratteristiche, la semplicità d’uso. E io, da buon informatico, non potevo non provare questo gioiello della comunicazione.

Fase 1: curiosità

Fu allora che mi iscrissi per mera curiosità, soprattutto perché poco tempo prima si era iscritta mia moglie (allora mia fidanzata), senza calcolare alcun rischio.

Ma in poco tempo ho imparato una cosa: ciò che non conosci è molto più pericoloso di ciò che conosci già, perché non sai come schivare i colpi. Fase uno terminata.

Fase 2: la ricerca

Subito dopo iniziava la fase due: la ricerca delle persone. Spuntavano dal nulla praticamente tutti gli amici con cui mi frequentavo (e mi frequento ancora), poi fu il turno dei colleghi di lavoro e di università, poi dei compagni di scuola. Fino alle elementari.

E dal nulla già avevo superato i 400 amici.

“Cavolo, ma guarda quanta gente conosco!” pensavo. E si continuava a curiosare tra post, foto, note, gruppi, pagine. La curiosità non finiva mai. Mentre il tempo scorreva inesorabile. Spesso giornate abbastanza scariche di lavoro passavano via alla velocità della luce proprio lì sopra.

Fase 3: i giochi

Come se non bastasse, oltre alla perdita di tempo causata dalla lettura degli stravaganti quanto inutili pensieri degli “amici”, addizionati a volte di polemiche interminabili, guardando foto e scoprendo relazioni insospettabili… ecco che si aggiungono i giochi. Sì, poiché le applicazioni su Facebook sono un universo parallelo alle persone iscritte.

E tra puzzle, biscotti della fortuna, calcoli del QI, FarmVille, MafiaWars e chi più ne ha più ne metta, il tempo rimasto per se stessi, la famiglia e le vere amicizie reali iniziava a ridursi praticamente a zero.

Era diventato indispensabile.

Fase 4: la rottura

In genere le persone che attraversano le “Facebook-phases” si fermano alla terza. E sono perdute.

Per fortuna una molla è scattata in me, notando delle stranezze: alcune cose iniziavano ad irritarmi troppo, c’era TROPPA gente, troppi messaggi, troppe stupidagini, innumerevoli messaggi di spam ricevuti da pagine o gruppi.

E la molla ha detto “BASTA, LIBERATENE!”. E così fu.

Dopo aver disattivato l’account mi sono reso conto che per due anni Facebook era diventato il luogo su cui passavo la maggior parte del mio tempo nella giornata, anche in viaggio di nozze ci connettevano su Internet per controllare cosa facevano gli altri! Che maledetta dipendenza che aveva creato… o in cui ero caduto.

Fortunatamente la vita reale è tutt’altra cosa, e posso affermare che i demoni si nascondono dietro a pareti insospettabili. E tutto ciò che crea dipendenza è un demone.

Fase 5: la redenzione

Così dopo la disintossicazione sono tornato. Ma già conoscendo il “nemico”… e sapendo come affrontarlo.

Sta ad ognuno di noi rendersi conto di quanto un’invenzione sia pericolosa oppure no. Il fuoco ha cambiato il mondo. E continuamente lo distrugge…

Che ognuno di voi possa usare questa “guida” nel miglior modo possibile!

Armando Pagliara

Confessione di un ex Facebook-dipendente. è stato pubblicato da Andrea Ciraolo.


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