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Confessioni di una mamma pigra

Creato il 15 settembre 2010 da Valepi
La prima confessione è che il titolo del post è spudoratamente ispirato ad un libro che tengo sulla mensola, ma di cui ho letto solo qualche pagina.
L’avevo comprato per regalarlo ad una collega alla sua prima gravidanza nella speranza che, per lei, e per la pupa in arrivo, rallentasse un po’ i ritmi… in realtà alla fine non gliel’ho mai regalato, lei al momento è alla terza gravidanza e non credo abbia rallentato proprio nulla!
La seconda confessione è che, geneticamente credo, non sono nata per fare la mamma.
Chiariamoci: la mia pupetta è la cosa più bella che potesse capitarmi nella vita, non tornerei indietro per nulla al mondo e mai, nemmeno per un momento, mi è passato per la mente l’idea di non volerla.
Eppure alla veneranda età di 35 anni non sapevo cosa fosse l’istinto materno, mi facevo beffe assolute dell’orologio biologico (che continuo a sostenere essere solo una colossale montatura culturale) e non avevo nessuna intenzione di avere figli. Insomma, avevo decisamente altri progetti e la mia vita era dedicata a tutt’altro.
In realtà stavo iniziando a pensarci, ma con i miei tempi, con calma, con tanta calma: probabilmente di quel passo i tempi li avrebbe definiti il mio fisico facendomi entrare, prima della decisione, in menopausa.
Poi ho dovuto fare quella telefonata: dottoressa, sa quella visita che avevamo prenotato per controllare che fosse tutto a posto nell’eventualità di una gravidanza? Beh, mi sa che siamo un po’ in ritardo.

Insomma, mia figlia ha deciso alla fine di forzarmi un po’ la mano, sapendo, forse, che se avesse aspettato me sarebbe diventata vecchia nel limbo dei bimbi.
La gravidanza è stata a rischio, non è stato il periodo più bello della mia vita (come la maggior parte delle donne nate per essere mamme cinguetta ad ogni nuovo figlio), non mi ha resa più bella (se mai più tonda, parecchio più tonda!) non la ripeterei per nulla al mondo, fin dal primo giorno ho desiderato un parto cesareo (che alla fine sono stata costretta a subire perché il mio fisico da non-mamma si ostinava a voler trattenere la bimba) e l’unico dei piaceri della gravidanza che ricordo è, verso la fine, la sensazione di sollievo all’idea che stesse tutto per finire.
Ora sono mamma, adoro mia figlia, adoro vederla crescere e imparare ogni giorno una cosa nuova. Mi riempie di gioia e di orgoglio seguire tutti i suoi passi e mi stupisce ogni giorno l’accorgermi che dentro quella testolina di 18 mesi c’è un cervellino piccolo piccolo, ma tanto in crescita, che capisce molto più di quanto i giovani collegamenti tra l’area del pensiero e quella della parola gli permettano di esprimere.
Ma non sono nata per fare la mamma: starle vicino è una fatica immane, per quanto i risultati possano rendermi felice, il lavoro mi manca ed i dubbi mi attanagliano ogni giorno di più. Sono sicura che non sarò mai una mamma perfetta, tremo ogni giorno all’idea che un giorno penserà di odiarmi e passeranno forse anni prima che possa risolvere il rapporto adolescenziale con la madre e considerarmi nuovamente una persona degna di amore.
Non credo risolverò mai questo problema: cercherò di fare la mamma al mio meglio, pur consapevole di non essere nata mamma, di affrontare i problemi e la stanchezza giorno per giorno e di non lasciarmi deprimere troppo dai dubbi. E poi vedremo…
A proposito: se qualcuno dei lettori di bussola passasse anche di qua, la mia pupattola è quello splendore che il suo fidanzato ha magistralmente fotografato qualche tempo fa e che lei ha inserito in un suo post
E anche questo post è un po’ dedicato a lei, mia madrina da blogger, che, non sapendo della mia intenzione di scrivere questo post, mi ha suggerito, tra i primi, due blog di mamme, vincendo in questo modo la mia reticenza a postare la mia esperienza mammescha!
kisskiss

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