Buongiorno amici di blog.
Quello che oggi scrivo è un post che riguarda la mia vita da scribacchina, una vita che voi tutti conoscete solo attraverso le operette che pubblico. Conoscete per così dire più la scrittrice che la ragazza che c'è dietro il nome di Alessandra Paoloni.
Se avete letto qualcuna delle mie interviste avrete notato che alla classica richiesta "dicci qualcosa di te" rispondo sempre in maniera molto vaga dicendo che sono una ragazza sognatrice, che ama leggere e scrivere e sposto subito l'attenzione sui miei libri. Come è giusto che sia del resto. Ma ho pensato che se devo proprio sbilanciarmi e confessarmi allora è bene utilizzare il mio blog personale che un'intervista gentilmente offerta da qualche spazio web.
Inizierò la prima parte delle mie confessioni non come sono arrivata a scrivere, non svelando qualche trucco letterario (che poi in fin dei conti non ne ho) ma parlandovi della mia saga sfortunata che tutti, o quasi, avete conosciuto con il titolo di Stirpe di Agortos. Ricordate quella stupenda copertina con la ragazza bionda di profilo che assomigliava così tanto a un elfo? Magnifica copertina creata, nemmeno a dirlo, da Elisabetta Baldan.
Il libro non è più in commercio. Se lo trovate disponibile ancora in ebook su qualche sito o in cartaceo, sappiate che io non sono consapevole della sua vendita. Questo perché ho chiuso la mia fallimentare collaborazione con la Edizioni Rei. No, non saprete i particolari. Questo non è un post che vuole infangare qualcuno. Sono troppo onesta per fare una cosa del genere.
Questo è un post per annunciare a me stessa e ai lettori (almeno a quelli che seguivano la saga) che io non mi arrendo e che anzi sono già a lavoro. Non è giusto sacrificare o penalizzare un libro (o una serie in questo caso) per alcune scelte sbagliate.
Purtroppo il mondo editoriale, e vi parlo di quello piccolo o medio - piccolo, è una giungla molto fitta dove s'incappa il più delle volte in spiacevoli inconvenienti. Ma non per questo ci si deve dare per vinti, anzi. Sono queste le prove che uno scribacchino incallito come me deve saper affrontare. Perseverare è l'imperativo per quelli che credono in un sogno e che pensano valga la pena di tentare. Ancora e ancora.
Dunque no, non sono stufa di rimettere mano alla mia saga. Non lo sarò mai, e non vedo l'ora di darvi delle buone notizie in merito. Buone e nuove.
Un caro saluto amici di blog, alla prossima!