Confessions

Creato il 24 aprile 2013 da Ildormiglione @ildormiglione

Di confessioni in questo thriller psicologico ve ne sono molte e ognuna ha esiti terribili fino a quella finale. Ma veniamo alla storia. L’insegnante Moriguchi elabora un intricato piano per vendicarsi dell’omicidio della sua bambina, che non troverà mai giustizia per vie legali, perché gli assassini sono due dei suoi studenti minorenni. Così prima di andare via, enuncia alla classe l’accaduto, rivelando in qualche modo le identità degli omicidi, nel cui latte in brick dichiara di aver iniettato del sangue infetto. Uno dei due alunni preso dalla fobia di aver contratto l’aids si rintana in casa, dove allontana la madre e il nuovo insegnante che gli fa visita con un comportamento aggressivo, e si rifiuta di prendersi cura del suo corpo. L’altro continua a frequentare la scuola, vittima del bullismo della classe che lo perseguita in quanto assassino. Riuscirà a farli smettere minacciandoli di contagiarli tutti. Nasce in seguito anche la storia d’amore tra lui e una delle alunne, in cui sembra vengano condivise le relative solitudini e sofferenze. Il primo oggetto delle esigenti pressioni di una madre ricercatrice, frustrata per aver lasciato il lavoro per via della gravidanza, è stato in seguito da lei stessa abbandonato; la seconda è ammalata del male di vivere e fa incetta di farmaci in attesa di decidere come e quando morire. Dello studente isolato conosciamo più che altro le confessioni della madre, che prima è adirata con l’insegnante per la triste sorte del figlio, e poi arriva a compiere un gesto estremo, disperata per la lucidità con cui è stato compiuto l’omicidio. Tutto è nato dal desiderio del ragazzo diligente di compiere un gesto eclatante per cui la madre potesse notarlo: ha scelto a questo scopo lo studente inconcludente come finto complice. I due hanno regalato un borsellino carico elettronicamente alla bambina, che in seguito alla scossa è svenuta. Il primo, credendola morta, ha rivelato l’obiettivo vero del suo piano, e il secondo, deluso per aver compreso di esserne stato solo una pedina, ha deciso di riuscire almeno in qualcosa nella sua vita e ha completato l’opera omicida. Nel frattempo l’insegnante nonché madre della bambina non è mai uscita di scena, sempre onnipresente nei discorsi di tutti i personaggi, interviene anche nelle scene finali per ultimare la sua acuta vendetta. Non ne rivelo ulteriormente le dinamiche, ma è facilmente immaginabile che essa sarà altrettanto tragica e sempre anomala come lo è la morte di una figlia. In “Confessions” emerge in modo disarmante il ritratto di un mondo in cui la vita sembra non aver alcun senso. Il desiderio di farsi notare spinge i due studenti ad uccidere un’innocente. L’astuto piano dell’insegnante vuole porre un senso a questa tragedia, ristabilire l’ordine della vendetta, che si posa inevitabile sui due colpevoli. A pagarne le conseguenze sono anche le persone che fanno parte di tutto il sistema educativo, genitori, insegnanti, alunni. I mondi privati degli adolescenti del film sono inquietanti ed autoreferenziali e quelli pubblici sono massificati e fobici. In varie parti si fa riferimento alla responsabilità genitoriale nel disagio dell’adolescente, che l’insegnante punisce, usando la stessa fredda attitudine a calcolare la morte altrui. Interessante è anche la riflessione sull’impossibilità di ottenere una giustizia legale e l’ignoranza della classe, accecata solo dalla fobia della malattia. L’intera vicenda assume le tinte dell’inevitabilità di una tragedia greca, dove la dea vendetta piomba necessaria sui destini di tutti, rispondendo solo alla forza dei più stretti legami di sangue e di affetto. Un film da vedere soprattutto per la strategia narrativa e la potenza visiva che catturano la curiosità dello spettatore sin dall’inizio.

Voto 7,5/10


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