Confesso che non ero così ottimista, la superbia e l’arroganza della Finocchiaro mi aveva fatto supporre che si salvassero anche questa volta. Non ci sono riusciti.

Creato il 20 aprile 2013 da Slasch16

Un giornalista ha fatto notare alla Finocchiaro che gli elettori del Pd erano in rivolta e la Finocchiaro ha commentato sprezzante: ma cosa vogliono questi qui. Ha sentito la base? Non ho sentito la base, mi pare che abbia pure aggiunto: non ne ho bisogno.
Volevano semplicemente che venisse rispettato il loro voto ed in modo particolare quelli che hanno votato Bersani alle primarie convinti che tenesse il Pd leggermente a sinistra.
Non è questione di vecchio o nuovo, Rodotà è molto più nuovo di molti di loro, e questione di superbia ed incapacità mischiate insieme, una mancanza di rispetto degli elettori che ha bruciato milioni di voti depauperando una eredità che hanno mostrato di non meritare.
Mi spiace per i miei vecchi compagni che ho visto volantinare al mercato per il Pd.
Non ho mai visto uno della margherita a volantinare ai mercati, almeno nella mia zona.
Bersani ha mostrato dei limiti inimmaginabili se fosse stato intelligente avrebbe provocato le correnti interne prima ancora delle elezioni per fare chiarezza senza aspettare le elezioni del Presidente della Repubblica e farsi impallinare dai soliti noti o dai soliti ignoti.
Devo ammettere che i più giovani, i neo eletti del Pd si sono dimostrati più corretti ed onesti invitando a votare Rodotà sin dal primo voto. Gli altri hanno lavorato come carbonari e spero che rimangano segnati indelebilmente dalla polvere nera.
Non sono un esperto di dietrologia e men che meno di bassa chimica politica, quello che io no notato e non da oggi è che la base del Pd fa sempre o quasi discorsi di sinistra mentre il suo gruppo dirigente mi sembra figlio del doroteismo più conservatore.
Da Wikipedia:

I dorotei furono una delle correnti politiche più rilevanti della Democrazia Cristiana. Per tradizione e cultura politica, l’area dorotea ha sempre rappresentato la parte conservatrice della DC, collocandosi su posizioni rigidamente anticomuniste e molto attente alle ragioni delle gerarchie ecclesiastiche e del mondo industriale.

Storicamente hanno assunto una posizione centrale all’interno della dialettica tra le anime della DC. Collocati tra una destra interna di scarsa rilevanza e un’area di sinistra molto influente, rappresentavano l’elettorato cattolico e gli interessi del ceto medio avverso al comunismo.

Nei lunghi anni di attività politica e di governo della Democrazia Cristiana, la corrente dorotea ha affrontato trasformazioni, scissioni e contrasti al proprio interno. Tuttavia il doroteismo ha rappresentato un approccio, prima di tutto politico e culturale, che è stato sempre largamente presente all’interno del partito.
Io non so chi guida i dorotei del Pd, so che ci sono e si guardano bene dall’uscire allo scoperto. Me ne rendo conto ogni volta che ci sono di mezzo i diritti delle persone, questioni etiche care al Vaticano ed ogni volta che si presenta l’occasione per un, serio, cambiamento.
Regolarmenne affossano tutto e paralizzano il partito.
Non ho molta simpatia per il M5S ma se hanno una proposta buona, un’idea valida essa diventa la mia.
Tranquillizzo subito i simpatizzanti del M5S, almeno quelli che un giono si e l’altro anche mi scrivono nel blog che sono uno della sinistra superata, obsoleta.
Come me ce ne sono a milioni purtroppo non abbiamo ancora trovato qualcuno in grado di rappresentarci, anzi dico di più: che meriti di rappresentarci.
Certamente non può rappresentarci la Finocchiaro o quelli che sostengono Amato e meno ancora di tutti quelli che ritengono doveroso un accordo anche con il Pdl.
I voti del Pdl sono indecenti, come lo sono quelli del Pd che si sono venduti eticamente e moralmente agli inciuci.
Ieri un grillino, esperto in dietrologia, mi ha detto che il Pd deve mettersi d’accordo con Berlusconi per salvarsi dai casini del Monte dei Paschi di Siena e per salvare il piduista.
Ho risposto che dei casini del Monte non me ne frega niente e se qualcuno ha sbagliato deve pagare ed una cosa è certa, i grandi elettori del Pd favorevoli a votare Rodotà sono interessati alle vicende del Monte dei Paschi di Siena come me, cioè zero.
Hanno semplicemente condiviso le istanze e le speranze della base.
Votare un canditato del M5S non è un ricatto se il canditato è meritevole e Rodotà lo è. Aggiungo che chi si sente “obbligato”, “ricattato” dal M5S commette lo stesso errore dei grillini quando si rifiutano di fare un accordo con il Pd su pochi punti base che dia un segnale di cambiamento.
Tutto ciò a portato alla paralisi e la pretesa del 51% per governare da soli è inaccettabile, solo se arrivassero al 51% prendendosi le responsabilità di governo sarebbe accettabile perchè avrebbero dimostrato di aver fatto bene.
Chiedere il 51% dall’opposizione, senza sporcarsi le mani con i problemi reali, è troppo comodo ma rende sino ad un certo punto se non inizi ad incidere i bubboni è propaganda populista allo stato puro.
Bersani ha preso atto ieri sera della realtà esistente da quando è nato il Pd: uno su quattro è un traditore, sbagliando ancora una volta. Il Pd non ha mai avuto una linea, su molti temi ha lasciato libero campo alla coscienza individuale ed infatti sui grandi temi è sempre uscito diviso, la diversità in politica non paga, la società civile migliora nella diversità, si evolve, ma in politica ci vuole una sintesi che sia compatta, condivisa, rispettata da tutti.
Non è la prima volta che per eleggere un presidente si vota 20 volte o più, per eleggere il migliore, Pertini,  mi pare che ce ne sono volute 18.
Per altri il “migliore” può essere stato Leone, ma anche per eleggere Leone hanno votato 23 volte.
Adesso resta da vedere se tra le macerie del Pd è rimasto qualche sopravvissuto che abbia il coraggio di votare Rodotà, Sel si è già espressa,  se i numeri lo consentiranno perchè una cosa è chiara: chi lavora all’inciucio non voterà certamente Rodotà.
Il gesto di Bersani, alludo alle dimissioni, non ha niente di nobile è solo la conseguenza della sua incapacità politica che non ha colto in tempo i segnali che arrivavano dai suoi elettori molto prima che gli arrivassero i segnali dal M5S.
Ero contrario al’incontro con Berlusconi, figurarsi se sono favorevole all’incontro con i Montiani che ritengono necessario il coinvolgimento del Pdl, quelli che io chiamo i rappresentanti della P2, incontro che Bersani si ostina a cercare.
Larghe intese per superare delle crisi economiche ne abbiamo già avute, anche per superare l’orrore del terrorismo, ma questi hanno scambiato larghe intese di livello come quella tra Moro e Berlinguer, che ha portato ad un governo con l’astensione del Pci,  per la sagra dell’inciucio.
Se fossero stati furbi, se avessero fiutato il vento, i candelotti per abbattere il partito li avrebbero messi prima delle elezioni, durante il governo Monti, la colpa che faccio al gruppo dirigente è di averlo fatto nel momento più sbagliato e più difficile, senza un governo e senza un Presidente della Repubblica.
La risposta ed il tono della Finocchiaro è l’emblema di quello che è successo ieri.
Questi sono fuori dal mondo, vivono in un mondo blu, come le loro auto.
Non vorrei che la pochezza e l’insipienza del Pd non ci regalasse un Presidente della Repubblica nominato sull’asse Berlusconi-lega-Monti con i dorotei del Pd.
Io non credo che sia tutto da buttare nel Pd, credo però che siano tanti quelli che devono andare a casa e dimettersi non solo dal partito ma anche dalla politica.
Cambino mestiere, di danni ne hanno fatto già troppi.
P.S. Lega e Pdl hanno dimostrato contro il Pd e Prodi,  dopo vent’anni non hanno ancora capito che il Pd non ha un padrone unico, sono una cooperativa di vedute diverse ma un difetto non l’hanno: non ubbidiscono agli interessi di uno solo. Diversificano? Diciamo che diversificano, non hanno un Berlusconi che paga e va difeso comunque.



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