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Strategia del terrore: attacco globale, allerta in Italia

Creato il 30 giugno 2015 da Mrinvest

La strategia del terrore è sparare nel mucchio, colpire folle inermi, minare le sicurezze, diffondere paura e destabilizzare la libertà. Guai a non reagire.

strategia del terroreLa strategia del terrore si diffonde a macchia d’olio. Trentanove persone massacrate sulla spiaggia di Sousse, nel golfo di Hammamet in Tunisia; decapitato un cittadino francese in Francia; squarciata una moschea sciita in Kuwait City per colpire coloro che pregavano; decimata una guarnigione dell’Unione africana in Somalia. Tutto questo in poche ore in un’assurda e surreale strage simultanea.

La strategia del terrore sta minando le nostre sicurezze.

Anche se non si riesce a mettere insieme i pezzi del puzzle di morte, l’offensiva dell’orrore ha minato le nostre sicurezze. La forza della propaganda di guerra dell’Isis sembra davvero un’onda anomala, capace di destabilizzare le nostre certezze.

E’ questa la strategia del terrore: colpire persone innocenti per propagandare la paura e per dimostrare che cos’è la legge del più crudele. L’Isis sa benissimo che questa è la strategia che più colpisce a fondo l’Occidente, dove c’è una diversa cultura della vita, della tolleranza, della libertà, della sicurezza.

Il Viminale lancia l’allarme.

L’Isis rivendica e tenta di mettere in ginocchio le giovani democrazie arabe che combattono l’estremismo, come rivendica ogni colpo sparato contro l’Occidente. L’attacco è globale ed anche in Italia è allarme, dove il terrore viene soprattutto dal mare, perchè il nostro Paese ha oltre 7mila chilometri di costa. L’allerta viene dal Viminale che avverte di sorvegliare i porti, in particolare Ancona, Bari e Brindisi sull’Adriatico.

I possibili ingressi in Europa per i terroristi o i foreign fighters provenienti dai Balcani sono Albania, Kossovo, Bosnia Erzegovina e Serbia, dove i jihadisti trovano terreno fertile nell’addestramento di giovani reclute.
E i porti rappresentano non solo il potenziale obiettivo del Califfato, ma anche il passaggio meno controllato per andare e tornare da zone di guerra come la Siria e l’Iraq.

Sotto stretta sorveglianza dei servizi segreti anche i porti di Trapani e Palermo. E’ qui che attraccano e salpano le navi da e per Tunisi. A preoccupare l’intellingence anche stazioni ferroviarie e frontiere, per non parlare dei luoghi sombolici, come il Vaticano (anche in vista del Giubileo) e i posti di culto ebraici. Innalzati, inoltre, i livelli di sicurezza all’Expo di Milano ed in tutte le città d’arte affollate di turisti, il principale bersaglio dei terroristi.

Le disposizioni per le forze dell’ordine sono di non sottovalutare qualunque segnale di pericolo, anche proveniente dal web. Per la cronaca sono 85 le persone inserite nella black list e dieci i centri islamici di preghiera controllati e monitorati.

Insomma, stiamo tentando di difenderci, non riuscendo a trovare una soluzione. Ma questo significa darla vinta, continuare a sottostare alla strategia del terrore. Si ha l’impressione che si stia osservando l’isis con indifferenza e che fino ad oggi sia stato considerato un fenomeno da ridimensionare. Questo è il vero problema.
Perchè i taglagole ci hanno dichiarato guerra e prima o poi bisognerà prendere la situazione in mano e combattere o sarà la fine.


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