Ancora una confettura.
In questo periodo di irrequietezza, riesco a trovare rilassante e confortante applicarmi a preparazioni che richiedono una certa lentezza.
Come se eseguire gesti non elaborati ma ripetuti, come pulire e sbucciare i frutti o rigirare liquidi profumati e dolci avesse il potere di farmi estraniare, di separare la mente dal corpo e consentire ai pensieri di trovare una loro collocazione spontaneamente, senza le sovrastrutture della ragione.
Un pò massaia un pò strega, che rimestola nel calderone.
E anche in queste sere, dopo aver messo tutti a nanna, ho acceso la lucina flebile della cappa e ho iniziato a pesare lo zucchero.
Poteva benissimo essere 300 – 400 anni fà e poteva essere la luce di una candela.
La magia sta tutta in un vasetto che mantiene il profumo e la consistenza di un frutto dolcissimo e succoso che l’autunno ama regalarci.
Grazie, Marco, per i grappoli maturi al punto giusto che mi hai fatto trovare sulla scrivania, qualche giorno fà!
Un chiarimento è opportuno.
Il metodo Ferber, descritto nella ricetta di oggi e usato da me in passato per altre conserve, non si applica pari pari a qualsiasi tipo di frutta.
Non si applica, per esempio, a quei frutti il cui contenuto di pectina e di acidi non è sufficiente ad ottenere la gelificazione con la sola aggiunta dello zucchero.
Per questi, la Ferber si avvale di un altro metodo, che vi descriverò in uno dei prossimi post.
L’uva e la sua buccia ne contengono in buona quantità.. e quindi eccoci alla ricetta di oggi!
Confettura di uva fragola con metodo Ferber
600 g uva fragola
300 g zucchero
il succo di 1 limone
Pulite, lavate e raccogliete gli acini di uva in una ciotola.
Strizzateli tra due dita per spremerli, unite lo zucchero e il succo di limone e lasciate riposare così, coperti, per circa 30 minuti.
Versate il tutto il una pentola dal fondo spesso, bassa e larga che possa contenere la frutta e portate a bollore.
Appena inizia a fremere, spegnete il fuoco e trasferite tutto in una ciotola, coprite con carta forno a contatto della superficie della frutta e lasciate riposare in un luogo fresco tutta la notte.
Io ho eseguito questa operazione di sera, ho lasciato raffreddare per tutta la notte e al mattino, prima di andare a lavoro, ho infilato in frigo.
Alla sera ho ripreso la ciotola, ho filtrato il sughino che si era formato e l’ho portato su fuoco vivo per 10 minuti circa, mescolando spesso. Poi ho aggiunto anche la frutta e ho portato a bollore per altri 10 minuti.
Ho lasciato la frutta con la buccia e i semini perchè poi mi piace ritrovare la consistenza degli acini in bocca, quando la mangio, ma se preferite, potete passare gli acini al passaverdure per una consistenza più omogenea, prima di rimettere la frutta sul fuoco.
Dopo aver aggiundo gli acini al succo, nella pentola, occorre aspettare circa 10 minuti dalla ripresa del fremito, rigirando periodicamente.
La confettura è comunque pronta quando supera la prova del piattino: versare un cucchiaino di composto su un piatto freddo e inclinarlo. Se il liquido è viscoso e scivola con lentezza è il momento di spegnere ed invasare. Altrimenti lasciar proseguire la cottura per altri 5 minuti.
Il composto non deve comunque superare i 105° – 106° (se avete un termometro da cucina è il momento di tirarlo fuori).
Trasferite la confettura in vasetti di vetro sterilizzati (bastano 20 minuti in forno), coprite e capovolgete.
Una volta fredda, la confettura avrà creato il vuoto nel vasetto.
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