Magazine Diario personale

Confini

Da Seretommyloredodo

Ora.
Il punto è capire dove stanno i confini.
Ad esempio: quand’è che è giusto voler cambiare le cose e quando invece è solo un “capriccio”?
Voler modificare situazioni pesanti, voler snellire ritmi soffocanti, voler trovare un po’ di spazio in cui non dover sempre, per forza e ncessariamente correre…è sintomo di presa di consapevolezza e di messa in discussione oppure di debolezza e di fragilità?
Voler insistere a tener duro, sostenendo un ritmo di vita impossibile e inumano, soprattutto mentalmente…significa essere ostinati e zucconi, oppure caparbi e tenaci?
Significa rassegnarsi a ciò che pesa e rende infelici e stanchi, rinunciando al tentativo di migliorare la propria condizione, oppure significa non mollare mai, essere determinati e pronti a tutto pur di raggiugere l’obiettivo finale?
Scegliere di rinunciare a qualche ora di lavoro (qualche…non chissà quante) per poter andare a prendere tre volte a settimana i propri figli al nido e avere “ben” 1 ora di “libertà” prima di farlo significa cercare un buon compromesso fra lavoro e famiglia, oppure significa essere delle pappe-molli che non reggono ritmi che 99 mamme su 100 reggono senza storie?
Sentire improvvisamente una gran voglia di dedicarsi un po’ di più ai propri figli, alla propria casa e a tutti gli annessi e connessi, significa avere una crisi di mezza età incipiente, oppure significa essere diventati diversi da prima….in meglio? In peggio? Boh…
Avere improvvisamente la consapevolezza che sta scivolando il tempo fra le nostre mani, fra le nostre vite senza quasi lasciare il segno, da quanto vola via veloce…e avere la brutta sensazione di non afferrarlo mai, di non goderselo mai, di non viverlo mai…di buttarlo via, buttando via attimi preziosi della mia vita, di quella dei miei bimbi, di mio marito, del nostro tempo insieme….E voler quindi cercare di trovare tempo diverso per noi, diverso in termini quantitativi e di conseguenza anche qualitativi…
Tutto questo è un “carpe diem” assennato, moderato, sensato, razionalizzato e intelligente? Oppure una manifestazione di quelle frasi che scrivevi sui diari a 13 anni, una via di mezzo fra Jim Morison , “L’Attimo Fuggente” e “Va’ dove ti porta il cuore”, che si ricollega alla crisi di mezza età imminente di cui sopra?

Io non lo so.
Non so dove sono questi confini. Ma so che arrivi ad un certo punto che devi prendere delle decisioni, perchè altrimenti dai di matto.
La mia decisione, una, l’ho presa.
Che è quella di cercare di migliorare leggermente la qualità della mia vita, della nostra vita.
Perchè non ci si può ridurre a ritenere “normale” una vita in cui ci si incrocia un’ora la sera per cena (a volte) e poi basta. Perchè non ci si può rassegnare all’idea che la tv ormai la si guarda solo per vedere la Peppa. Perchè dopo aver messo a nanna i bimbi e fatto tutto il resto si fanno le undici di sera e devi ancora farti la doccia e quindi l’ultima cosa che hai voglia di fare è accendere la tv…per vedere cosa, poi? Che non sai nemmeno più a quali canali sei abbonata e quali programmi esistono oggi, a 3 anni quasi di distanza da quando la guardavi con una certa regolarità.

Noi abbiamo rinunciato praticamente a tutto. A tutto ciò che rende il quotidiano “normale”. Un banale, mediocre e medio “quotidiano” della famiglia (media) italiana.
Non facciamo più niente, non riusciamo più a fare niente.
Chiamala frenesia, chiamala rassegnazione, chiamala sopravvivenza, chiamala con il suo nome (“avete due gemelli piccoli e non avete nemmeno un mezzo aiuto da nessuno…e poi tuo marito è anche sempre impegnato fuori per lavoro e sei quasi sempre da sola”)….
Beh insomma, chiamatela come vi pare. Ma non VITA.

Ora.

Io i confini li sto ancora cercando, la Stella Polare ha iniziato ad indicarmi la sua rotta. E io pian piano la sto seguendo.
Non so ancora in quale delle categorie sopra descritte rientro io, se nella babbiona in crisi o nella donna in evoluzione che sente una trasformazione dentro di sé e decide di assecondarla, almeno un pochino.
Ho sicuramente bisogno di ricaricarmi mentalmente di un sacco di energie positive e di fiducia.
E poi di pazienza.
Per dare tempo al tempo di darmi le risposte rispetto a tutte le mie domande.
Che non hanno bisogno di consulenti o bacchette magiche per farsi trovare.
Ma solo di tempo.


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