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Confini: Il dove della Poesia Italiana – Carlo Villa

Creato il 25 marzo 2014 da Wsf

Carlo_villa

*

Usando tra i bambini confidarsi
i portenti delle proprie piste,
alla luce della tua camicetta
avrei intrapreso una scherma
su quelle sorte direttamente dal cuore,
senza avere più domande da farti,
che non fossero per una virtù
che la certezza m’avrebbe risolto più tardi.

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*

Ibsen, invitato a rappresentare la Norvegia
all’inaugurazione del Canale,
rimase colpito soprattutto dalle indigene,
infischiandosene della cerimonia ufficiale.

Ma allora perché mandarci un poeta
e perdipiù femminista?
Trattandosi di un canale, poi,
parrebbe un’imperdonabile svista.

*

Quando da bambina astuta
sprizzavi gioia da tutti i pori,
beh non ho detto sia stato facile
e anche per questo t’ho perduta,

nell’agitazione delle dita
pensando di poter riordinare la stanza
dove risiede Faust,
senza essermi stata mai Margherita.

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*

Assomigli così poco alle cose che accetto,
che comincerei dalla nuca
a pettinartela in ben altro aspetto,

se la vista non fosse così corta
nel guadagnare quella mia,
e per passare alle parti più insidiose,

inizierei dal fianco sinistro,
dove generalmente insedio la mano,
proseguendo con infinita attenzione

dove il resto cambia di nome
facendosi un coltello basco,
che uccide senza alcun pentimento,

dopo l’ultima sigaretta concessa al condannato.

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*

L’attrazione è una miniera
che reca soltanto solitudine,
di diritto e di spalle,
come sa bene il tuo angolo pregiato
in odore di santità sulla mia pelle;

e a chi frequenta questa gaia scienza,
continuità reca soltanto gloria
ricca d’arricchimento illecito,
la vertigine intensa di memoria
assoggettando ogni nuova vittoria.

*

Resti (in memoria di Amelia Rosselli)

Resti in quel dovizioso ritrovarsi
di quando all’Opera si leva il sipario
spegnendosi le luci della sala
ma non ancora quella dei palchi,
che affiorano nel rosa d’ un silenzio
che detta l’inizio dello spettacolo.

Resti nel palcoscenico appena
illuminato
da grotta amletica, deserto
dov’è sperduta e intanto fatta segno
la fertile tensione d’un faretto;
nell’aggirarsi d’un magico veliero
in fondo al golfo mistico perfetto;

nella dolcezza delle prime note
gravi per l’avventura dell’orecchio
e in quell’incedere sovrano
che si scopre nei sensi
e la memoria immobilizza ricordando
l’attacco del ritmo sincopato;

nell’attrezzeria del ripido gelsetto;
nell’angoscia funambolica d’un fiato
che libera il canto del soprano;
nell’effetto d’imbarazzo che il corale
produce nel canto gregoriano;
nella sentenziosità del basso

nel recitativo arcano del contralto
e negli archi-passamano tra gli ottoni a raso;
dei tamburi del lucido broccato
e in chi dirige l’orchestra con la mano,
nel suo levare e battere
presago d’un tempo a dir poco cartesiano

Biografia:

Nasce a Roma, il padre colonnello delle Guardie Pontificie. Nel 1954 si laurea in legge presso l’Università La Sapienza di Roma.

Nel 1959 presentato da Leonardo Sinisgalli su La Fiera Letteraria pubblica le sue prime poesie, e nel 1962, con la prefazione dì Pier Paolo Pasolini, la raccolta Il Privilegio di essere vivi, cui fa seguito nel 1963 Solo sperando nauseati, nel “Menabò”n.6 di Einaudi. Dal 1978 al 1988 lavora al comune di Roma come responsabile del Centro sistema Bibliotecario; nello stesso decennio è Segretario Generale del centro Eugenio Montale.

Nel 1964, con la pubblicazione del romanzo La Nausea media, Villa inizia a scrivere libri: Muore il padrone (1978), La scrittura cerca l’assassino (2003), Il figlio assurdo; nel 1973 esce da Mursia una Guida alla lettura di Vasco Pratolini; ricordiamo anche Sotto la cresta dell’onda, del 2004 e tanti altri[1].

Ha collaborato a varie testate giornalistiche Paese Sera Il Messaggero, Nuova Antologia, Il caffè, Il dramma, Quindici, Nuova corrente, Carte Segrete, Questo e altro, Menabò, e con testi alla Radio Vaticana, Televisione svizzera di lingua italiana per la quale ha sceneggiato “ Divertimento 1889 ” di Morselli[2].

È del 1982 la raccolta dei racconti fantascientifici Mandrake, Arcivescovo di Salem, per i Tipi della Newton Compton, dell’88 il giallo Morte per lucro,De Agostani; Fino all’ultima fermata, Arlem 2000; Come in un gioco a incastro, Stango 2000; Nuda proprietà, 2003; La scrittura cerca l’assassino, Greco e Greco, 2003; Sorpassi, Stango 2003.

Ha ricevuto dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi l’onorificenza di Commendatore.


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