E nel confronto, perdo sempre.
Perdo oggi, che sono adulta, come perdevo quando ero bambina e poi adolescente.
E’ stata mia mamma a farmelo conoscere, quel circuito, a volte diabolico.
E’ stata lei, che mi ha cresciuto facendo confronti.
E c’era sempre qualcuna più bella di me, più magra, più ubbidiente, più spigliata, più, più, più…
C’era sempre di più, oltre me.
Non è semplice, quando cresci, riuscire a scrollarecerti meccanismi che ti girano addosso per anni, come una seconda pelle, e inserirne di nuovi.
Ogni tanto ci casco ancora.
Guardo le altre mamme…e vedo me.
Nel confronto non sono una buona mamma.
Non sono super-organizzata, non lo ero nemmeno quando lui era piccolino.
Non mi sono mai portata dietro tutto l’occorrente nel caso in cui avesse fame, freddo, caldo, sonno, sete ecc. ecc.Non so sempre esattamente cosa fare, non mi ricordo a che età ha messo il primo dentino, a quanti mesi ha detto mamma, quante parole diceva a due anni.Non gli organizzo ogni minuto del suo tempo con attività interessanti.Non penso sempre a lui, anzi a volte me lo dimentico.Non parlo sempre di lui.Mi annoio in mezzo a persone che parlano soltanto di figli.Mi sento in colpa, per questo.Spesso vado a tentoni, improvviso, prendo quello che viene.Risolvo i problemi al momento, mi chiedo frequentemente se non sto sbagliando tutto.Le altre mamme non sono come me.Le vedo, lo so.Nel confronto, io sono una frana.Oggi ho ritirato la sua prima pagella: ottimi voti, ma questo già lo sapevo.Un giudizio più che positivo: “ben inserito, aperto e disponibile, aiuta i compagni, comportamento corretto e responsabile…”.Una lettera della dirigente scolastica, con le congratulazioni “per i risultati lusinghieri conseguiti nel primo quadrimestre”.E i complimenti della maestra per la buona educazione.
Sono uscita da scuola che non capivo niente.Volevo soltanto piangere.Questa sarà una cosa che ricorderò, indubbiamente.Ricorderò questa emozione.Come mi ricordo la prima recita che ha fatto, piccolino, in mezzo a tutti gli altri nanetti. E’ salito sul palco e con gli occhi, tra il pubblico, cercava me.Come mi ricordo il primo giorno che l’ho lasciato da solo al nido. L’ho consegnato in braccio alla maestra e me ne sono andata con il sorriso. Poi sono rimasta in macchina a piangere per tutto il tempo.Tante cose le dimentico, altre non le scorderò più.
E allora penso che sono inutili, i confronti.Perché io non sarò mai quello che non appartiene alla mia natura.E poi, alla fine, non esistono amori perfetti.Nemmeno quello tra madre e figlio, lo è.Io faccio errori.E faccio del mio meglio.Senza confronti.